PERSONAGGI
Una siciliana per "Il Signore degli Anelli": quello che non sapete su Vittoria Alliata di Villafranca
Decisa e combattente, la figlia del principe Francesco Alliata è tornata in Sicilia facendo di Villa Valguarnera, a Bagheria, il centro culturale di tutto il Mediterraneo
Vittoria Alliata di Villafranca nella sua residenza di Villa Valguarnera a Bagheria
Donna intelligentissima e piena di quella grinta e voglia di fare che risulta uno sprone per chiunque la incontri, la Alliata è erede di una famiglia che ha portato alto il nome della Sicilia, non solo in Italia ma a livello internazionale, contribuendo a scrivere la storia di quest'Isola, ieri come oggi, sorpendente e a tratti "irredimibile".
Per comprendere fino in fondo la figura della principessa Alliata bisogna fare un passo indietro e partire dagli studi che l'hanno portata, tra l'altro, ad essere a 17 anni la prima - e l'unica autorizzata - traduttrice de "Il Signore degli anelli", romanzo fantasy epico scritto da J. R. R. Tolkien e ambientato alla fine della Terza Era dell'immaginaria Terra di Mezzo.
Seguono anni di viaggi internazionali - molti dei quali divennero anche pubblicazioni (tra questi "Harem, memorie d'Arabia di una nobildonna siciliana") - di scoperte in giro per il mondo e di tanti incontri che hanno dato origine ad una fitta rete di conoscenze che tutt'oggi giungono a Bagheria per incontrarla.
Tutto questo lontano dalla Sicilia ma sempre con questa terra nel cuore.
Un motto su tutti ha guidato, e guida tutt'ora, Vittoria Alliata, mossa dalla volontà del fare, che è anche la frase che campeggia in uno dei saloni di Villa Valguarnera - splendida villa del '700 nel Palermitano che è anche la sua residenza - dove si legge: "Quello che conta non è essere un principe ma comportarsi come tale".
Il ritorno di Vittoria Alliata in Sicilia, a Bagheria appunto, per riprendere in mano, fattivamente, le proprietà della famiglia, rilanciandone lo splendore, con attività di promozione e sviluppo che si riversano su tutto il territorio siciliano, risale alla fine degli anni '80, prima delle stragi del 1992.
«È stato un atto d'amore verso questa terra, verso le sue origini e verso le origini della mia famiglia - ci ha detto la principessa Alliata - Ho sentito il dovere, un richiamo ad un compito specifico, di tutelare non solo le mie proprietà, preda di famiglie mafiose, ma l'identità della Sicilia che è di tutti e che attraverso l'azione di tutti può ottenere la giusta dignità. Ho dovuto, inoltre, riconquistare la mia libertà».
In quegli anni, infatti, Villa Valguarnera e con lei lo splendido parco, un agro storico vincolato, era occupato dal clan dei Provenzano e, come si legge nel libro di memorie di Francesco Alliata - siciliano illuminato - "Il Mediterraneo era il mio regno", la villa era definita la "San Marino di don Binnu", così come ha raccontato anche in televisione la principessa Alliata.
Anni duri e difficili sono stati quelli che hanno riportato all'antico splendore l'edificio - che tra l'altro custodisce ancora parte del materiale della casa di produzione cinematografica Panaria Film creata dal lungimirante Francesco Alliata - per quanto il parco sia ancora tagliato in due e siano ancora presenti edifici abusivi sequestrati alla mafia che rimangono intoccabili in attesa di giustizia.
«Dopo tanti anni - ha continuato Alliata - non si tratta neanche più di giustizia, si tratta di equità. Ancora oggi vengo considerata una persona che disturba per quanto sia inconfutabile, a mio avviso, che abbia contribuito al rilancio dell'intera cittadina di Bagheria, sovrapponendo all'immagine stereotipata che ne dà la televisione quella di un luogo in cui la bellezza e soprattutto la cultura trovano una via d'espressione».
Solamente nell'ultimo anno, ad esempio, Villa Valguarnera è stata set del film di Ferzan Ozpetek, sede di riprese, per tre mesi, di una serie tv di Sky, e non ultimo luogo scelto dalla coppia di neo sposi composta dal cantautore inglese e leader dei Radiohead Thom Yorke e l’attrice monrealese Dajana Roncione. Per non parlare dei tanti scrittori contemporanei che, dall'Inghilterrra all'India, passano da casa Alliata.
«La mia attività - continua Vittoria Alliata - vuole essere una resistenza attiva attraverso la cultura per rivendicare l'identità della Sicilia, per svinvolarci, tutti, dai tanti meccanisi predatori che, a vario titolo, da secoli vessano questa terra con forme di colonizzazioni rapaci.
È necessario, oggi più che mai, alzare la testa e guardare alle tante potenzialità che la Sicilia offre. Mi rendo conto, però, purtroppo che questo non è un volere condiviso, a molti fa comodo l'immagine stereotipata della nostra Isola.
Io stessa ho scritto una serie televisiva sulla vera storia della Sicilia e mi è stata bocciata dicendomi che non "creerebbe empatia nel pubblico", questo perchè non avrei parlato di mafia e coppole».
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