STORIE
Amato dai siciliani all'estero (e non solo): chi è "Il Pastaio Matto" che cucina sui social
Nella vita è Visual Merchandiser, ma da sempre Salvo nutre una grande passione per la cucina, ereditata dai nonni che avevano un'osteria a Monreale. Ecco la sua storia
Salvo Terruso, "Il pastaio matto"
Salvo Terruso, 57 anni, palermitano, è Visual Merchandiser presso Rinascente, ma ha una grande passione per il cibo, in particolare per i primi piatti, ereditata dai nonni, che avevano un'osteria a Monreale.
La sua pagina Instagram conta una community di 22mila utenti. Da bambino Salvo passava tanto tempo nell'osteria dei nonni, che gli hanno insegnato i trucchi del mestiere, nonno Peppino è la fonte di ispirazione principale dei piatti che vengono riproposti da migliaia di persone.
Salvo ci racconta la storia della sua famiglia: «Mio nonno era un carrettiere vecchia maniera, trasportava mosto, vino, grano, fieno, olio durante la guerra, tra Palermo e Trapani. Attraversando la città di notte con i carretti, era un uomo tutto d'un pezzo, patriarcale, glaciale».
«Mia mamma e le altre sorelle stavano in cucina. Era una cucina fai da te, casalinga», ci racconta, facendoci assaporare la bellezza semplice del passato. L'osteria rimase aperta fino agli anni '70: «Negli anni '70 hanno chiuso l'osteria. Le famiglie dei figli si sono disperse. Rimase solo mio nonno con la rivendita di vino e oli, che era un passatempo, perché i miei nonni, oltre a essere marito e moglie, erano cugini, quindi la scomparsa di mia nonna è stata letale per mio nonno».
Fin da piccolo, Salvo vive l'osteria: «Io a due o tre anni andavo sotto le botti e bevevo qualche gocciolina di vino», ci racconta sorridendo.
La pagina Instagram nasce nel 2020. «Prima avevo una pagina personale. Invitavo amici e parenti a mangiare a casa mia. Poi è andata a finire che alcuni amici mi dicevano ''vieni a fare un giro pasta e ci divertiamo con i tuoi ''cunti'', fai le tue vongole ubriache''», ci racconta.
Salvo nel 2020 decide quindi di dedicare interamente una pagina ai primi piatti: «La pagina è cresciuta nel giro di un anno quando ero in cassa integrazione a causa della pandemia, mi sono concentrato sulla pagina, sui social. I social aiutanto moltissimo, aiutano a ritrovare le persone, molti mi chiedono le ricette. Sono seguitissimo da americani, siciliani all'estero».
Salvo per il momento (per colpa di una malattia) non lavora e così i social lo aiutano anche a mantenere il contatto con gli altri e ad affrontare con più forza il brutto periodo. Ma i progetti per il futuro sono tanti, da un ristorante a un libro.
«Abito a Piano Maglio e tre o quattro volte ho portato delle persone a casa, turisti, perché volevano mangiare dal pastaio matto - racconta -. Io vorrei un locale. Mi avevano anche invitato a una trasmissione nazionale, ma ho dovuto rinunciare».
Salvo ha tante idee e i suoi piatti sono la testimonianza della sua creatività: «Non sono uno chef. I miei piatti sono tradizionali, rivisitati e legati alla mia famiglia. Faccio la crema di caciocavallo, di ricotta. Amo fare le cremine, di formaggio, di verdure.
Cuocio i risotti e la pasta direttamente in pentola, perché l'aglio, il basilico e il prezzemolo rilasciano già i sali».
Il suo slogan ''Mancìa e liccati u piattu'' più che un invito, sembra proprio un ordine, di quelli che danno i nonni perché considerano tutti sempre sottopeso e la prima domanda che fanno, prima ancora di salutare o di chiedere ''come stai?'', è rigorosamente ''hai mangiato?''.
Ebbene, Salvo incarna lo spirito del tipico nonno, siciliano e non, che ha a cuore in modo particolare l'alimentazione dei figli, dei nipoti e dei pronipoti, e soprattutto il gusto.
«Di pasta che bolle in pentola ne sto mettendo, vedremo che mi regalerà il futuro, anche perché ''manciannu mancìannu veni cchiù pitìttu'' (per i non siciliani: ''mangiando mangiando viene più fame'')» ci dice Salvo, e noi lo salutiamo, augurandogli una pronta guarigione e sperando di poter assaporare presto i suoi piatti nel suo Ristopasta.
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