STORIE
Amate o detestate, alla fine sono tornate: le capanne di Mondello, tra "curtigghi" estivi e ricordi
A prescindere dal possesso o meno della casa a Mondello, la capanne erano uno status, da condividere con parenti e amici, che conservano ricordi di intere generazioni
Le capanne di Mondello e gli "arredi" (foto di Giulia Garbi)
Dopo l'anno sabbatico, causa pandemia, la Società Italo-Belga, a fronte della petizione organizzata dell'architetto Lanzarone e promossa dalla Professoressa Lo Jacono, ha ripristinato le casette di legno.
La questione però è tutt'altro che risolta, oltre al numero ridotto, si è aggiunto il rincaro delle tariffe, ritenuto da molti spropositato.
Questo ha creato malumori e sospetti ingiustificati. Si sono ipotizzati strani collegamenti e "trattamenti di favore" i cui beneficiari sono stati di volta in volta i promotori dell'iniziativa o gli "amici degli amici".
A prescindere dalla questione, che rientra nello sport nazionale del dileggio e nell'attività del gossip che ritrova vita nel periodo estivo, resta la questione principale, pro o contro Capanne?
Se nella storia precedente parlavo di capanne di una Palermo popolare, queste invece appartengono a quel fenomeno "demo- etno –antropologico" che ha attraversato gli ultimi decenni, dove i protagonisti sono stati i borghesi palermitani.
Il punto di vista di chi la considera una tradizione anacronistica che impedisce l'evolversi del borgo marinaro, è assolutamente rispettabile, ma è frutto di considerazioni frutto a loro volta di una sensibilità diversa, orientata verso problematiche legate all'ambiente e a una fruizione del mare da molti ritenuta più accorta.
Non va però dimenticato cosa hanno rappresentato le Capanne a Mondello per un'intera classe sociale. Sono ricordi d'intere generazioni che hanno dato sfondo e colore alle estati palermitane. Chiedo venia a chi non le ha mai sopportate, sono solo dei ricordi, in cui tanti potranno ritrovarsi, compresa chi scrive.
«Dai terrazzini ai famosi cortili, s'intrecciavano storie, amicizie, giochi e amori. Si organizzavano eventi, feste tra i "condomini” persino spettacoli», come ricorda Jessica, promotrice con i suoi coetanei di uno spettacolo con canti, balli e recitazione.
Liberi, solo con i costumi indosso a piedi nudi, nell'arco di una giornata, si assaporavano attimi di libertà in un tempo sospeso che sarebbe tornato normale con il tramonto del sole, con il ritorno nelle case in città o a Mondello.
Lo svolgimento della giornata era cadenzato dal bagno per i più piccoli a metà mattinata con l’immancabile merenda che coincideva con il blocco dell’attività in mare, mai del tutto rispettata e dove fiorivano diverse scuole di pensiero; dalle due ore e mezzo della digestione, a chi sosteneva che bisognasse buttarsi subito dopo aver mangiato, da chi ignorava del tutto la questione.
Ripenso alla cantilena di Totò venditore di latte Barbera "dopo il bagno ci vuole il latte con lo zuccherooo e la cannucciaa". Senza calcolare la vista "laser" di mamme, nonne, zie, pronte a rilevare la più piccola traccia di "raggrinzamento" sulle dita causato dal bagno prolungato.
Come dimenticare i pranzi "leggeri" con le successive ore di riposo, dove bisognava "scalmanarsi in silenzio" autentico ossimoro mai rispettato. Per carità, di "sciarratine" ce n'erano anche in questi "condomini allargati orizzontali" ma niente di drammatico e definitivo, i soliti "curtigghi" dove il malcapitato era quello che andava via per primo.
Tra foto, filmati e ricordi, ecco che affiorano, i luoghi e le persone simbolo di questo borgo marinaro, come lo "zio Pippo" (Giuseppe Taranto) scomparso lo scorso marzo, ricordato da Ignazio.
Era la voce di Mondello, inventava quiz per piccoli e adulti, dalla postazione con la sua voce allegra si sentivano canzoni, pubblicità o la classica comunicazione: "La piccola… di anni attende i suoi genitori al Centro Radi".
Ci fu persino l’elezione di Miss Mondello con tanto di giuria, nell’ edizione del 1996 vinse proprio la figlia di Ignazio.
Tra tante le attività quella che divertiva di più i piccoli era la gara del "Castello di sabbia più bello", alcuni dei veri capolavori d’ingegneria dove erano coinvolti gli adulti.
Quanti hanno partecipato ai mitici tornei di carte? Iniziavano nella tarda mattinata e si protraevano fino a sera, dove spesso le più accanite erano le signore, che delegavano senza alcun problema l’accudenza dei figli ai mariti.
Casimiro vede in chi definisce le Capanne "baraccopoli di tascioni" dei giudici troppo severi.
«Era un luogo che ha regalato momenti felici, amato da migliaia di palermitani» aggiungendo che non erano poi così belle le altre realtà (alcune ancora presenti) con le ammucchiate nelle spiagge con file di ombrelloni dove il mare s’intravedeva tra un ombrellone e l'altro.
Un mare poi del tutto diverso rispetto a quello cristallino di Mondello. Sono dichiarazioni d’amore quelle che si leggono nei commenti, e questi "innamorati" penso che vadano rispettati.
Resta da capire, se quest'operazione avrà un seguito, se il prossimo anno vi saranno ancora i presupposti e la volontà di mantenere una tradizione che fa parte della storia di Palermo, o se il rincaro dei costi, non sarà il preludio per il mancato ricollocamento.
Potrebbe essere quest'anno "il canto del cigno" delle Capanne di Mondello? Qualcuno lo considera possibile.
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