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Bizantina e medievale, la "Spaccaforno" che non conosci: il borgo inaspettato in Sicilia

Esiste un posto in Sicilia che custodisce segretamente tracce di periodi storici come quello medievale e bizantino dalla bellezza artistica mozzafiato

Federica Puglisi
Giornalista
  • 21 ottobre 2024

Chiesa Ispica Ragusa

Un percorso di cento scale che collega il borgo con la sua parte archeologica e una chiesa con un loggiato che, anche se in piccolo, ricorda a chi lo visita il suo omologo di San Pietro a Roma.

Siamo ad Ispica, uno dei comuni più a sud della provincia di Ragusa. Una città, come molte altre della zona, che ha subito i tanti cambiamenti portati dalla ricostruzione post terremoto del 1693.

La particolarità di questa cittadina a pochi passi dal mare è la sua storia, legata all’antichità del luogo, tanto che Cava d’Ispica e il suo parco sono una delle zone archeologiche tra le più visitate della Sicilia.

Tante le bellezze di questa città. Merita una visita la chiesa di Santa Maria Maggiore, la cui costruzione risale al diciottesimo secolo. La bellezza di questo sito è la cancellata in ferro battuto, con eleganti forme. E poi l’imponente “Loggiato del Sinatra”, che abbraccia l’intero edificio.
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Esso venne costruito nel 1749 da un architetto di Noto Vincenzo Sinatra, che si ispirò a quello del Bernini di Piazza San Pietro a Roma. Ha una forma semicircolare e comprende tre arcate centrali e altre dieci per lato, tutto in stile rococò. Le logge sono in totale ventitré.

Per molto tempo, almeno fino alla fine del 1800, le antiche logge ospitavano le fiere organizzate in occasione delle feste religiose, per poi lasciare spazio, tempo dopo a delle botteghe.

Si racconta che la chiesa venne costruita dopo il terremoto per poter ospitare il simulacro del Santissimo Cristo alla Colonna, che era scampato alla distruzione della vecchia chiesetta presente all’interno della Cava d’Ispica. Negli anni poi la chiesa è stata completata anche al suo interno, con gli affreschi del pittore Olivio Sozzi.

E proprio per le sue pitture e i suoi affreschi, considerati importanti per l’arte siciliana, il 24 febbraio 1908 la basilica fu eretta a monumento nazionale. La chiesa si inserisce nello stile tardo-barocco come le chiese di Noto, Ragusa e Modica.

Oltre alla visita del suo centro storico, ricco di chiese, monumenti e palazzi di gran pregio, meta preferita da molti è appunto la zona archeologica, il Parco archeologico della Forza a Cava d’Ispica.

E infatti il sito si può raggiungere attraverso un percorso in discesa di cento scale scavate nelle roccia dove sono visibili tracce degli affreschi del periodo bizantino. Si tratta di una scala sotterranea di 280 scalini che conduce al fondovalle.

Il Parco archeologico permette di scoprire le bellezze della cava e la storia di Ispica medievale. La cava è lunga tredici chilometri e solcata da un canyon fluviale fra scenari naturalistici suggestivi.

Infatti una catacomba paleocristiana, a San Marco, e una necropoli in contrada vignale San Giovanni testimoniano che la zona era abitata in epoca tardo romana.

La città ha avuto il nome di Hyspicaefundus in epoca medievale, successivamente cambiato in "Spaccaforno" fino al 1935. Da quella data gli venne dato il nome di Ispica, che probabilmente deriva da quello del fiume Hyspa, che scorreva nella vallata.

Il toponimo “Spaccaforno”, invece con cui era chiamata la località, deriverebbe dall’unione tra i termini “Spacca”, derivazione fonetica di “Ispica” e dal latino “speca”, grotta e forno, in riferimento alle sepolture rinvenute nel tempo.
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