FOOD & WINE
Capperi che traguardo: quelli delle isole Eolie gireranno il mondo con il marchio DOP
Riconoscimento istituzionale per uno dei simboli culinari delle isole Eolie, un'occasione in più per certificare le bontà di Sicilia e potenziare le esportazioni di questo prodotto
Il cappero di Salina
Accogliendo l’istanza di riconoscimento della denominazione di origine protetta presentata dall’associazione Cappero delle Isole Eolie, il ministero delle Politiche agricole e alimentari ha pubblicato il decreto sul riconoscimento del marchio DOP per i capperi delle Eolie, aprendo così la strada anche per questi piccoli gioiellini verdi fra i prodotti siciliani certificati secondo i disciplinari DOP e IGP.
Dalla domanda di registrazione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea lo scorso 28 novembre, è iniziato il conto alla rovescia per la scadenza del termine di tre mesi (90 giorni) per la presentazione di eventuali ricorsi in opposizione, decorso il quale se tutto procederà senza intoppi, entro il prossimo marzo 2020 sarà ufficiale la certificazione Dop dei capperi delle Eolie.
La zona geografica di produzione e di confezionamento del prodotto a denominazione di origine protetta (DOP) "Cappero delle Isole Eolie" è identificata all'intero territorio del Comune di Lipari comprendente le isole di Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Panarea, Stromboli, e dei Comuni di Santa Marina Salina, Malfa e Leni nell'isola di Salina, in provincia di Messina.
La specificità del "Cappero delle Isole Eolie" è legata alla combinazione tra fattori naturali quali il clima, l'umidità del suolo, il terreno e fattori umani che hanno definito le modalità operative e produttive della cappericoltura eoliana. Nella Gazzetta Europea infatti si legge: “La denominazione di origine protetta "Cappero delle Isole Eolie" designa i "capperi" intesi come boccioli fiorali ed i "cucunci" intesi come frutti, della specie botanica Capparis spinosa, subsp. spinosa e subsp. inermis, inclusi i biotipi Nocellara, Nocella e Spinoso di Salina immessi al consumo "al sale marino" o "in salamoia".
E ancora: «L'areale in cui viene coltivato il "Cappero delle Isole Eolie" è totalmente distaccato dal contesto cappericolo regionale. I capperi, infatti, crescono e si sviluppano su suoli di origine vulcanica che hanno una grande potenzialità agronomica, sia per loro tessitura sia per la loro ricchezza in minerali.“La combinazione tra le condizioni pedoclimatiche, irripetibili in altri areali, e la tradizionale tecnica di coltivazione del "Cappero delle Isole Eolie" costituisce un legame causale e indissolubile tra la zona geografica e le caratteristiche del prodotto».
Il consorzio eoliano è composto da una sessantina di aziende che operano in tutte le sete isole dell’arcipelago delle Eolie e il disciplinare consentirà di coltivare capperi in tutte le sette isole, nell’intento di unire le forze isolane. La produzione di capperi si attesta sulle 600/700 tonnellate all'anno e circa la metà, in questo momento, provengono da Salina. La certificazione dei capperi e quindi i relativi controlli sul rispetto del disciplinare, saranno affidati all'istituto zooprofilattico di Palermo.
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