PERSONAGGI
Addio a Fabrizio Pezzino e alle sue "Forme d'arte": la sua vita a Palermo per la musica
Era attento alle innovazioni con entusiasmo e semplicità. Era umile, discreto e soprattutto delicato. Intraprese ogni iniziativa possibile per sostenere la musica
Fabrizio Pezzino
"Forme d'arte" aveva aperto le porte nel 2014 e sembrava, e un po' in effetti lo era, la casa di Fabrizio Pezzino che in quel locale fatto di piccole stanze con le pareti colorate aveva concentrato le sue passioni: la cucina e la musica.
Ti accoglieva all'ingresso con un grembiule da cucina sui jeans, uno strofinaccio sulla spalla, un sorriso di quelli buoni e un abbraccio che sapeva di amicizia vera.
Ti faceva accomodare in quei tavolini di legno variopinti o in un divanetto se, come spesso accadeva, non c'era più posto. Gli ospiti in quell'ambiente con luci soffuse e tanta serenità, avrebbero gustato le pietanze di Fabrizio ben disposte in un tavolo a buffet in una stanzetta dedicata, dalle patate alla tedesca, alla pasta "cacata", alle fave "a cunigghiu".
Un posto dove al centro c'era un palchetto su cui stavano sistemati con cura alcuni strumenti musicali compresa la batteria di Fabrizio e dove puntualmente suonavano grandi jazzisti della città. E se la batteria era libera, Fabrizio toglieva il grembiule da cucina e con garbo si avvicinava per suonarla.
Andava piano ma con fede, il musicista-commerciante, confidava nel "piano, piano"; era convinto che con questo andamento si potessero realizzare cose grandi di spirito.
Era attento alle innovazioni con entusiasmo e semplicità. Era umile, discreto e soprattutto delicato. Fabrizio intraprese ogni iniziativa possibile per sostenere la musica diffondendola, rendendola fruibile a chiunque, a quella Palermo bella che si incontrava da "Forme d'Arte".
E mentre attraversava tanta felicità nei social scriveva questo: "che bello, da quando ho intrapreso questa nuova avventura di gestire un locale, è tutto un 'pullulare' di concerti, jam session, feste di jazz ovunque. Sono felice, diffondete il verbo figliuoli e non arrendetevi! W la musica!".
Fabrizio accoglieva non solo i grandi ma anche i nuovi virtuosismi dando luogo a delle memorabili jam session. Lui era così bello dentro che strizzava l'occhio anche ad altri tipi di musica e quindi indimenticabili furono quelle serate come "Aspettando Sanremo" e concerti pop di vario tipo per accogliere sempre nuovi amici.
Ecco, Fabrizio aveva il senso dell'accoglienza perchè lì era bello, c'era calore; esibirsi era felicità con qualsiasi paga. Importante era dare "forma" al "sogno" di Fabrizio. Era cosi mite e riservato, eppure cercava nuove formazioni con cui suonare, amici che potessero gustare i suoi piatti.
Cucinare e suonare, suonare e cucinare. Sapeva stare davenati ai "fornelli" come ai "tamburi", ma non era solo quello; con un pennello in mano esprimeva la sua unicità in un quadro e con una macchina fotografica i suoi scatti sarebbero durati per sempre.
E quando per la fine di un ciclo, come tutti i cicli della vita che hanno un inizio e una fine, dovette a malincuore, chiudere "Forme d'Arte" non si diede mai per vinto, suonando di più e in ogni occasione, tutte le volte che poteva.
Suonava e si industriava in altre cose, in nuove cose. Abbracciava ogni amico e ogni opportunità seguendo il senso della fratellanza sempre con grande delicatezza e assoluta mitezza. Fabrizio Pezzino è stato un grande esempio di dignità umana e di riservatezza morale, tutela per ogni tipo di sentimento, rispetto per il proprio stato d'animo.
Si è addormentato a 58 anni in un sonno eterno lasciando l'arte palermitana profondamente attonita. Come eterna è la gratiudine da parte di chi, come me, è stato abbracciato dall'entusiasmo pulito e candido di Fabrizio Pezzino.
I funerali si svolgeranno martedì 14 marzo alle 8.30 nella Chiesa di San Giovanni Apostolo del Cep.
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