L'Oratorio di San Mercurio si veste di luci e proiezioni: RestART porta il video mapping "Reluceo"
Un particolare dell'Oratorio di San Mercurio di Palermo
Uno spettacolo multimediale che unisce la storia alla modernità per una fruizione innovativa del bene storico-culturale. Una video installazione che, come una scultura di luce, avvolge lo spazio facendo scivolare il fruitore in una dimensione sensoriale pervasiva, ipnotica ed emozionante.
Tutto questo è "Reluceo", il video mapping dell'artista Dario Denso Andriolo che veste di luci e proiezione il magnifico Oratorio di San Mercurio a Palermo in occasione di "RestART", il festival che apre in notturna alcuni dei più bei siti della città.
La video installazione trae ispirazione, con il suo impatto emozionale, dalle torture e dalle miracolose guarigioni di San Mercurio, coniugando le leggende del passato con le tematiche della contemporaneità in un’esperienza percettiva fortemente magnetica.
Il video mapping è fruibile dal 9 luglio al 28 agosto, ogni venerdì e sabato, dalle 19.00 alle 22.30, prenotando il proprio ticket online sul sito della manifestazione oppure (se disponibile) direttamente sul posto a partire dalle ore 18.00.
Il sensibile e l’intellegibile si mescolano all’interno di uno spazio decorato della bottega Serpotta instaurando un’intesa tra spazio e luce. Luce e suono, infatti, rappresentano da sempre gli stimoli sensoriali più adatti a tradurre la suggestione della presenza in terra di una dimensione divina.
L’audio prodotto da Gianni Gebbia e Vito Gaiezza contribuisce a generare nell’ambiente un effetto di sospensione temporale catalizzando l’attenzione sulla nostra presenza fisica all’interno dello spazio.
Il video mapping diventa anche un'occasione per visitare l’Oratorio che fu edificato all’estremità sud occidentale del centro storico di Palermo, nel Mandamento Palazzo Reale. Fondato nel 1572, è l’unico dei tre oratori esistenti anticamente posseduti dall’antica compagnia della Madonna della Consolazione in San Mercurio.
Il complesso è l'opera più impegnativa realizzata dal famoso scultore Giacomo Serpotta, il quale vi annuncia i temi principali della sua produzione.
Nell'aula centrale, le pareti mostrano una turba di putti che si arrampica intorno alle finestre, sopra le perfette cornici barocche sicuramente frutto del disegno di architetto che guarda anche al Borromini.
Tutta la struttura si ammanta del bianco, segno distintivo del Serpotta: i festosi putti giocano, reggono i simboli del santo guerriero e, soprattutto, interagiscono l'uno con l'altro, in un suggestivo protagonismo.
Di rilevante interesse, poi, nell'oratorio anche lo splendido pavimento maiolicato realizzato tra il 1714 e il 1715 da Sebastiano Gurrello e Maurizio Vagolotta su disegno del sacerdote Giulio De Pasquale, tra i pochissimi pavimenti maiolicati ancora esistenti in luoghi sacri a Palermo.
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