Affreschi e la casa museo distrutti: Palazzo Di Martino, il gioiello in fumo a Palermo
Che fosse così prezioso non tutti lo sapevano. La storia (e cosa resta) dell'edificio di via Quintino Sella andato in fiamme sabato scorso. Il rogo ha sconvolto la città

L'ultimo piano di Palazzo Di Martino in cui è scoppiato l'incendio (foto Balarm)
Tra loro, il legale civilista e penalista Francesca Scalia, che ha lo studio legale associato insieme all’avvocato Fatta all’ammezzato del palazzo.
«Quando ho saputo dell’incendio, sabato, ero a casa - racconta l’avvocato Scalia -. Mi ha avvisato un’amica che si trovava in una panineria nei pressi del mio studio. Mi sono precipitata e ho assistito a una scena che mai avrei voluto vedere. In quei momenti ho pensato che 22 anni della mia professione sarebbero potuti andare in fumo in pochi minuti».
Palazzo Di Martino Pancamo, costruito nel 1888, è un edificio vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali. Sulla facciata, ma anche in portineria, ha imponenti statue e gli appartamenti sono ricchi di affreschi che ne decorano i soffitti.
Voluto dal senatore Di Martino e progettato nel 1886 dall'ingegnere Girolamo Minutilla, fu inaugurato dal re Vittorio Emanuele III. Imponente è la sua facciata neorinascimentale, decorata con statue e sculture. L'edificio risulta un notevole esempio di architettura di fine Ottocento e primi del Novecento.
Il fuoco ha trasformato il quarto piano in uno scheletro carbonizzato mandando in cenere una biblioteca con volumi rari. Ma non è solo l'attico ad aver subito danni.
Le fiamme, ma anche il fumo e il liquido utilizzato dai vigili del fuoco per spegnere l'incendio, hanno fatto danni seri alle case sottostanti. Parquet, tende, arredi antichi e altre suppellettili di valore sono andati persi.
«Oggi ci hanno concesso di entrare velocemente per recuperare alcune nostre cose - continua Francesca Scalia - ma non sappiamo ancora quando potremo rientrare definitivamente. Le fondamenta e i muri pare siano integri, ma l’edificio deve essere dichiarato agibile prima di poterci rientrare.
Io intanto ho disdetto tutti gli appuntamenti e portato tutti i fascicoli dei miei clienti a casa. Posso anche lavorare dal pc, ma senza uno studio è sicuramente più complicato. Sono rimasta sorpresa e anche commossa dalle tantissime manifestazioni di vicinanza dei colleghi - conclude l'avvocato palermitano -. In tanti, anche gente che non conoscevo, mi hanno offerto aiuto».
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