STORIE
Cosa ci fa un milanese a Filicudi: dai palazzi alla natura "per ritrovare una vita semplice"
Un noto gallerista d'arte che rinuncia alle comodità della sua città natale per spostarsi in una delle isole meno turistiche delle Eolie. Ecco la sua storia
L'opera "È un'isola" di Giovanni Gastel
Le coste di Filicudi sono di una bellezza ancora selvaggia e sono intarsiate da profonde grotte, impreziosite da magnifici faraglioni e caratterizzate da costoni a strapiombo sul mare. Quante volte, magari dopo faticose giornate lavorative, abbiamo pensato di trasferirci su un’isola solitaria? Ma c’è anche chi, oltre a pensarlo lo fa davvero.
Infatti, in questa piccola isola, che si staglia tra cielo e mare, ha deciso di trasferirsi uno dei più importanti galleristi d’Italia, Sergio Casoli, che recentemente qui ha aperto una galleria d’arte, fra le case di un pittoresco borgo di pescatori.
La storia di Casoli nasce a Milano, precisamente a corso Monforte 23, al piano terra di Palazzo dei Conti Cicogna Mozzoni, che oramai è divenuto uno spazio iconico perché ha una storia importante: dal 1952 al 1968 è lo studio dell’artista Lucio Fontana, il luogo in cui nascono tutte le sue opere.
Nel 1968 Fontana muore e lo studio viene chiuso, fino a quando nel 1985 la moglie dell’artista Teresita Rasini decide di affidarlo a Sergio Casoli, che si era distinto per l’amore che portava all’artista. Nasce così l’esperienza e la storia di Casoli all’interno degli ambienti artistici.
Nel 2001 Casoli decide di lasciare Milano per trasferirsi a Filicudi, nell’arcipelago delle Eolie. Il suo amore per l’isola lo induce a rilevare in loco, precisamente a Pecorini, la pensione La Sirena e il ristorante annesso insieme all’artista Maurizio Cattelan (che però lasciò la società nel 2012).
Continua comunque la sua attività nel campo dell’arte e nel 2006 cura la mostra Marcel Duchamp: una collezione italiana al Museo di Villa Croce a Genova, dove presenta l’allestimento, per la prima volta al pubblico, della collezione di Luisella Zignone dedicata a Duchamp.
Ci siamo chiesti cosa possa spingere un uomo, un professionista, un appassionato d’arte e amante del talento, a lasciare una grande città come Milano e a trasferirsi in una piccola isola silenziosa,
«Sono un po’ stanco delle comodità cittadine e della responsabilità etica del gallerista- rivela Casoli in un’intervista al blog locale “Stretto indispensabile” -.
La mia è una questione di consapevolezza. Il mondo sta cambiando e anche l’arte. Ho scelto Filicudi perché per me rappresenta l’Italia di quand’ero bambino: un’Italia semplice, rurale, con poco cemento intorno. Amo molto i terreni e le coltivazioni, anzi, penso che ne comprerò altri. Adesso “espongo’’ giare e gli strumenti del faticoso lavoro dei campi sul solaio della mia cucina».
Eppure l’amore per l’arte continua ad essere forte e, dopo aver lasciato la galleria inaugurata a Roma nel 2018 insieme a Mattia De Luca, Casoli decide di aprire un nuovo capitolo artistico della sua storia a Filicudi, luogo a cui è legato da decenni. Attualmente, la sua nuova avventura inizia con "Studio Casoli", la recente galleria d’arte ricavata in uno spazio annesso alla pensione La Sirena.
Filicudi è così sempre presente sullo sfondo della carriera di Casoli. Il nuovo spazio espositivo è stato pensato come luogo in cui accogliere artisti e sviluppare progetti specifici sull’arte.
Si tratta di una galleria aperta al pubblico da giugno a settembre che alterna la sua attività a residenze organizzate nei mesi restanti, per permettere agli artisti di operare fuori dai flussi turistici che affollano l’isola durante il periodo estivo.
Il nuovo studio di Casoli inaugurerà l’attività eoliana con la mostra dedicata a Giovanni Gastel, grande fotografo conosciuto a livello internazionale e scomparso nel 2020 per covid. Ancora una volta il tema centrale sarà la passione per Filicudi, infatti nella mostra, visitabile fino al 17 luglio, sono esposte fotografie di Gastel che ritraggono il fascino dell’isola, coi suoi colori, le luci paesaggi.
La mostra, “È un’isola”, rappresenta «un racconto, un diario di viaggio carico di ricordi e silenziosi paesaggi, al quale Giovanni affidava il suo sentire e i suoi pensieri», ci spiegano dalla galleria.
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Archivio Giovanni Gastel, consiste in una selezione di foto scattate con una Canon G 11 che immortalano l’isola così come Gastel la percepiva durante i suoi soggiorni prolungatisi oltre vent’anni.
Dopo questo omaggio dedicato al fotografo, la galleria entrerà nel vivo della sua attività legata al contemporaneo con la mostra del pittore britannico Peter Doig, che aprirà il 27 luglio e resterà visitabile fino al 10 settembre.
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