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A Palermo sventola l'arcobaleno: palazzo delle Aquile contro il #WCF di Verona

Il "WCF" o World Congress of families (Congresso mondiale delle famiglie) si tiene a Verona questo fine settimana: molti sindaci italiani hanno risposto schierandosi

Balarm
La redazione
  • 29 marzo 2019

La bandiera arcobaleno pende dal palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo

Palermo, Cagliari, Francavilla sono solo tre delle città che si sono schierate, ufficialmente, contro il Congresso di Verona esponendo fieramente dalle sedi dei Comuni la bandiera arcobaleno.

Palermo vede sventolare il simbolo della lotta alla discriminazione dall'ora di pranzo di venerdì 29 marzo, giorno di apertura lavori del singolare congresso mondiale che affronta temi come l'aborto, la figura della donna e l'omosessualità, rimettendo in discussione i passi avanti fatti dalle donne e dalla comunità Lgbt negli ultimi cinquant'anni.

«La bandiera arcobaleno - ha detto il sindaco Leoluca Orlando - è ormai universalmente riconosciuta come il simbolo dei diritti. Non dei diritti specifici di qualcuno, ma dei diritti, quelli umani universali ed inalienabili cui ciascuno e ciascuna può e deve aspirare».

«Così come il tricolore rappresenta per noi i valori costituzionali della solidarietà, dell'uguaglianza, del dialogo e della collaborazione, la bandiera arcobaleno è uno dei simboli di Palermo, che vogliamo sia sempre più la capitale dei diritti di tutti e di tutte, di tutti i bambini e di tutte le bambine, di tutte le famiglie, di tutti gli uomini e le donne, di tutti coloro che nascono o scelgono di vivere a Palermo».
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«Al Congresso di Verona le famiglie presenti saranno tante e tra le tante anche le nostre che, come sempre non si trincerano dietro ad ideologie d’interesse piuttosto si aprono al confronto democratico e civile» a parlare è Daniela Danna, referente di Famiglie Arcobaleno per la Sicilia.

«È bene ricordare che riconoscere dei diritti a qualcuno non significa toglierli a qualcun’altro. Ancora una volta ringraziamo il sindaco Orlando che anche in quest’occasione è a nostro fianco attento come come sempre alle istanze dei più deboli».

«In un momento come questo - dice Daniela Tomasino di Arcigay Palermo - nessuno può restare neutrale, tantomeno le istituzioni».

«È necessario che ognuno mostri da che parte sta: se da quella della libertà e dell'autodeterminazione o da quella del fondamentalismo e del totalitarismo - continua - È per questo che ringraziamo il Comune di Palermo per aver accettato immediatamente la nostra proposta, e la rete Ready per aver lanciato l'idea a livello nazionale. Il Comune di Palermo, ancora una volta, si schiera dalla parte di tutti i cittadini, nessuno escluso».

La bandiera arcobaleno (chiamata anche bandiera rainbow o bandiera gay) è attualmente il simbolo più usato e noto del movimento di liberazione omosessuale. L'originale fu realizzata da Gilbert Baker ed è stata acquistata dal MOMA nel 2015.

Si differenzia dalla bandiera della pace principalmente per l'assenza della scritta "pace", ma anche perché la disposizione dei colori è speculare (il rosso è in basso nella bandiera della pace, in alto in quella gay), e infine perché la bandiera della pace prevede sette strisce di colore al posto delle sei di quella Lgbt..

La somiglianza si spiega col fatto che entrambe le bandiere derivano dall'arcobaleno, il quale è considerato simbolo di pace e armonia; questo simbolo appare nella Bibbia nel racconto del Diluvio universale e, per la "rainbow flag", è stato mutuato dalla filosofia spiritualista New Age.

La bandiera viene oggi usata sia nelle manifestazioni pubbliche Lgbt, come i Pride, sia all'esterno di locali o attività Lgbt, da sola o in congiunzione con altri simboli.
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