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Addio Luca, eri un combattente: gli amici increduli danno l'addio al giovane nuotatore

Il ventenne Luca Giacoletti è morto all'Addaura sabato 25 agosto: il mare agitato non gli ha permesso di risalire dopo che si era immerso per disincagliare un'ancora

  • 26 agosto 2018

Luca Giacoletti

Il momento piu difficile sarà fra qualche giorno, quando ce ne renderemo conto, perché adesso sembra soltanto un incubo impossibile: Luca non c'è più.

E non ci crediamo, nessuno ci crede. Un ragazzo cresciuto letteralmente nell'acqua, che dall'acqua è stato tradito. Cosa è successo? Un banale recupero d'ancora, per uno esperto come lui.

L'avrà fatto chissà quante altre volte. Ed è per questo che è ancora più inaccettabile: un ragazzo di vent'anni, non può morire per questa banalità. Invece accade, ed è la vita, sulla quale ci dobbiamo chinare a riflettere.

Luca lo conoscevano tutti, cosi come tutti conosciamo questa splendida famiglia. E non lo dico "per l'occasione", lo dico da sempre: la mia stima infinita per Gabriele, il piu grande dei quattro fratelli e sorelle Giacoletti, mi ha fatto poi conoscere i genitori, Mimmo e Rossella, e ho capito da dove veniva fuori tanta tenacia, tanta volontà, tanta educazione.
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Poi, c'era lui, Luca, inizialmente in piscina "il fratello di Gabriele", che però piano piano, risultato dopo risultato, era riuscito a guadagnarsi la stessa stima che tutti avevano per il fratello maggiore. Un combattente, Luca, mai domo.

Un suo ex allenatore, racconta di quando, pur di far parte di una staffetta vincente dalla quale, per motivi cronometrici, rischiava di essere escluso, lui si fece iscrivere a una gara fuori città, pur di riconquistare quel traguardo che agognava tanto. E, naturalmente, ci riuscì.

E tutta questa grinta, tutta questa volontà, era espressa anche nello studio, dove naturalmente eccelleva, anche in questi primi anni di università.

Malgrado lo sport agonistico, malgrado si pensi, erroneamente, che chi fa tanto sport per tante ore al giorno, debba trascurare gli studi. Luca, non trascurava nulla. Nemmeno il divertimento, visto che da sempre era un trascinatore anche fuori dalla piscina.

Ieri notte, la sorellina piccola, Rebecca di 8 anni (nel mezzo c'è anche Rachele, nuotatrice anche lei, 12 anni) con una compostezza ed una sapienza che sembrava uscita da una persona molto più matura, ripeteva come un mantra "Sono incredula del fatto che mio fratello non ci sia più perche doveva recuperare un'ancora. Lui era cosi bravo a mare".

E poi ancora "L'altra sera avevamo litigato per colpa mia, spero tanto che lui possa accettare le mie scuse. Ho preparato una preghiera per lui, ora ve la leggo". E l'ha letta, senza fare un errore, fra gli occhi increduli di tutti noi.

E poi è andata ad abbracciarlo. Noi, invece, ancora non ci crediamo...

Il giovane nuotatore è morto nel pomeriggio di sabato 25 agosto all'Addaura, Palermo: si sarebbe immerso per liberare un’ancora che si era incagliata tra le scogliere e non sarebbe più riemerso.

I funerali sono lunedì 27 agosto alle 11 nella chiesa Sacra Famiglia (via Ausonia).
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