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C'è chi se ne va (ma poi ritorna): Mimma, che a 51 anni insegna nella "sua" Palermo

Questa è la travagliata storia di Mimma, palermitana di cinquantuno anni che, oltre vent’anni fa, si è trasferita in Germania, dove è rimasta a vivere fino al 2016

Sara Abello
Giornalista
  • 20 febbraio 2024

Mimma Pinsino

«Mi piace pensare che la mia terra mi abbia accolta nuovamente nel suo grembo perchè non appena sono tor- nata non ho avuto alcuna difficoltà a reinserirmi dal punto di vista lavorativo e degli affetti».

Tra le tante storie di chi va, ve ne sono altre, altrettante ricche e meritevoli di attenzione, che coinvolgono tutti coloro che invece tornano. La Sicilia infatti non è soltanto punto di partenza ma anche approdo per tanti ritorni a casa. Questa è la travagliata storia di Mimma, palermitana di cinquantuno anni che, oltre vent’anni fa, si è trasferita in Germania, dove è rimasta a vivere fino al 2016. Andiamo un passo per volta.

Diploma al liceo artistico, laurea in scenografia conseguita all’accademia di belle arti di Palermo, le grandi passioni di Mimma sono da sempre il teatro e la fotografia.

Appena conclusi gli studi riesce a lavorare per un po' come scenotecnico per un’associazione che organizzava ogni estate un festival a Palermo, durante il quale venivano portate in scena opere liriche poco note al grande pubblico. Nella quotidianità di questa bella ventenne inoltre ci sono stati alcuni lavori per altre piccole produzioni teatrali e quello di restyling di arredi.
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Tante attività con la voglia di affermarsi professionalmente, sempre alla ricerca di un’indipendenza economica che le consentisse, come sognano tanti giovani, di "evadere" dal contesto familiare e avere una piccola casa per conto suo.

Tra le varie produzioni con cui collabora a Palermo, ad un certo punto ne arriva una con sede a Monaco di Baviera.

Lì il regista apprezza da subito il modo di lavorare di Mimma che, a suo dire, le avrebbe concesso di trovare sicuramente un’occupazione proprio in Germania. Pian piano inizia così a prendere lezioni di tedesco da un’insegnante madrelingua a Palermo e, proprio tramite lei, si iscrive ad un corso estivo di perfezionamento della lingua: un lungo viaggio in treno per raggiungere la Germania che ancora oggi, dopo tutto questo tempo, ricorda bene.

Sul finire di quel corso, durato circa un mese, legge un’inserzione su un giornale in cui viene offerto un lavoro come baby sitter che subito ottiene. I genitori ovviamente erano increduli e disperati perchè quel mese di vacanza studio si è di lì a poco trasformato in un trasferimento definitivo. Il lavoro infatti dura appena due mesi perché, a causa di problemi di salute che l’hanno persino costretta in ospedale, viene licenziata.

In concreto però questa esperienza dà avvio alla sua vita in Germania senza più tornare a Palermo se non per brevi periodi di vacanza.

Mimma è una donna che non molla, quindi nonostante le difficoltà non ha mai contemplato un ritorno, l’avrebbe fatta sentire "perdente"...e poi grazie alla sua perseveranza è riuscita a trovare un lavoro come insegnante di italiano in scuole comunali di Monaco. Sempre contratti a termine come libero professionista che le impedivano di avere un’assicurazione sanitaria e i contributi lavorativi ma, finalmente lontano da casa e autonoma, seppur con tanti sacrifici, resiste.

A Monaco di Baviera le promesse di quel regista di inserimento nel mondo cinematografico o teatrale, sfumano d’improvviso.

Dopo l’impatto iniziale euforico per quell’indipendenza tanto desiderata e certamente più facile da raggiungere lontano dalle ali protettive della famiglia, con una visione solo di tutti quei lati positivi di cui sentiamo parlare martellatamente: servizi, rispetto per l’ambiente e una civiltà ben lontana da quella palermitana, Mimma con gli anni inizia a scorgere quanto si trattasse solo di bagliori iniziali, perchè la realtà quotidiana, per lei almeno, è stata ben diversa.

