CULTURA
Cosa nasconde quel portale barocco: nella Palermo storica l'oratorio "segreto"
Colonne a spirale, lapidi, angeli in stucco e pietre preziose: all'oratorio dei santi Pietro e Paolo si entra da una gradinata in via Matteo Bonello, che costeggia la Cattedrale
Un particolare dell'interno dell'Oratorio dei santi Pietro e Paolo di Palermo
Ci si ritrova così davanti al magnifico portale barocco in pietra di tufo, intagliato su progetto dell'architetto Paolo Amato nel 1697-1698.
La nicchia sovrastante accoglie una statua dell'Immacolata con ai fianchi due cherubini.
Appena più in basso, due colonne a spirale decorate e, lateralmente, i Santi Pietro e Paolo. L'oratorio, anch'esso progettato da Paolo Amato, è adiacente a quello che fu l'ospedale di san Giacomo, destinato ai sacerdoti e convalescenti, sul luogo in cui si insinuavano in pendenza le acque del fiume Papireto.
Una volta entrati, si accede ad un locale nel quale, sul pavimento, si trovano delle lapidi sepolcrali e, a destra, ecco la porta che conduce all'oratorio, dominata dal busto di un'importante personaggio del clero. All'interno è un'esplosione di stucchi ad opera di Giacomo Serpotta e del suo allievo Domenico Castelli.
Le braccia unite della Vergine e del Cristo deposto, nel dipinto del Venusti, rappresentano la lettera H dell'Ecce Homo. Il prezioso tabernacolo è in tartaruga e lapislazzuli e tutto l'altare è cinto da una particolare ringhiera a marmi mischi con dei piccoli angeli che si alternano alle colonne.
Ai lati dell'altare una nota di orgoglio per la nostra città: i busti dei due papi palermitani, ovvero san Sergio papa e sant'Agatone papa.
La mano maestra del Serpotta si può riscontrare principalmente nei due grandi angeli che sorreggono i teatrini (contenenti rispettivamente la rappresentazione della consegna delle chiavi a san Pietro e della Conversione di san Paolo), che si trovano ai lati dell'arco che definisce l'altare maggiore.
Ma anche nel grande putto con la tromba sulla porta di accesso montante un'aquila, emblema della città. Sempre del Serpotta sono le opere della parete laterale destra raffiguranti Ercole che uccide il leone (stemma del quartiere Seracaldio in cui ricade l'oratorio) e, ancora, il riposo di Ercole.
Mentre in quella di sinistra si trovano le sue allegorie della Vittoria e della Verginità, fra le quali egli scolpì la sua firma: una piccola serpe.
La luce che proviene dalla grandi e alte finestre dà risalto a questo sorprendente e prezioso gioiello, che merita tutta la nostra attenzione. Con la speranza che i suoi ambienti vengano doverosamente preservati dalle insidie dell'umidità sempre all'attacco.
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