STORIE
Da 20 anni è il re del gelato a New York: Francesco da Palermo conquista gli Usa
Qualcuno dice che ci sono problemi che solo un caffè e un gelato possono risolvere come testimonia la storia di questo imprenditore e i suoi due decenni di lavoro
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Francesco Realmuto
È conosciuto come colui che ha introdotto il gelato artigianale italiano a New York, del resto Francesco Realmuto ne è stato il pioniere a Manhattan in un’epoca in cui se da una parte era più facile invertire la rotta della propria vita, dall’altra a puntare su un prodotto sconosciuto ai più come il gelato lo si faceva comunque correndo un bel rischio.
In Francesco però, la nostalgia di casa e una sana dose di golosità sono state fautrici di una tanto grande quanto meritata fortuna. Vent’anni fa ha lasciato il mondo dei preziosi per approdare in quello del gelato, a suo modo pregiato quanto quello dei diamanti che tagliava fino a quel momento.
Ne ha fatto davvero tanta di strada dalla fine degli anni ottanta ad oggi, a capo di un gruppo nel settore della ristora- zione che ha fondato a New York, e per il quale ha scelto di circondarsi di tante maestranze siciliane proprio come lui, originario di Baucina.
Francesco Realmuto nasce in provincia di Palermo nel 1969 e all’età di vent’anni, insieme alla sorella minore Maria, lascia la cittadina dell’entroterra siculo - la cui protettrice non ci sembra casuale sia Santa Fortunata - per raggiungere i nonni materni in America.
La madre di Francesco e Maria però, avendo già un suo nucleo familiare, era rimasta in Sicilia fino a quando i suoi ragazzi hanno deciso di raggiungere i nonni ed iniziare una nuova vita con maggiori possibilità di quelle che un borgo come Baucina potesse offrire loro nel 1989.
Già da giovanissimo Francesco pensava in grande ed era certo che la sua terra d’origine, per quanto la porti nel cuore ancora oggi, fosse troppo piccola per ospitare i suoi progetti.
Era il 1990 quando i suoi genitori, con la certezza che i figli fossero destinati a restare in America, li raggiunsero. Con un’età e prospettive di vita differenti incontrarono non poche difficoltà ad ambientarsi, ma la presenza di Francesco e Maria fece sì che New York pian piano divenisse casa anche per loro.
All’inizio dal suo arrivo Francesco lavorò nel campo dell’edilizia ma poi, come era facile intuire sarebbe stato per un giovane brillante come lui, arrivò il salto di qualità che lo fece approdare al mondo dei preziosi dove restò per oltre dieci anni come tagliatore di diamanti.
Vent’anni fa però, ancora un cambiamento, sempre di quelli netti ai quali Francesco è abituato... Ormai da tempo a Manhattan, da bravo siciliano "liccuso" - profondamente goloso per chi non conoscesse il termine - e nostalgico della propria terra, Francesco iniziava a sentire mancanza di un buon gelato.
Ben presto è approdata in lui la consapevolezza che per poterne gustare uno autentico, in un luogo e un’epoca in cui non si sapeva neanche cosa fosse, l’unica opzione fosse farselo da solo.
Il “pallino” della ristorazione del resto lo caratterizzava sin da piccolino, nonostante nessuno dei suoi familiari avesse mai lavorato in quel settore e si sia trovato a dover imparare da zero.
Eppure se glielo chiedete anche oggi, vent’anni di crescita e successi dopo, Francesco vi dirà che non aveva idea che sarebbe partito tutto proprio dal suo amato gelato: «Mi affascinavano tutti i concept della ristorazione - mi racconta Francesco al telefono - C’era la pizza, i dolci, i primi piatti e l’immancabile ospitalità a coinvolgermi, ma ci è voluta un po’ di sana incoscienza per farmi seguire quell’istinto in un momento in cui il mio lavoro tra i preziosi inziava ad annoiarmi».
Certo è che è passato da intagliatore di diamanti a maestro gelatiere, dopo anni di studio e difficoltà soprattutto all’inizio, quando ha dovuto concentrarsi nello studio grazie all’aiuto di maestri italiani.
Complesso è stato non solo imparare le tecniche di preparazione ma soprattutto educare il palato degli americani ad un prodotto totalmente nuovo per loro.
Oggi Francesco Realmuto gestisce il gruppo che ha fondato con ben cinque differenti realtà al suo interno. Ogni progetto, sin da quel primo “esperimento” riuscito della gelateria, nasce all’insegna della sua sicilianità e delle sue passioni.
Non deve infatti stupire che tra i brand fondati, tra il gelato, l’alta pasticceria, la pizza e a giorni la ristorazione tipica siciliana, abbia trovato spazio una taqueria.
