Le folli notti tra specchi, mostri e principi: Villa Palagonia apre le porte per i tour serali
Villa Palagonia a Bagheria (foto di Vincenzo Russo)
Come in un percorso iniziatico si può ammirare lo scalone monumentale a doppia rampa in marmo di Billiemi, il labirinto di sale e saloni, gli affreschi settecenteschi: sabato 21 settembre la "Villa dei Mostri" apre le porte in notturna grazie a Terradamare Cooperativa Turistica che organizza l'evento "Notte a Villa Palagonia. Visite serali alla Villa dei Mostri di Bagheria".
Una visita al chiaro di luna di una delle più iconiche dimore nobiliari di Sicilia conosciuta come la “Villa dei Mostri” per le statue di cui è circondata e che hanno ispirato numerose leggende, timori e maldicenze.
Mostriciattoli e gargolle non sono altro che l'impronta burlona di chi volle decorare la villa: Francesco Ferdinando Gravina e Alliata, principe di Palagonia, "il negromante" veniva chiamato per queste statue grottesche in pietra tufacea d'Aspra, delle cui 200 iniziali ne sono sopravvissute soltanto 62.
La villa fu costruita nel 1715 per volontà del nonno Don Ferdinando Francesco Gravina Cruyllas Bonanni (V principe di Palagonia, pari del regno, cavaliere del Toson d’oro, prestigiosa onorificenza dei re di Spagna) su progetto dell'architetto ed ingegnere Tommaso Maria Napoli.
Invece, con Don Salvatore Gravina e Cottone, ossia il fratellastro del principe negromante (nonché genero, dato che ne aveva preso in moglie l'unica figlia Maria Provvidenza) alla fine del Settecento la villa si arricchì di decorazioni neoclassiche, secondo la moda dell'epoca.
Come quelle delle fatiche di Ercole del vestibolo del piano nobile. Da questo si accede alla sala da ballo, la famosa sala degli specchi, sul cui ingresso campeggia ancora la scritta "Specchiati in quei cristalli e nell'istessa magnificenza singolar, contempla di fralezza mortal l'imago espressa".
Una visita al chiaro di luna di una delle più iconiche dimore nobiliari di Sicilia conosciuta come la “Villa dei Mostri” per le statue di cui è circondata e che hanno ispirato numerose leggende, timori e maldicenze.
Mostriciattoli e gargolle non sono altro che l'impronta burlona di chi volle decorare la villa: Francesco Ferdinando Gravina e Alliata, principe di Palagonia, "il negromante" veniva chiamato per queste statue grottesche in pietra tufacea d'Aspra, delle cui 200 iniziali ne sono sopravvissute soltanto 62.
La villa fu costruita nel 1715 per volontà del nonno Don Ferdinando Francesco Gravina Cruyllas Bonanni (V principe di Palagonia, pari del regno, cavaliere del Toson d’oro, prestigiosa onorificenza dei re di Spagna) su progetto dell'architetto ed ingegnere Tommaso Maria Napoli.
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La direzione dei lavori fu invece assegnata all'architetto Agatino Daidone. Alla successione ereditaria del figlio Ignazio Sebastiano Gravina nel 1737 cominciarono le opere dei corpi bassi intorno alla villa, mentre con il nipote "negromante", dalla seconda metà del XVIII sec. e fino al 1770, tutti gli altri lavori di decorazione interna ed esterna che hanno reso la villa monumentale meravigliosamente strana ed eccentrica.Invece, con Don Salvatore Gravina e Cottone, ossia il fratellastro del principe negromante (nonché genero, dato che ne aveva preso in moglie l'unica figlia Maria Provvidenza) alla fine del Settecento la villa si arricchì di decorazioni neoclassiche, secondo la moda dell'epoca.
Come quelle delle fatiche di Ercole del vestibolo del piano nobile. Da questo si accede alla sala da ballo, la famosa sala degli specchi, sul cui ingresso campeggia ancora la scritta "Specchiati in quei cristalli e nell'istessa magnificenza singolar, contempla di fralezza mortal l'imago espressa".
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