CRONACA
Case a un euro nel paesino cinquecentesco: l'idea di un Comune di montagna in Sicilia
Lercara Friddi è nota anche per aver dato i natali al famigerato gangster Lucky Luciano, e per essere il paese d'origine del ramo paterno di Frank Sinatra
La chiesa madre di Lercara Friddi intitolata a Maria Santissima della Neve
Nasce sotto questo Comune denominatore il progetto "Lercara Friddi case a 1 euro". Su indirizzo dell’amministrazione, il consiglio comunale ha firmato il regolamento. Le intenzioni dell’amministrazione sono infatti quelle di voler programmare interventi finalizzati al recupero del centro storico, dell’edilizia locale delle attività turistico-ricettive e di quelle commerciali.
«Allo stesso modo si intende favorire tutti coloro i quali proprietari di immobili spesso in disuso e che manifestano la volontà di disfarsene, anche a causa del peso fiscale», spiega in una nota il sindaco Marino.
I soggetti coinvolti sono i proprietari succitati e chiunque fosse interessato ad acquisire e a ristrutturare un immobile. Due i principali obblighi del venditore che vorrà aderire all’iniziativa e saranno quelli di presentare formale dichiarazione con la quale intende aderire a tale iniziativa ed essere proprietario dell’immobile.
Il Comune si occuperà della divulgazione e della promozione dell’iniziativa, nonché a far incontrare domanda e offerta. Inoltre lo stesso Comune potrà anche acquisire al patrimonio comunale immobili che ne abbiano i requisiti e cederli alla cifra simbolica di 1 euro.
«Intendo ringraziare per il lavoro svolto gli assessori Caltabellotta e Rotolo, gli uffici e i consiglieri che hanno collaborato - continua Marino - Tale iniziativa è fondamentale per il recupero del nostro centro storico e per dare nuova energia alla nostra economia, sarà un lavoro difficile e complicato ma non possiamo più rimandare l’applicazione di soluzioni non ordinarie per combattere con tutte le nostre energie lo spopolamento e l’impoverimento della nostra terra».
I consiglieri del gruppo consiliare «Viviamo Lercara» Salvatore Pirozzo, Daniela Gargano, Katia Gallina e Luca Seminerio rispondono in maniera polemica a quanto annunciato dalla maggioranza. «Premesso che Lercara vive un processo di spopolamento e abbandono sempre più forte, si moltiplicano le case abbandonate e fatiscenti nel centro storico e non solo - scrivono -, per evitare la morte della nostra cittadina si ritiene indispensabile avviare una strategia di ripopolamento che ponga in essere una serie di interventi virtuosi.
Sono numerosi i Comuni che avviando il progetto case a 1 euro hanno rianimato il mercato immobiliare, promuovendo anche la nascita di attività turistiche, attivando l’economia di tutta la zona interessata, attraverso il progetto case a 1 euro”gli acquirenti dovranno assumere l’impegno di effettuare gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione entro un tempo massimo, assoggettando il loro impegno alla costituzione di una fidejussione a favore del Comune che garantisca sull’impegno a realizzare gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione».
Il centro sorge alle falde del colle Madore, al centro della via regia che congiungeva Palermo e Agrigento.
Fu fondato nel feudo Friddi, in prossimità di un preesistente fondaco (luogo di sosta e di scambio), dal nobile spagnolo Don Baldassare Gomez de Amescua, giureconsulto a Palermo (discendente per via matrimoniale della nobile famiglia Ventimiglia perchè genero di Lionello Lercara, che era stato investito della baronia di Lercara, costituita dai feudi Friddigrandi e Faverchi già dal 1572) con licentia populandi del 22 settembre 1595 nell'ambito delle 150 città nuove volute dal regno spagnolo.
Il feudo fu noto a tutti con il nome di "Arcara" fino alla fine del Seicento, quando si avvertì l'esigenza di aggiungervi l'appellativo Friddi per distinguerlo da un centro della Val Demone: Alcara li Fusi. All'inizio del XIX sec. l'estrazione dello zolfo assunse un'importanza fondamentale per la storia economica del paese, per via delle numerose miniere presenti nel territorio, così il Comune di Lercara divenne quindi il più importante centro del bacino zolfifero della Sicilia settentrionale, fino a quando dopo il secondo conflitto mondiale le miniere furono chiuse.
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