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Coronavirus, aperta la strada per il vaccino: speranze dagli Usa ma anche l'Italia c'è

Ecco cosa sta facendo la scienza per fermare l'ondata di contagi e come funziona il vaccino che è già nella prima fase sperimentale negli Stati Uniti d'America

Balarm
La redazione
  • 20 marzo 2020

foto Pixbay

Il fiato del mondo intero è appeso a un filo: è il filo della speranza per un vaccino che potrebbe porre la parola fine all'epidemia da Coronavirus.

Il mondo della scienza è al lavoro notte e giorno per studiare, provare e sperimentare l'antidoto che potrebbe salvare la vita a buona parte della popolazione.

E ora la strada verso il vaccino sembra essere più vicina. Stando alle cronache internazionali di questi giorni, infatti, c'è già un primo vaccino che è in fase di test sugli uomini. Il vaccino è stato prodotto negli Usa e, come riporta l'Ansa, testato su una cittadina residente a Seattle.

Nello specifico si tratta di un vaccino definito Rna messaggero creato sinteticamente. Non viene dunque usato il virus ma l'informazione relativa ai suoi geni. I tempi di risposta non sono immediati. Dopo una prima fase di test su alcuni volontari ci saranno altre due sessioni per verificare che sia efficace e che non abbia effetti collaterali. Infine ci vorranno tempi tecnici per la produzione dello stesso.
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Anche l'Italia vuole la sua parte: ci sono ben due progetti per la sperimentazione di un vaccino in Italia. Ma, in attesa del via libera, nello Stivale si lavora anche alla cura del Coronavirus. L'obiettivo generale è quello di affrontare il virus attraverso un sistema di farmaci e cure condiviso su tutto il territorio.

Si tratta di una corsa contro il tempo e senza frontiere. Anche Israele, ad esempio come pubblica Askanews, avrebbe detto di poter sviluppare il vaccino in poco meno di un mese.

Uno sforzo che lascia ben sperare in attesa che anche i farmaci facciano la loro. Gli annunci sono tanti, come quello del virologo francese che ha detto di aver trovato la cura. La verità è che ancora le prove non sono confermate dalla scienza e ci vorrà ancora tempo perché faccini e farmaci diventino una realtà per tutti.
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