Tanti colloqui sostenuti con bozzetti sotto braccio non l’hanno introdotta nel mondo che sperava, e per oltre dieci anni la sua professione è stata quella di insegnante di italiano, senza mai avere una reale soddisfazione umana, professionale ed economica. Nel frattempo conosce quello che successivamente sarebbe diventato suo marito e la sua vita subisce un ulteriore mutamento.

Lui non apprezzava l’idea che lei lavorasse e, quando per la professione del marito è stato d’obbligo trasferirsi a Francoforte, Mimma ha subito una sorta di shock culturale. Una città diversa dal punto di vista architettonico e urbanistico oltre che umano.

Se a Monaco nel tempo si era sentita accolta, a Francoforte invece l’atteggiamento verso gli stranieri era, almeno all’epoca, ben diverso, così che non si sia mai sentita veramente integrata.

Non lavorare non l’ha aiutata in questo processo e la solitudine era tanta. Impossibile stabilire nuove amicizie per lei che non si è mai voluta chiudere in un cerchio di soli italiani emigrati.

Quando nasce nel 2010 il suo bimbo poi questa sensazione aumenta per la lontananza dalla famiglia. Per fortuna Mim- ma però è sempre stata una donna dalla grande forza d’animo, così pian piano, attraverso i social, riprende le fila dei rapporti amicali con tutte quelle persone che aveva lasciato in Sicilia: un piccolo sollievo che la riporta almeno con la mente a casa.

Nei primi anni di vita del figlio infatti tornava solo raramente a Palermo per le difficoltà di viaggio con un bimbo piccolo. Dopo poco, il suo matrimonio finisce per le differenze culturali che si manifestano proprio nella crescita del loro unico figlio e lì, ovviamente, Mimma sente il bisogno di tornare a Palermo.

Nulla è facile e iniziano le beghe legali per l’affidamento del bambino. Ciò ovviamente le impedisce di viaggiare e inizia una vera e propria guerra che neanche nei peggiori film di Hollywood.

Purtroppo l’atteggiamento nei confronti di questa madre italiana, anche in sede legale, ha complicato le cose come se il bambino, in quanto figlio di un tedesco, appartenesse a quella terra.

Mimma perde la causa ma ha la possibilità di tornare in Italia con il bambino in diritto di visita e inaspettatamente, con il ricorso, la situazione si ribalta e ottiene l’affidamento. Ad inizio di luglio del 2016 mamma e figlio ritornano definitivamente a Palermo e, dopo qualche mese, Mimma inizia a lavorare in una scuola di avviamento professionale.

Successivamente, avendo nel frattempo maturato esperienze, con la riapertura delle graduatorie inizia un lungo periodo di supplenze nelle scuole pubbliche. Dallo scorso anno è stata assunta di ruolo come docente di disegno e storia dell’arte in un liceo scientifico proprio di Palermo e ogni cosa sembra essere tornata al suo posto.

Quello che forse avrebbe sempre dovuto avere. Dal rientro a casa, Mimma non ha mai avuto difficoltà a reinserirsi, riprendendo contatti con le vecchie amicizie e creandone di nuove.

Per i primi tre anni è vissuta nella casa di famiglia dove anche il figlio ha potuto respirare le sue radici, per poi prendere un appartamento solo per loro due. Da poco vivono entrambi nella casa del nuovo compagno di Mimma e le loro vite procedono serenamente.

Il ragazzo, ormai prossimo ad iniziare il liceo, ama Palermo e non ha mai subito il cambiamento, nonostante Germania e Sicilia siano due mondi ben distinti.

Qui poi ha potuto realizzare il suo desiderio di stare con la madre, acuito da quell’infanzia un po' complicata dalle scelte del padre e dalle leggi tedesche.

Il rientro in Sicilia, oggi che sono passati quasi otto anni lo può affermare con certezza, per Mimma è stato davvero felice e senza mai pentimento, se non, forse, quello di essere partita la prima volta.

Anche se... «sono consapevole - dice - che la Germania mi abbia dato il gioiello più prezioso che possiedo, mio figlio»...cuore di mamma! Il futuro per Mimma e la sua famiglia è ormai qui indubbiamente: ha un lavoro fisso e un compagno.

Tutti elementi che non la fanno pensare altrove. Un’esperienza all’estero che almeno a lei è servita a ritrovare le sue radici, perchè se è vero che le piaccia imbattersi in altre culture, di sicuro ormai preferisce farlo da turista.
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