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E io pago: la nuova (e obbligatoria) Carta di Identità Elettronica che non è affatto gratis
La cosa che a me personalmente ha incuriosito di questo documento è che nasce per risolvere problemi collettivi ed ha un costo piuttosto elevato a carico dell’utente finale
“E io pago!” è una frase che l’attore Toto, nei panni di Barone Antonio Peletti, dice per la prima volta nella commedia “47 morto che parla” film del 1950 diretto dal regista Carlo Ludovico Bragaglia.
Tutti i Comuni sono stati abilitati dall’estate del 2018, ed il documento è obbligatorio da gennaio 2019. Palermo con il suo tempo si adegua. Ultimi anche in questo.
Dal prossimo autunno comunque sembrerebbe potremo avere solo la nuova carta di identità. La nuova carta di identità ha vari vantaggi, primo tra tutti la sicurezza. Va ricordato infatti che la carta di identità italiana è uno dei documenti più falsificati in Europa.
La cosa che a me personalmente ha incuriosito di questo documento è che nasce per risolvere problemi collettivi ed ha un costo piuttosto elevato a carico dell’utente finale. Va ricordato che ogni costo tassa o balzello lineare costa di più a chi ha meno.
La carta di identità tradizionale costa 5,6 euro. Quindi il costo si quadruplica: costa 22,20 euro, di cui 16,80 destinati al Ministero, e il duplicato costa 27,35 euro. Il punto è che si tratta ancora una vola di un balzello nascosto, perché sei obbligato ad averla e per averla devi pagare.
Costa 28 euro in Germania. Va ricordato che la Germania ha redditi base molto più alti che l’Italia e quindi in valore relativo la pagano comunque meno.
Il costo materiale del supporto è insignificante, in teoria l’anagrafica è già gestita anche per la vecchia carta di identità, quindi, sarà la mia ignoranza, ma a me questo approccio restituisce ancora una volta la sensazione che i cittadini siano visti da chi fa le leggi più come soggetti da cui estorcere tariffe piuttosto che erogare servizi.
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