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Con Suq. Magazine un gruppo di creativi racconta la Sicilia, quella timida e riservata

Un gruppo di creativi, fotografi e guide ambientali che, autofinanziandosi, si rivolgono principalmente a chi della curiosità fa il movente dei propri viaggi

  • 21 agosto 2018

Allegato e copertina di Suq. Magazine

Ogni tanto c’è chi alla Sicilia si ci dedica sul serio. Ed è quello che hanno fatto, e che continuano a fare, i ragazzi che compongono il team creativo di Suq. Magazine capeggiato da Francesco Cusumano, editore e direttore creativo.

Suq. (ecco dove trovarlo) è un ibrido editoriale tra il taccuino di viaggio e il libro fotografico e racconta di una Sicilia alternativa e timida, poco esposta e discreta, lontana dalle prime immagini che ti serve il web al solo digitare la parola “Sicilia”.

«Suq. è la Sicilia, quella mai raccontata - spiega Francesco - quella che trovi frugando tra ciò che conosci e ciò che non sai ancora, o che non ti aspetti, possa riservarti».

Prodotto nel buon vecchio formato rivista cartacea di 160 pagine a colori su carta uso mano da 140gr, il magazine offre visibilità a tutte le zone d’ombra della Sicilia, raccontando anche un’altra faccia dell’isola lontana dai soliti simboli dell’iconografia tradizionale e dagli stereotipi che, ormai da tempo, accompagnano la sua storia nel mondo.
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Il team organizzativo è composto un piccolo gruppo di creativi, fotografi e guide ambientali che, autofinanziandosi, si rivolgono principalmente a chi della curiosità fa il movente dei propri viaggi e a chi della Sicilia ha voglia di conoscere anche i lati più nascosti e non convenzionali.

«Quello che accomuna molti di noi è che vivendo all’estero nutriamo un po’ un sentimento di nostalgia, perché devi sapere che i siciliani hanno questo filo legato alla Sicilia per cui in qualche modo devi tornare, o con un progetto o con un’idea o con qualcosa - confessa Cusumano. E così è stato: il nostro desiderio come redazione è quello di contribuire a rilanciare un'immagine diversa della Sicilia».

Anche la scelta del nome Suq. rispecchia perfettamente il senso che sta dietro a questo progetto editoriale. «Il suq originale, autentico - continua Francesco - era un mercato di periferia, non centrale; e noi vogliamo spostare l’attenzione proprio sulla periferia delle cose. Palermo già si raccontava, Catania anche, noi volevamo raccontare tutto il resto. Il mercato poi è un luogo dove vai alla ricerca e a caccia di quella cosa che non sai nemmeno tu cos’è, ma che sei certo di trovare solo lì».

La rivista tuttavia è solo il punto di partenza di un progetto culturale a più larghe vedute e ben più ambizioso: il magazine, infatti, è solo l'inizio di quello che vuole diventare una start up con l'obiettivo di valorizzare il territorio e indirizzare le persone a un turismo più ragionato, meno superficiale e di nicchia.
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