ATTUALITÀ
Sciopero generale: in migliaia bloccano Palermo
Palermo in tilt, e, insieme a tutto il vecchio continente, si mobilita contro le politiche di rigore e austerità: bloccate strade e binari ferroviari
Il rebetiko è una musica, a tratti triste, a tratti irriverente, nata per raccontare storie di povertà, ed emblema di quella sua terra d’origine, la Grecia, che oggi è la nazione più sprofondata nella nera crisi economica. Il rebetiko, dicevamo, è un lamento che si canta in coro ma si balla da soli. Come i malesseri collettivi speciali. Al contempo, di tutti e di ognuno.
Malesseri come quello che ha portato mercoledì 14 novembre in cento piazze d'Italia, e d’Europa, le manifestazioni per lo sciopero generale, indetto nella "Giornata di mobilitazione europea dei sindacati", mobilitazione che culmineranno venerdì 16 novembre, in occasione della giornata Internazionale dello Studente. Durante la notte tra il 14 e il 15 novembre, gli studenti hanno organizzato un'azione di protesta, decolorando di bianco le strisce blu riservate ai parcheggi a pagamento mentre contemporaneamente venivano offuscati, con una bomboletta spray, i cartelli che indicavano la sosta.
La protesta attuata nel centro storico cittadino vuole contestare quella che viene percepita come una privatizzazione del suolo pubblico attarverso l'ulteriore tassazione imposta dal Comune. La protesta che guarda anche alle sorti della cittadella universitaria e alla tassa parcheggio che si vuole applicare lungo in viale delle Scienze.
Le azioni protesta di si inseriscono nella tre giorni di mobilitazione che dallo sciopero generale che ha mandato in tilt Palermo nei giorni scorsi, culminerà venerdi 16 novembre con i cortei studenteschi che partiranno rispettivamente da Piazza Massimo alle ore 9.00 per quanto riguarda gli studenti medi, e dalla cittadella universitaria di Viale delle Scienze ( facoltà di Lettere e Filosofia) per quanto riguarda gli universitari.
Un blocco generale e compatto affiancato a quello che è stato definito da associazioni e sindacati, il primo sciopero transnazionale in Europa e che ha visto Palermo, insieme a tutto il vecchio continente, mobilitarsi contro le politiche di rigore e austerità: lavoratori, precari e studenti hanno sfilato in città, inneggiando in coro slogan contro il governo. In testa al corteo, lo striscione che rappresenta la vera pancia del malumore palermitano: "Nisciti i Pìcciuli (Tirate fuori i soldi)", recitava il messaggio degli operai della Gesip, da due settimane in presidio permanente a piazza Pretoria. In piazza sono scesi anche i lavoratori aderenti alla Cgil e i Cobas, associazioni, tra cui Libera, sigle studentesche, dall'Udu alla Rete regionale degli studenti medi, e poi rappresentanze di immigrati, il coordinamento anti tratta e il coordinamento donne.
Migliaia hanno sfilato da corso Vittorio Emanuele verso piazza Indipendenza, per far sosta di fronte la sede della presidenza della Regione siciliana, mentre un altro corteo, promosso dai Cobas, si è diretto verso la prefettura di via Cavour. Assaltati anche i binari della Stazione Centrale. Uno sciopero, che ha previsto anche l’allestimento di quattro stand a Palermo in piazza Massimo dove lavoratori di tutte le categorie hanno preso parola sulle loro condizioni, raccontando quei problemi che sono ormai di tutti, e di ognuno.
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