Ci rendiamo conto che è a pezzi oppure no? Villa Di Napoli è di tutti e di nessuno
Nel 1921 la famiglia la cede allo Stato: oggi appartiene alla Regione, all'Orchestra Sinfonica e alla Soprintendenza ma nessuno se ne vuole (o se ne può) occupare

Villa Napoli a Palermo
Parliamo di villa Di Napoili, nell'antico parco del Genoardo che ingloba la Cuba soprana (a distinzione della Cuba sottana, in corso Calatafimi), e che si trova in via Michele Titone con un secondo accesso retrostante in via Francesco Speciale. Oggi conserva un aspetto imponente con il suo doppio scalone per l'accesso al piano nobile, nonostante sia decisamente in abbandono.
Immersa tra palazzoni moderni si distingue ancora la facciata settentrionale, molto bella con i suoi decori in stile barocco, resta la cappella intitolata a Santa Rosalia che reca bellissimi affreschi di Vito D'Anna e tutto intorno il giardino all'italiana è rigoglioso, strutturato in alcune sue parti come giardino "romantico" (o all'inglese).
La cronaca vuole che i lavori di ristrutturazione sono stati messi in opera l'ultima volta nel 1991: adesso il bene risulta preda dell'incuria anche per via dell'esistenza di una querelle fra la Regione ed un altro comproprietario, la Foss (Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana).
Come si presenta: all’esterno la troviamo in gran parte privatadegli intonaci e degli infissi, all'interno troviamo importanti lesioni alle pareti, infissi devastati e sono stati asportati pavimenti, in particolare - ovviamente - quelli in maiolica.
Come accade tutto ciò? Come già detto, la Regione lo "condivide" con la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana avendo passato alla Fondazione la proprietà nel 2007 ma anche la Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo ne è proprietaria: possiede alcune particelle catastali.
Da qui il rimbalzo di responsabilità su chi debba occuparsi della villa provvedendo (almeno) ai lavorti di messa in sicurezza di un lupgo che nel 2011 è anche stato sequestrato cautelativamente dai carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio artistico per evitare i continui saccheggi.
Come riporta Il Fatto Quotidiano è stato anche perso un finanziamento da oltre un milione di euro a causa della sitiazione per nulla chiara.
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