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Fuori Binario, un giornale diverso

  • 16 maggio 2005

Questa volta, “Fuori dall’Isola”, si occupa di un altro “fuori da”. Di uno spazio-non spazio, contenitore di idee, voci (qualche volta grida), informazioni ma soprattutto di parole calde capaci di aiutare quanti hanno bisogno, oltre che di fatti, proprio di parole amiche, per uscire dal disagio nel quale si trovano. Parliamo di “Fuori binario – giornale di strada dei senza dimora” mensile autofinanziato e autogestito pubblicato a Firenze, di proprietà dell’Associazione “Periferie al Centro”, e aderente alla Federazione dei Giornali di Strada (di cui è parte anche l’omologo “Piazza Grande” edito a Bologna). “Fuori binario” è distribuito in cambio di un’offerta libera, per le strade del capoluogo toscano dagli stessi autori. Della redazione fanno parte diverse persone: le stesse di cui parla il periodico, alcuni divenuti collaboratori fissi, il direttore Roberto Pelozzi, la coordinatrice responsabile Maria Pia Passigli (ex infermiera, da sempre impegnata nel volontariato, presidente di “Periferie al centro”), e tutti quanti si sentono vicini alle tematiche dello straniamento, dell’immigrazione, dei carcerati, della gente che vive in strada, mendicanti, barboni, senza fissa dimora.

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Si direbbe un “foglio sociale”, e forse questo è quello che è davvero, un mezzo, cioè, per relazionare la società con i problemi che le sono propri, che crescono al suo interno e che colpiscono quelli tra noi più deboli, più sfortunati o magari solo caduti in errori e colpe che riconoscono e che vogliono cancellare con una vita nuova. Colpisce leggere, a questo proposito, tra le tante poesie pubblicate sul giornale, quella scritta da Isabella Antoniozzi, una detenuta in licenza sperimentale, che sentendo tutta l’angoscia di non sprecare la grande opportunità concessale, recita così: “C’è differenza, prendere i sacchi e uscire/c’è differenza, arrivare matricola, prendere i soldi ed andare/ c’è differenza, andare al casellario, ed andare a prepararsi/ c’è differenza, dire addio all’agente e cominciare a camminare/ c’è differenza, che dalle sbarre adesso ne sto senza”.

Allo stesso modo, sfogliare le pagine di “Fuori binario”, permette di conoscere da vicino le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro degli extra-comunitari nel racconto in prima persona delle loro attese quotidiane. Sul numero 81 del maggio-giugno 2004, Jorge Carrillo Guadalupe, quarantunenne, da appena un anno arrivato dall’Equador in Italia, scrive così: “non mi sento adatto a questa vita, mantenersi con la speranza è molto difficile se uno si ricorda del passato” , e poi però confida di aver trovato in “Fuori binario” un mezzo per tornare al giornalismo, lui che nel suo Paese scriveva su un quotidiano e lavorava a documentari per la TV. Come si è detto, non mancano le indicazioni utili sugli indirizzi delle organizzazioni di volontariato, dei centri di accoglienza, dei centri di ascolto, delle mense, dei corsi di alfabetizzazione. Trascorsi 10 anni dal primo numero, uscito nel giugno 1994, la grande festa organizzata l’anno scorso per ricordare la ricorrenza, è servita anche per lanciare le nuove sfide del giornale, come quella di sensibilizzazione sulle guerre dimenticate (Burundi, Ruanda, Myanmar, Indonesia, ecc.) o di propaganda delle iniziative di “consumo critico”, ispirate a modelli di vita ecologica che insegnino a riciclare, riparare, differenziare, ridurre i nostri rifiuti e a trasformarci da consumatori di risorse a costruttori di futuro.

"Fuori binario” partecipa talvolta con propri stands ad alcune manifestazioni culturali della città e pubblica anche volumi di alcuni redattori che hanno voluto raccogliere in scritti la loro esperienza. Tra questi, il volume "Gli occhi dell 'astronauta" di José Maria Coll, manager d'alta moda, spagnolo di Barcellona, da dodici anni per strada in Italia a causa di un tracollo economico e familiare. O, ancora, il volume di versi di Vittorio Porfito, dal quale sono stati tratti i testi per la performance “Fuori binario” tenutasi nel luglio 2004 qui a Palermo, al Parco Letterario Tomasi di Lampadusa con le musiche di Lelio Giannetto e le opere grafiche di Tommasina Squadrito. Per sapere come sostenere “Fuori binario”o come abbonarsi, ci si può rivolgere alla redazione a Firenze, Via Giano della Bella 22, telefono 055.220903, E-mail mapipass@tin.it.

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