Noterete giustamente voi che i tacos non hanno nulla di italiano eppure...beh ho parlato di passioni, quelle brucianti che animano personalità lucenti come quella di Francesco, e proprio grazie ai suoi amici messicani, emigrati come lui negli States, ha imparato ad apprezzare quei piatti al punto tale che ha deciso di rendere gloria alla tradizionale cucina mes- sicana.
Il Realmuto group non è altro che lo strumento attraverso il quale Francesco tiene in vita le proprie origini e annulla le distanze con l’isola, che resta la sua casa anche adesso dopo quasi quarant’anni.
E la sua sicilianità sta per esser al meglio espressa con la prossima creatura, un ristorante di cucina tradizionale dove si potranno gustare, tra le tante preparazioni, anche la pasta alla norma e il pane cunsato.
Qui in Sicilia prima del Covid tornava almeno due volte l’anno per ritrovare zii, cugini e vecchi amici, dai quali sembra non es- sersi mai separato. Oggi, con la crescita del gruppo, la sua presenza è necessaria dall’altra parte dell’oceano.
Tuttavia nulla è detto. Un’indole certamente meticolosa la sua, che gli ha permesso di far bene in ambiti sempre differenti e, ancora oggi, di essere protagonista in ognuna delle scelte delle sue cucine, dai collaboratori alle preparazioni.
Da uomo super indaffarato, Francesco è sposato, nel senso più letterale che riusciate ad immaginare, con il suo lavoro. Per questa ragione non ha avuto figli ma grazie alla sorella Maria è zio di due ragazzi: «Sono ancora impegnati nei loro studi ma da alcuni anni in estate vengono ad aiutarmi.
Voglio comunque che si sentano liberi di scegliere cosa fare nel loro futuro - riflette da lontano Francesco - Ovviamente sarei felice se un giorno volessero portare avanti ciò che ho creato».
E di progetti per il futuro ne ha davvero tanti, in primis quello di portare il brand in Sicilia e tornare alle ori- gini attraverso le sue bontà. Il marchio è già stato registrato in Europa per il suo simbolico rientro e chissà che non accada prima di quanto si immagini.
Quella fondata da Francesco è una realtà ormai importante in quel di Manhattan, che oltretutto in questi anni gli ha permesso di circondarsi di connazionali che ha inserito in base alle loro competenze in ognuna delle attività create, così da ottenere sempre il miglior risultato nelle preparazioni.
Una volta qualcuno disse che ci sono problemi che solo un caffè e un gelato possono risolvere, e la vita di Francesco Realmuto, con il suo lavoro degli ultimi vent’anni, ne è la più lampante delle dimostrazioni.
In Francesco però, la nostalgia di casa e una sana dose di golosità sono state fautrici di una tanto grande quanto meritata fortuna. Vent’anni fa ha lasciato il mondo dei preziosi per approdare in quello del gelato, a suo modo pregiato quanto quello dei diamanti che tagliava fino a quel momento.
Ne ha fatto davvero tanta di strada dalla fine degli anni ottanta ad oggi, a capo di un gruppo nel settore della ristora- zione che ha fondato a New York, e per il quale ha scelto di circondarsi di tante maestranze siciliane proprio come lui, originario di Baucina.
Francesco Realmuto nasce in provincia di Palermo nel 1969 e all’età di vent’anni, insieme alla sorella minore Maria, lascia la cittadina dell’entroterra siculo - la cui protettrice non ci sembra casuale sia Santa Fortunata - per raggiungere i nonni materni in America.
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Nel grande flusso migratorio tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento infatti, come tanti meridionali, vi si erano trasferiti insieme ai figli celibi.La madre di Francesco e Maria però, avendo già un suo nucleo familiare, era rimasta in Sicilia fino a quando i suoi ragazzi hanno deciso di raggiungere i nonni ed iniziare una nuova vita con maggiori possibilità di quelle che un borgo come Baucina potesse offrire loro nel 1989.
Già da giovanissimo Francesco pensava in grande ed era certo che la sua terra d’origine, per quanto la porti nel cuore ancora oggi, fosse troppo piccola per ospitare i suoi progetti.
Era il 1990 quando i suoi genitori, con la certezza che i figli fossero destinati a restare in America, li raggiunsero. Con un’età e prospettive di vita differenti incontrarono non poche difficoltà ad ambientarsi, ma la presenza di Francesco e Maria fece sì che New York pian piano divenisse casa anche per loro.
All’inizio dal suo arrivo Francesco lavorò nel campo dell’edilizia ma poi, come era facile intuire sarebbe stato per un giovane brillante come lui, arrivò il salto di qualità che lo fece approdare al mondo dei preziosi dove restò per oltre dieci anni come tagliatore di diamanti.
