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Ci guarda "dall'alto", sorge accanto a un labirinto: la chiesetta (da scoprire) in Sicilia

Da qui si scorge una meravigliosa vista. Quando non c'è nessuno e si cammina nella pineta attorno all'edificio si respira un profondo senso di bellezza e di pace

Antonino Prestigiacomo
Appassionato di storia, arte e folklore di Palermo
  • 18 giugno 2024

La Chiesa della Madonna dall'Alto di Mazara del Vallo (foto da Wikipedia)

Mentre camminavo sulla strada statale 115 di Mazara del Vallo, che ad un certo punto si trasforma in via Giovanni Falcone, ho notato una assolata chiesetta su una collina, nonostante mia suocera mi intimasse di non distrarmi dalla guida onde evitare di fare un incidente.

In effetti la carreggiata è stretta e a doppio senso di marcia, ma penso che la beneamata me l'avrebbe intimato anche in una strada nel deserto, per fortuna sua figlia se la rideva e anch'io ma solo da mezzo profilo per evitare di essere visto. Non frequento spesso la zona, perciò non conoscevo la chiesetta, ma affascinato dal sito, ho voluto leggerne la storia e poscia trascriverla.

Il luogo di culto è noto come Santa Maria dell'alto o Madonna dell'Alto (perché posta su di una collina dalla quale si può guardare la città di Mazara) o ancora conosciuta come Santa Maria delle giummare, spesso confusa con l'omonima chiesa di Sciacca.

Il termine dialettale giummara pare derivi dall'arabo "gemmar" col quale si indica una specie di palma conosciuta scientificamente come Chamerops Humilis e con le foglie della quale le contadine nei tempi passati ricavavano utensili per la casa come "stoie, corbe, scope," corde ecc. La contrada dunque dovette prendere il nome da una cospicua presenza di tali palme tra l'altro ancora presenti.
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Nonostante il luogo sembri abbandonato visto dalla strada, dalla quale si notano anche vari ruderi diroccati probabilmente risalenti al periodo del terremoto del 1968, scalando una piccola erta incolta (via Giuditta d'Altavilla) con scale scolpite nella naturale pietra d'arenaria e levigate dal tempo, si accede ad uno spiazzale curato ove è collocata la chiesa con annesso convento di origine basiliana.

«La chiesa era annessa ad un convento basiliano, che la tradizione attribuisce al periodo della Contea, ponendola tra le fondazioni della contessa Giuditta, figlia del Gran Conte, morta intorno al 1136. Il primo documento che riguarda la chiesa è probabilmente del 1144. La chiesa subì svariate trasformazioni e manipolazioni (sec. XIV-XVI-XVII), specialmente nel passaggio dai basiliani ai benedettini prima e da questi ai Cavalieri di Malta poi, sino ad arrivare ai recenti restauri».

Sebbene la fondazione della chiesa secondo Rocco Pirri sia da ricondurre al periodo Normanno del Gran Conte Ruggero non esiste materiale di archivio a supporto, tuttavia la studiosa Maria Rosa Montalbano ricorda che «Il De Simone ne ipotizza la costruzione attraverso l'inglobamento di un'antica torre di avvistamento araba, in parte individuabile, ancora oggi, in alcuni elementi architettonici della struttura come una scala a chiocciola».

Superato un portico di ingresso con un'apertura centrale ad arco semi-acuto, volta a crociera e altre due aperture laterali, forse rimanenze di un più vasto loggiato, la chiesa si presenta con un'unica navata divisa da tre campate ad archi trasversali e volte a botte estradossate.

«Probabilmente l'ultima di queste volte confinava con il muro di coronamento che doveva contribuire a sostenere anche una probabilissima cupoletta a sesto rialzato, antistante la conca absidale che oggi è quasi totalmente distrutta».

Nell'abside sono riconoscibili anche tracce di affreschi originari nei quali si riconoscono San Basilio e San Giovanni Crisostomo. La madonna con bambino collocata in una nicchia nella parete absidale è una pregevole opera realizzata nel 1575 da Giacomo Castagnola.

Il sito religioso è ameno e vi si può ammirare una meravigliosa vista. Quando non c'è nessuno e si cammina nella pineta attorno all'edificio si respira quello che ognuno di noi agogna in cuor suo: la pace.

Sembra che i suoni della natura invitino all'ascolto e al silenzio, vi si avverte una certa spiritualità suggellata dalla bella visione, sul prato nel lato sinistro della chiesa, di un labirinto unicursale che rimanda alla ricerca e, quindi, a Dio. Il culto della Madonna nella chiesa è ancora oggi praticato e nella notte tra il 14 e il 15 di agosto, per l'Assunzione, vi si va in pellegrinaggio.

(Per approfondimenti leggi La Madonna dell'Alto o Santa Maria delle Giummare in Mazara del Vallo di Francesco Tummarello in Nuove effemeridi Siciliane 1876 vol. 3 - 4; Italia romanica, La Sicilia; Intorno al culto della Madonna dell'Alto: appunti su un documento inedito di Maria Rosa Montalbano)
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