ARTE E ARCHITETTURA
"Noli me pingere": da Zelle c'è Alfonso Leto
Alfonso Leto propone un progetto inedito, tra coscienza tecnologica, visioni apocrife della religione e ossessioni del mondo consumistico
Come scrive Emilia Valenza, curatrice della mostra, “Leto, preso atto del lento ma ineluttabile percorso di “invisibilità” che tenta la soppressione dei linguaggi dell’arte, interviene chirurgicamente dal di dentro, operando un parallelismo shockante tra la pittura e la pubblicità, ossia tra la comunicazione classica e quella contemporanea, ma anche tra due sistemi linguistici coesistenti (operazione compiuta dai pop-artist negli anni ’60), però su temi “intoccabili, come la sessualità, i massmedia, il potere della comunicazione e il potere in generale”. L’iconografia di Leto, artista siciliano formatosi a Palermo, che assume su di sé il compito della rielaborazione metamorfica, è quello cristologica. La mostra è visitabile dal martedì al sabato, dalle ore 17 alle 20.
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