Vent’anni fa però, ancora un cambiamento, sempre di quelli netti ai quali Francesco è abituato... Ormai da tempo a Manhattan, da bravo siciliano "liccuso" - profondamente goloso per chi non conoscesse il termine - e nostalgico della propria terra, Francesco iniziava a sentire mancanza di un buon gelato.
Ben presto è approdata in lui la consapevolezza che per poterne gustare uno autentico, in un luogo e un’epoca in cui non si sapeva neanche cosa fosse, l’unica opzione fosse farselo da solo.
Il “pallino” della ristorazione del resto lo caratterizzava sin da piccolino, nonostante nessuno dei suoi familiari avesse mai lavorato in quel settore e si sia trovato a dover imparare da zero.
Eppure se glielo chiedete anche oggi, vent’anni di crescita e successi dopo, Francesco vi dirà che non aveva idea che sarebbe partito tutto proprio dal suo amato gelato: «Mi affascinavano tutti i concept della ristorazione - mi racconta Francesco al telefono - C’era la pizza, i dolci, i primi piatti e l’immancabile ospitalità a coinvolgermi, ma ci è voluta un po’ di sana incoscienza per farmi seguire quell’istinto in un momento in cui il mio lavoro tra i preziosi inziava ad annoiarmi».
Certo è che è passato da intagliatore di diamanti a maestro gelatiere, dopo anni di studio e difficoltà soprattutto all’inizio, quando ha dovuto concentrarsi nello studio grazie all’aiuto di maestri italiani.
Complesso è stato non solo imparare le tecniche di preparazione ma soprattutto educare il palato degli americani ad un prodotto totalmente nuovo per loro.
Oggi Francesco Realmuto gestisce il gruppo che ha fondato con ben cinque differenti realtà al suo interno. Ogni progetto, sin da quel primo “esperimento” riuscito della gelateria, nasce all’insegna della sua sicilianità e delle sue passioni.
Non deve infatti stupire che tra i brand fondati, tra il gelato, l’alta pasticceria, la pizza e a giorni la ristorazione tipica siciliana, abbia trovato spazio una taqueria.
Noterete giustamente voi che i tacos non hanno nulla di italiano eppure...beh ho parlato di passioni, quelle brucianti che animano personalità lucenti come quella di Francesco, e proprio grazie ai suoi amici messicani, emigrati come lui negli States, ha imparato ad apprezzare quei piatti al punto tale che ha deciso di rendere gloria alla tradizionale cucina mes- sicana.
Il Realmuto group non è altro che lo strumento attraverso il quale Francesco tiene in vita le proprie origini e annulla le distanze con l’isola, che resta la sua casa anche adesso dopo quasi quarant’anni.
E la sua sicilianità sta per esser al meglio espressa con la prossima creatura, un ristorante di cucina tradizionale dove si potranno gustare, tra le tante preparazioni, anche la pasta alla norma e il pane cunsato.
Qui in Sicilia prima del Covid tornava almeno due volte l’anno per ritrovare zii, cugini e vecchi amici, dai quali sembra non es- sersi mai separato. Oggi, con la crescita del gruppo, la sua presenza è necessaria dall’altra parte dell’oceano.
Tuttavia nulla è detto. Un’indole certamente meticolosa la sua, che gli ha permesso di far bene in ambiti sempre differenti e, ancora oggi, di essere protagonista in ognuna delle scelte delle sue cucine, dai collaboratori alle preparazioni.
Da uomo super indaffarato, Francesco è sposato, nel senso più letterale che riusciate ad immaginare, con il suo lavoro. Per questa ragione non ha avuto figli ma grazie alla sorella Maria è zio di due ragazzi: «Sono ancora impegnati nei loro studi ma da alcuni anni in estate vengono ad aiutarmi.
Voglio comunque che si sentano liberi di scegliere cosa fare nel loro futuro - riflette da lontano Francesco - Ovviamente sarei felice se un giorno volessero portare avanti ciò che ho creato».
E di progetti per il futuro ne ha davvero tanti, in primis quello di portare il brand in Sicilia e tornare alle ori- gini attraverso le sue bontà. Il marchio è già stato registrato in Europa per il suo simbolico rientro e chissà che non accada prima di quanto si immagini.
Quella fondata da Francesco è una realtà ormai importante in quel di Manhattan, che oltretutto in questi anni gli ha permesso di circondarsi di connazionali che ha inserito in base alle loro competenze in ognuna delle attività create, così da ottenere sempre il miglior risultato nelle preparazioni.
Una volta qualcuno disse che ci sono problemi che solo un caffè e un gelato possono risolvere, e la vita di Francesco Realmuto, con il suo lavoro degli ultimi vent’anni, ne è la più lampante delle dimostrazioni.
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