LE STORIE DI IERI
La storica <i>servitus</i> che non serve più a nessuno
A piazza Indipendenza (Palermo) c’è come una gran finestra di pietra che s’apre nella fitta cortina edilizia che da Porta Nuova sale fino alla Rocca di Mezzomonreale. Ad alcuni dà l’impressione di non essere altro che uno degli squarci aperti nel tessuto urbano dalle bombe dell’ultima guerra. Ma la verità di fondo è ben diversa. Perché, invece di testimoniare dell’ umana barbarie, quel varco – ora malamente occultato da una lunghissima bancarella piena di paccottiglia cinese – è un esempio di civica sensibilità d’altri tempi. Testimonianza d’un patto di concordia non più attuale, decaduto come il latino che nei manuali di diritto privato lo individua con un ostico: “Servitus altius non tollendi”. Insomma, quella gran “finestra” non è altro che la stessa dalla quale per merito del nostro municipio poteva affacciarsi ogni palermitano del 1872, per ammirare uno dei panorami più belli della Città. Una distesa di coltivazioni verdi e ben curate che seguitavano a perdita d‘occhio sulla depressione del Papireto e di Danisinni per fondersi infine con le montagne e il mare di Sferracavallo. Oltre la sella che la natura aveva aperto tra le colline ora sfregiate dall’abusivismo. Era successo infatti che il sindaco dell’epoca – l’illuminato Domenico Peranni di cui alla malandata omonima piazza - colpito dalla bellezza di quel panorama aveva stipulato un patto piuttosto oneroso con i coniugi proprietari del terreno edificabile sottostante. Per intenderci quello nel quale ora si apre un certo cortile Criscione che, come l’infame “Cascino” di mezzo secolo fa, tornerebbe a impressionare parecchio un redivivo Danilo Dolci. Ciò perché non resta traccia della magnifica vista che l’antico primo cittadino cercò di non far venire meno ai palermitani, offrendo appunto ai citati possidenti parecchio denaro al fine che si obbligassero a non sopraelevare, o quanto meno a non costruire abitazioni che superassero il livello della attuale spalletta del marciapiede che frana lentamente nel citato slargo sterrato.
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