MODA
Una siciliana per Dior: nella nuova collezione gli "specchi femministi" di Silvia Giambrone
Il brand di moda europeo, tra i più rinomati al mondo, ha scelto le opere di un'artista siciliana per "raccontare" per immagini la nuova collezione autunno-inverno 2021-2022
Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa di Dior dal 2016, ha chiesto la collaborazione per questa collezione che si addentra in un territorio in cui è abolita la dimensione di tempo e spazio, di Silvia Giambrone, artista contemporanea siciliana.
Dalle immagini del video si possono vedere suggestioni, intenzioni e inciampi che danno sostanza e forma all’articolata costellazione di abiti e accessori: il tutto ricreando il mondo delle fiabe.
Centro focale di questa narrazione è, come nelle favole appunto, lo specchio: oggetto simbolo anche nella moda.
La scelta dell'agrigentina Giambrone non è stata casuale, poichè tra le sue opere di punta ci sono, tra le altre produzioni, anche degli specchi.
L'artista considera i suoi specchi, in questo caso, femministi «perché sostituiscono il potere con il conflitto».
Cera e spine prendono il posto della superficie riflettente: del resto spesso bellezza e pericolo vanno di pari passo...
Con le sue opere, dunque, l'artista propone un connubio fatto dalla paura di pungersi e dal conforto della cera, rispondendo ancora una volta al dictat della sua arte.
Come si legge sul suo sito, infatti, attraverso l’utilizzo di diversi linguaggi – performance, installazione, scultura, suono, video – il lavoro della Giambrone esplora le politiche e le pratiche del corpo con una particolare attenzione alle forme più sotterranee di assoggettamento.
La sua ricerca indaga la dimensione politica dell’intimità poiché essa è il terreno in cui si radicano le forze più misteriose di ognuno.
Osservando con sospetto il rapporto tra le relazioni e gli oggetti, che si offrono sempre più come simulacri degli aspetti più reconditi delle dinamiche relazionali, il suo lavoro opera una ricognizione sul domestico e sulle sue tensioni più profonde.
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