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Marco Travaglio: "Trattativa Stato-mafia è certa"

Sul palco delle Agende Rosse, il vicedirettore del Fatto Quotidiano: Marco Travaglio attacca Napolitano e difende i pm di Palermo

  • 20 luglio 2012

«La Trattativa Stato - mafia è vera, non è più presunta. La trattativa è certa, è avvenuta e non l’ha voluta la mafia ma lo Stato». Marco Travaglio, vicedirettore del Fatto Quotidiano, lo dice chiaramente. Giovedì 19 luglio, sul palco delle Agende Rosse, insieme a Salvatore Borsellino, a conclusione della tre giorni di manifestazione per il Ventennale della strage di via D’Amelio, il giornalista torinese ricostruisce la memoria storica, dal 1992 ad oggi, citando sentenze, difendendo la Procura di Palermo e attaccando il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sui fatti di questi giorni.

«Se la trattativa è certa perché i magistrati fanno le indagini? Fanno le indagini per scoprire chi l’ha fatta e se tra coloro che l’hanno fatta hanno commesso reati, le indagini vanno avanti per scoprire se ci sono responsabilità penali» - prosegue Travaglio. Dopo la ricostruzione storica, Marco Travaglio commenta la dura polemica tra la Presidenza della Repubblica e la Procura di Palermo. «I magistrati di Palermo non hanno intercettato il Capo dello Stato ma Nicola Mancino che chiamava il Presidente. Esistono già delle conversazioni telefoniche di Napolitano con Guido Bertolaso depositate dalla Procura di Perugia sullo scandalo della “cricca” della Protezione civile, quindi perché solo la Procura di Palermo viene trascinata alla Corte Costituzionale sul conflitto d’attribuzione?» - conclude Travaglio.

La manifestazione è stata conclusa dal concerto del cantautore romano Daniele Silvestri che ha offerto un repertorio dei suoi maggiori successi. Durante la serata, una delegazione dei ragazzi di Giovane Italia ha deposto una bandiera italiana sotto l'ulivo di Borsellino e cantato l'inno di Mameli. Presenti alla manifestazione il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

In un comunicato congiunto, i due primi cittadini hanno affermato: «A venti anni dalle stragi mafiose - dichiarano Orlando e De Magistris - le nostre città, segnate da un comune passato di violenza criminale organizzata ma anche di ribellione e riscatto civile, sono ancora una volta unite nel chiedere che sia fatta piena luce sulle responsabilità, sulle connivenze e il contesto in cui si realizzarono i tragici avvenimenti del 1992. Senza se e senza ma, tutte le Istituzioni devono, oggi più che mai, affermare la supremazia del diritto alla verità, devono rilanciare e riaffermare i principi di legalità ed equità».

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