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Cultura e natura a fondo perduto: quattro milioni per chi ha (buone) idee per la Sicilia

È stato riattivato il bando del Piano Sviluppo Rurale con dei contributi a fondo perduto per riqualificare edifici storici, ideare campagne di comunicazione e tanto altro

Balarm
La redazione
  • 27 agosto 2018

Il centro storico di Scicli

Promuovere il patrimonio culturale, naturalistico, turistico e artigianale e dare vita a nuove occasioni di lavoro: con questo intento la Regione Sicilia mette al bando quattro milioni di euro a fondo perduto per i progetti presentati entro gennaio 2019.

È stato infatti riattivato il bando del PSR Sicilia (Piano sviluppo rurale, la misura 7.6) dopo che a Marzo 2018 l'assesorato regionale all'Agricoltura e Pesca aveva comunicato l'annullamento della sottomisura.

Il bando recita: "Sostegno per studi e investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico, compresi gli aspetti socioeconomici di tali attività, nonché azioni di sensibilizzazione in materia di ambiente".

Il contributo massimo sarà pari a 420mila euro per ciascun progetto, tutto a fondo perduto, e sarà erogato sotto forma di contributo in conto capitale: le domande potranno essere presentate entro il 24 gennaio 2019.
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La riqualificazione di edifici pubblici abbandonati o del patrimonio edilizio in genere rappresenta, per esempio, un'opportunità di sviluppo non solo per rilanciare il turismo ma anche per sostenere nuove opportunità economiche di diversificazione di reddito per le popolazioni locali e, indirettamente, per contrastare l’abbandono dei villaggi rurali.

Precisamente, la misura 7.6 del PSR ha come obiettivo promuovere il patrimonio culturale, naturalistico, turistico e artigianale, per ricondurre i diversi punti di forza delle specifiche aree locali all’interno di una strategia di sviluppo complessa e articolata, che produca positivi effetti economici sotto il profilo occupazionale, di incremento del numero di imprese e di innalzamento del livello di qualità della vita dei villaggi rurali.

Potranno partecipare gli enti locali e amministrazioni, enti pubblici, partenariato pubblico – privato, ONG, organizzazioni operanti nei settori ambientali, paesaggistico, turistico.

Gli investimenti sarranno sovvenzionabili solamente se gli interventi a cui si riferiscono verranno realizzati sulla base di piani di sviluppo dei Comuni e dei villaggi situati nelle zone rurali C e D (clicca qui per vedere quali Comuni rientrano nelle zone) e dei servizi comunali di base in cui tali piani esistano e siano conformi alle pertinenti strategie di sviluppo locale.

Le spese ammissibili saranno: quelle per il recupero di fabbricati e strutture di interesse storico, culturale; recupero di manufatti e di strutture a uso collettivo (come forni, lavatoi, cortili).

Ma anche la realizzazione e la stampa di materiale informativo e per lo sviluppo della comunicazione online, relative al progetto di investimento finanziato fino ad un massimo del 5% sull'importo del progetto.
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