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Conviene ai turisti, ma meno a noi: quanto costa andare al mare (in Sicilia) quest'estate

Le due facce dell'estate siciliana: più turisti attratti dai prezzi bassi ma meno spiagge libere e gratuite per i residenti. Il report di Federconsumatori svela i costi

Balarm
La redazione
  • 14 giugno 2024

La spiaggia attrezzata di Mondello

Fondali bassi, acque cristalline e lidi attrezzati. Arriva l'estate e le località balneari si riempiono di villeggianti e turisti: ma quanto costa andare al mare quest'anno?

Il report di Federconsumatori parla chiaro: il costo delle spiagge siciliane - anche quest'estate - è inferiore alla media italiana, ma i prezzi di lidi e servizi sono in aumento.

Nell'Isola il costo medio di un abbonamento giornaliero cresce del 12%, costa quindi circa tre euro in più. La postazione classica - due lettini e un ombrellone - costa in media 25,80 euro, mentre l'anno scorso si fermava a 23.

La media è stata calcolata mettendo insieme piccoli e grandi stabilimenti. In questi ultimi, la cifra si supera di gran lunga: basti pensare alla Società Italo-Belga di Mondello che, in alta stagione, affitta le sue postazioni a 32 euro al giorno (la media italiana è di 33,69 euro).

Cambia la situazione anche di provincia in provincia. Andare al mare costa di più nel Catanese, con 27 euro a postazione, mentre a Palermo il prezzo medio per una postazione classica è di 25,50.
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I rincari maggiori, però, non riguardano l'abbonamento giornaliero o quello stagionale, che comunque cresce dell'8,6 per cento, passando da 945 a 1.027 euro: crescono soprattutto i costi dei singoli ombrelloni, lettini e servizi.

Il costo del singolo ombrellone sale da 6 euro a 8,50 (più del 41,6 per cento), il solo lettino da 6,50 a 8,77 euro (35%), il noleggio del pedalò o del sup da 7,33 euro raggiungerà gli 8,17 (più 11,5 per cento).

«Già l'anno scorso - spiega il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa - eravamo preoccupati per i prezzi in crescita. Quest'anno non possiamo che essere ancor più preoccupati».

Ma i balneari sostengono che gli aumenti sono frutto dell'impennata dei costi: materiali, rifornimenti e materie prime rincarano e nei lidi sono costretti a rincarare i prezzi.

Sempre più spiagge "a pagamento"
La norma europea sulla concorrenza, che impone all'Italia di mettere a bando le concessioni balneari, quest'anno non sarà applicata.

La Regione - che in Sicilia è titolare della materia, a differenza del resto del Paese dove la competenza spetta ai Comuni - ha disposto una proroga fino al prossimo 31 dicembre.

Al Demanio Marittimo regionale, intanto, pendono oltre 6.000 richieste di nuove concessioni di strutture turistiche sulle spiagge.

L'anno scorso Federconsumatori Sicilia aveva chiesto molta attenzione alla questione della mappatura delle coste siciliane al fine di stabilire il numero e l'estensione delle concessioni da mettere a gara: «Temiamo - spiega La Rosa - ci siano sempre meno spiagge libere per le famiglie siciliane.

Sarebbe gravissimo, perché è vero che la Sicilia è una Regione a fortissima vocazione turistica, ma è anche vero che è abitata da 5 milioni di siciliani che hanno diritto ad andare al mare senza spendere troppo».

Nel maggio scorso Legambiente, che chiede da anni l'applicazione delle norme europee, ha impugnato il decreto regionale di proroga delle concessioni fino al 31 dicembre.

«È una proroga illegittima - ha scritto l'associazione ambientalista - in violazione delle norme europee e degli orientamenti giurisprudenziali sulle concessioni demaniali marittime, di tutela della concorrenza, dei diritti dei consumatori e della tutela dell’ambiente».

«Le spiagge sono un bene comune - sottolinea il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo - che non può essere sottratto alla collettività. Spesso gli stabilimenti balneari diventano veri e propri locali, anche notturni, che occupano il demanio tutto l'anno.

Sia la fruizione libera che la gestione da parte dei privati devono avvenire nel rispetto dei parametri ambientali e della sostenibilità».
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