ATTUALITÀ
Una chiesetta, un bosco e solo 187 abitanti: è Roccafiorita, il più piccolo Comune del sud
Sta sulla cima di un monte e il panorama intorno è fiabesco, c'è una sola chiesetta e tra i piatti tipici trionfano pasta fresca e biscotti al miele: siamo vicino Messina
Santuario della Madonna dell'Aiuto a Roccafiorita (Messina)
L'unica parrocchia è quella di Santa Maria Immacolata, amministrata dal vicariato di Santa Teresa di Riva "San Basilio Magno" dell'arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela.
Agli albori il piccolo paese vantava soltanto una piccola chiesa che però bruciò per un incidente nel corso dell'Ottocento.
Il fuoco bruciò tutto lasciando intatto soltanto un tabernacolo che conteneva una statua di San Filippo d'Agira (quello dei miracoli) e si dice che uno degli operai che stavano ricostruendo la chiesa prese un po' di calce e la gettò sul viso della statua di San Filippo dicendo: "Tutti i santi si sono bruciati ed è rimasto solo faccia nera".
Negli anni Venti tre bambini Carmelo, Alessandro e Filippo comprarono alla fiera locale una statua della Madonna e decisero che da adulti avrebbero costruito un monumento alla Vergine molto più grande, dedicandole una chiesa.
Durante la seconda guerra uno dei tre, Carmelo, pregò la Madonna perhhé egli potesse sopravvivere. Per l'avvenuta grazia Carmelo commissionò a una ditta d'arte sacra di Roma la costruzione della statua promessa da bambino.
La scultura fu poi benedetta dal Papa (era Pio XII) e un anno dopo fu portata a Roccafiorita dove nel 44 iniziarono la costruzione del santuario sul Monte Kalfa, dove il 24 maggio 1945 fu collocata la statua sacra.
Da allora il monte, considerato consacrato alla Vergine, è noto anche come Montagna della Madonna dell'Aiuto, diventando un centro di fede e di pellegrinaggio.
Durante la festa di San Filippo i paesani portano a spasso la statua per le vie del Comune correndo e ballando ad una velocità sostenuta.
La festa della Madonna è invece quella con le caratteristiche più conosciute: cade nell'ultima settimana di agosto ed è costituita da tre giorni particolari.
L'ultimo venerdì del mese c'è una processione che porta la statua al santuario sul Monte Kalfa, sabato la Madonna viene portata in processione per il Monte e la domenica viene trasportata nuovamente in paese dove con un ultimo giro e i fuochi di artificio si chiudono le festività.
Il territorio è di configurazione montana anche se la distanza dal mare è relativamente poca: tra i prodotti spontanei ci sono i carciofini, il finocchietto e l'origano.
In estate si preparano vari tipi di sottaceti (pomodori secchi e carciofini selvatici sott'olio, olive verdi in salamoia e olive nere essiccate), mentre in primavera si mangiano fave e piselli teneri.
Vengono prodotti anche ricotte e formaggi pecorini e le carni devono essere speciali visto che gli animali sono allevati nel circondario e che vengono celebrati in autunno durante le sagre del paese
Tra i piatti tipici roccafioritani c'è la pasta fresca fatta in casa e condita con sugo di maiale, di castrato o di salsiccia, la carne di pecora o di capra cotta a forno e tra i dolci ci sono la "mustarda", preparato col mosto cotto, e i mastrazzoli che sono biscotti con il miele.
Secondo alcuni studiosi il primo nucleo abitativo di questo paese risale addirittura all'epoca romana, fondato da gente proveniente da Phoinix (era una città vivcina) che nel 36 avanti Cristo aveva ospitato per una notte l'esercito di Sesto Pompeo prima della battaglia contro Ottaviano.
Fu nel Seicento che il Marchese di Limina, Pietro Balsamo, fondò una cittadina nel feudo di cui era proprietario: Acqua Grutta che poi prese il nome di Rocca Kalfa e infine in Roccafiorita che deriva dal latino medievale Rocca Florida.
Il maggior numero di abitanti questo paesino lo ha raggiunto a metà dell'Ottocento: nel 1831 si contavano 535 persone.
Il Comune di Roccafiorita venne anche soppresso durante il Regime fascista: fu aggregato al Mongiuffi Melia ma riacquistò la sua autonomia comunale nel 1947.
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