TURISMO
Da est a ovest tra meraviglie, odori e sapori: essere siciliani significa essere privilegiati
Un viaggio (virtuale) dalle isole all'entroterra per i luoghi più belli, i cibi più prelibati e circondati da meraviglie monumentali: ricordiamo quanto siamo fortunati
Capo Bianco (Agrigento)
Non appena rispondevo: "sono siciliana, sono nata a Ribera (Agrigento) ma vivo a Palermo, città che amo profondamente" vedevo occhi pronti a scrutarmi, e sentivo la maggior parte delle persone lasciarsi andare alla solita frase: "lì c’è la mafia".
Mi sono detta: no. Non può essere questo la Sicilia. Non c’è voluto molto per capire che la Sicilia in effetti è tanto, è tutto.
La Sicilia è il sole che sorge ammirandolo dalla Scala dei Turchi, e che tramonta sulla Valle dei Templi di Agrigento, regalando dei suggestivi giochi di luce.
È il Mar Mediterraneo visto da Seccagrande, culla della mia anima. Sono i colori dell’acqua della Riserva della Foce del fiume Platani.
È il panorama ammirato durante un viaggio in macchina d’inverno, percorrendo la E90, da un lato il mar Tirreno e dall’altro i monti innevati.
È il camminare tra le stradine di due dei borghi più belli d’Italia: Gangi prima, e Sambuca di Sicilia poi. È l’ammirare il panorama dal Belvedere di Polizzi Generosa, mangiare i fagioli e le nocciole, e "fare un salto in quella che fu la prima sartoria di Dolce".
È Taormina con il suo teatro greco-romano. Il secondo più grande dell’isola, dopo il teatro di Siracusa culla del Barocco.
È Isola Bella, riserva naturale dal 1998, la bella "perla del Mediterraneo", decantata persino da Goethe, Byron, Dillon (solo per citarne alcuni). È Catania, col suo duomo. È Acitrezza, che ispirò persino Verga nei "Malavoglia".
È l’imponenza dell’Etna. È Punta Secca, conosciuta ancor di più grazie alle vicende del Commissario Montalbano di Camilleri. È L’ombelico della Sicilia: Enna!
È Messina, arrivando via mare, col suo duomo e il campanile che vanta la presenza dell’orologio astronomico più grande al mondo. Non tralasciando la rosticceria, goduria per le papille gustative.
Sono le splendide Lipari, Panarea, Salina, Alicudi, Filicudi,Vulcano, Stromboli, Marettimo, Favignana, Levanzo, Linosa, Lampedusa, Pantelleria, Ustica, la laguna dello Stagnone.
È avere la fortuna di trovare Palermo, Cefalù e Monreale, che con le loro opere fanno parte del patrimonio dell’umanità, nell’ambito del percorso Arabo Normanno.
Rimani inerme di fronte a così tanto splendore, tra i mosaici d’oro bizantino che brillano all’interno della Cattedrale di Santa Maria Nuova, passando per il Duomo di Cefalù che incombe sul paese e sul mare.
Fino ad arrivare a Palermo, città maestosa, accogliente e ricca di bellezze: il teatro Massimo, la Cattedrale, il Foro Italico, il Politeama.
È la commistione di colori e sapori, che ammiri e assapori passeggiando a Ballarò, alla Vucciria, al Capo. Tra una mafalda con la milza, tra panelle, arancine setteveli, e cassate.
Ahhhh quanta bontà! È il cioccolato di Modica, Il fico d’India dell’Etna, Il pistacchio di Bronte, l’arancia di Ribera, la fragolina di Sciacca e Ribera, la cipolla di Giarratana, il cappero di Pantelleria, l’aglio rosso di Nubia, l’albicocca di Scillato, il carciofo spinoso di Menfi, la mandorla di Noto, i gamberi rossi di Mazzara del Vallo.
È il dialetto, patrimonio da custodire. È l’odore di zagara tra gli agrumeti. Sono gli uliveti e l’oro verde che se ne estrae. Sono i vigneti e le tante varietà di vitigni, che mani sapienti trasformano in vino, motivo di vanto in giro per il mondo.
È il mandorlo in fiore che con i suoi colori dipinge quadri. Sono le api nere e il loro miele, le aquile del Bonelli, I lanari, le tartarughe, i delfini... (E ancora tanto, tanto e tanto.).
Ma la Sicilia? La Sicilia sono i siciliani, gente accogliente e dal cuore immenso. E ricordatevi che, una volta arrivati in Sicilia dovrete prepararvi a lasciar li un pezzo del vostro cuore. ️
Ahhh dimenticavo, la risposta alla domanda? Per me, essere siciliana, significa essere privilegiata.
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