FUORI DALL'ISOLA
Memoria della Sicilia e “Dovere di Cronaca”
Dai morti di mafia, ai bambini sfrontati dei vicoli della Kalsa. Dai comitati dei lenzuoli, alle giovani madri, icone di una terra dolente. Fino al 14 maggio a Roma nell’ambito del Festival di fotografia, la mostra “Dovere di cronaca” – all’Istituto Nazionale per la Grafica, Calcografia, Via della Stamperia, 6 (nei pressi della Fontana di Trevi); orario da martedì a domenica dalle 10 alle 19; biglietti intero 6 euro, ridotto 4 euro; info 06.69980257 - racconta attraverso gli scatti di Letizia Battaglia e Franco Zecchin un pezzo di storia della Sicilia. E' un racconto per immagini degli anni (dal 1975 al 1993) in cui la criminalità organizzata in Sicilia sparava ancora, e tanto.
“Abbiamo contato fino a cinque omicidi al giorno” ha raccontato tante volte Letizia Battaglia parlando del periodo in cui, insieme a Zecchin, tutti i giorni saliva sulla Vespa e correva per le strade di Palermo a documentare la guerra di mafia per conto del quotidiano “L'Ora”. Sono frammenti di vita concitati quelli fermati da Battaglia e Zecchin. Uomini colpiti dalle pallottole nelle proprie auto o nelle bettole della Vucciria. Perché alla mafia si erano ribellati, o perché non ne avevano rispettato le regole. E, sempre presenti, in questi scatti, le donne e i bambini. Madri, mogli e sorelle disperate, urlanti un dolore al quale difficilmente sanno dare una spiegazione. E bambini pensosi ad osservare precocemente una morte che fin da subito insegna cosa fare e cosa no a Palermo: quando devi parlare e quando devi “stare muto”, altrimenti “ti ci fanno stare gli altri”.
Poi, di recente, il silenzio. La mafia non spara più e diventa sempre più difficile contrapporsi pubblicamente ad essa, ed anche, fotografarla. Tutto in apparenza è pacificato. E' forse per questo che sia Letizia Battaglia che Franco Zecchin lasciano Palermo. Che scatti fare in una città in cui regna la calma piatta? Ma la Sicilia è terra di contraddizioni, e nel bel mezzo della pax mafiosa spuntano i ragazzi di Libera Terra, che coltivano i terreni confiscati ai boss, e quelli di Addiopizzo, che sostengono i commercianti che si ribellano alle estorsioni. Forse ci sono nuovi fermenti nella società civile siciliana, forse c'è bisogno che nuovi scatti li raccontino. Chi lo sa, forse è per questo che Letizia l'anno scorso è ritornata.
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