PERSONAGGI
"Ci siddia" ma fa ridere (tutta) l'Italia: il fuoco sacro di Antonio Pandolfo, siciliano doc
Nel tempo lui è cresciuto insieme ai suoi personaggi, che lo hanno fatto conoscere al pubblico per la flemma morbida e nel contempo simpatica e divertente
Antonio Pandolfo
In qualsiasi luogo della Sicilia, che gira sia per passione che per lavoro, si sente a casa. Antonio è alcamese d'origine e palermitano d'adozione, infatti abita a Palermo «che negli ultimi anni è diventata anche più bella – afferma - ma sono Alcamese, questo è fuor di dubbio».
Da Alcamo inizia la sua attività teatrale a 16 anni con la Compagnia Piccolo Teatro di Alcamo, dove si fa notare per le sue capacità, e prende parte a vari progetti di autori come Pirandello, Martoglio, De Filippo e altri ancora. La sua grande sicurezza nell’interagire con il pubblico deriva dalla sua esperienza di animatore presso villaggi turistici, dove ha passato diverse estati.
Dal 1998 viene coinvolto da molte scuole siciliane per i laboratori teatrali con minori e disabili. Dopo alcuni anni intraprende gli studi teatrali e frequenta a Roma dei corsi presso l’Accademia Sharoff col (metodo Stanislawsky), lo studio di teatroterapia e diversi laboratori e seminari tenuti da diversi artisti: Emma Dante a Palermo (laboratorio di ‘mpalermu), Jango Edwards sulla clownerìe, Teatribù di Milano sull’improvvisazione teatrale e pure un seminario sul metodo Strasberg con una insegnante dell’Actor’s Studio di New York: l’attrice Marylin Fried.
Nel tempo lui è cresciuto, insieme ai suoi personaggi, che lo hanno fatto conoscere al pubblico e lo caratterizzano per una particolare connotazione di flemma morbida e nel contempo simpatica e divertente.
Una delle sue sortite cabarettistiche conosciuta al pubblico è quel "mi siddia..." pronunciato con quel tono annoiato del siciliano medio, con l'aggiunta della personale caratterizzazione di un personaggio che potrebbe essere il vicino di casa senza alcuna propensione per il lavoro.
Pandolfo, infatti, è un attore, cabarettista, con una comicità innata ed immediata, capace di creare personaggi unici e tipici con storie strutturate con impalcature resistenti.
I suoi spettacoli, alcuni scritti da lui stesso, attirano pubblico e consensi.
La sua attività non investe solo il cabaret e il teatro, ma ha ottenuto, nel tempo, molti ruoli televisivie cinematografici, come nel 2004 – “Ciak si ride” – Teleregione Forlì con Pippo Santonastasio, nel 2005 ad oggi, “INSIEME” su Antenna Sicilia, 2012 – Fiction “Squadra antimafia 4” – mediaset, 2011 – Fiction “Il giovane Montalbano” 5a puntata – regia G. M. Tavarelli – Palomar, rai, 2017 – film RAI “La Mossa del Cavallo” – regia Gianluca Tavarelli – Palomar – ruolo Padre Carnazza, 2022 – serie tv “MAKARI 2” – regia Michele Soavi – Palomar. Per il cinema: nel 2008 – “La matassa” di Ficarra e Picone, 2017 – “L’Ora Legale” di Ficarra e Picone – 2018 – “La Fuitina Sbagliata” dei Soldispicci – 2022 “Chi non muore si rivede” – di Giovanni Cangialosi e tanti altri successi, con alcune sorprese per il prossimo futuro.
Antonio ha a cuore la sorte dei suoi giovani colleghi, infatti, se dovesse dare dei consigli ad un giovane che oggi desidera intraprendere questa carriera, consiglierebbe di evitare le formazioni accademiche, perchè il mercato e l'evoluzione delle figure professionali dello spettacolo hanno reso, probabilmente, inutili le formazioni accademiche,
«Forse oggi conviene di più fare l'influencer o il webcreator – afferma - e poi da lì si arriva a fare anche i film, ma la dignità ed un certo senso civico ed etico mi impongono di suggerire di studiare.
Il vero teatro e il vero lavoro sull'attore e sul personaggio, parte da se stessi, si ottiene studiando e formandosi. È importante alimentare quel "fuoco sacro" altrimenti... influencer.
I greci chiamavano questa fiamma interna con il nome di daimon. Se scopri qual è il tuo daimon, se vivi per renderlo manifesto, raggiungi la felicità. Questo perché hai compreso il tuo punto di realizzazione personale, su qualsiasi idea, lavoro ed aspirazione.
Vorrei associare anche il concetto di “katà métron” che vuol dire “secondo misura” riconosciamo i nostri limiti che non sono i nostri confini.
A prescindere, suggerisco una buona formazione sulle lingue straniere, dato che le produzioni internazionali sono in grande crescita, e poi studiate e viaggiate, tutto il resto non serve" Antonio Pandolfo, infatti, da ragazzo desiderava viaggiare e trovare l'anima gemella.
Adesso si sente appagato, fa un lavoro che lo diverte, diverte anche gli altri, e quando può viaggia. Per il resto... Antonio, mi ha confidato che continua la ricerca della persona giusta per lui.
Se dovesse dare, infine, un consiglio al ragazzo che era, per rendere più agevole il suo personale percorso artistico, Antonio direbbe: «Hai fatto quello che hai potuto e con le sole tue forze. Eri solo, non puoi rimproverarti nulla, devi volerti bene. Abbraccia i tuoi genitori ogni volta che puoi, finchè ci sono e di loro che li ami».
Antonio è molto legato alla sua famiglia, agli amici e ad Alcamo che ama visitare, quando può. Non dimentica che è «nato cresciuto e pasciuto tra maccarruna e cassateddi, con le serate in piazza, l'oratorio, una chitarra e gli amici di Alcamo, che sono come dei fratelli».
Ed è con questi principi e con i valori di appartenenza alla famiglia, alla comunità nella quale è cresciuto, di lealtà verso gli amici e l'amore per il suo territorio, che Antonio Pandolfo porta il suo valore aggiunto nelle sue trasferte professionali in giro per l'Italia, tenendo alto il nome della Sicilia.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI
-
ITINERARI E LUOGHI
È uno dei più alti in Europa: dov'è (in Sicilia) il ponte "vietato" a chi soffre di vertigini
-
ITINERARI E LUOGHI
La chiamano Tahiti ma si trova in Sicilia: un paradiso di acque rosa e tramonti pazzeschi