ARTE E ARCHITETTURA
Palazzo dei Normanni: i “Frutti toccati” di Smith
Il volume plastico dei soggetti stessi che ritrae e che si possono “toccare”, si possono gustare col tatto degli occhi: Robbie Duff Smith a Palazzo dei Normanni
La sala Duca di Montalto a Palazzo dei Normanni (piazza Indipendenza 1, Palermo) ospita fino a domenica 17 gennaio 2010 la mostra personale di Robbie Duff Smith, dal titolo “Frutti toccati”. Del fare pittorico dell’artista inglese, che vive e lavora da diverso tempo in Umbria, John Walsh scrive su "The Indipendent" in un articolo del 2000: "Un composito e tardo stile vittoriano, con qualità simboliche: immagini di una gioventù svanita, vetri rotti, partite trascorse, immagini di assenza e agitazione, forme nella polvere dove una volta compariva una foto o una chiave, un frutto abbandonato, immagini del tempo, di una foresta e del mare che si insinua nelle fragili vite urbane di donne sofferenti”, sottolineando tutta la carica poetica del suo universo figurativo, che lo ha consacrato come uno dei più interessanti rappresentanti del panorama contemporaneo europeo.
Laureatosi in letteratura inglese, americana e francese a York, Robbie Duff Smith è un pittore autodidatta che fa confluire nel suo immaginario disegnativo quella che è la sua formazione universitaria: il gusto descrittivo dei maggiori intellettuali del ‘700 e dell’800 rinforza la potenza comunicativa delle sue tele, che si sposa brillantemente con la pulizia formale di immagini corpose, materiche e allo stesso tempo fortemente evanescenti. Già a partire dal titolo “Frutti toccati” viene sottolineato uno degli aspetti caratteristici della sua pittura: il volume plastico dei soggetti stessi che ritrae e che si possono “toccare”, si possono gustare col tatto degli occhi, si assaporano grazie all’esuberanza cromatica della sua tavolozza. Questo mondo del naturale, che in qualche modo denuncia l’artificio del presente e così del passato, si distingue per il trattamento luministico delle superfici, le quali tradiscono uno sguardo ammirato rivolto alla pittura caravaggesca, di cui celebra anche il genere figurativo per eccellenza, la natura morta, con i suoi memorabili cesti di frutta.
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