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Un siciliano dal cuore grande: così "Lillo" da Favara salvò migliaia di ebrei dalla Shoah

Si è reso responsabile di una truffa ai danni della pubblica amministrazione di Varese ma dall'incommensurabile valore umano: a lui la medaglia di "Giusto fra le Nazioni"

  • 24 gennaio 2020

La carta d'identità di Calogero Marrone (foto archivioepensamenti.blogspot.com)

Un siciliano dal cuore grande, come tanti ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno: nell'Isola così come sparsi per il mondo. Lui, Calogero Marrone, da Favara, è uno di quelli da medaglie al valore e noi, da siciliani, non possiamo non ricordarne le gesta.

Come il famoso Schindler, è riuscito a salvare migliaia di ebrei e ad aiutare decine e decine di antifascisti perseguitati dal nazifascismo. Con un modo semplice ma efficace. Una cosa "alla siciliana", se vogliamo, ma per un fine di incommensurabile importanza.

L'anno di nascita di quest'uomo è il 1889. Combatte fra le trincee della Prima Guerra Mondiale e, in quanto reduce - leggiamo nella pagina a lui dedicata su Wikipedia - riesce ad essere assunto presso il Comune di Favara, in provincia di Agrigento. Deve essere uno tosto, Calogero, perché è fra quelli che rifiuteranno di prendere la tessera del partito fascista. Sconta anche alcuni mesi di prigione per via di questa scelta.
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Ma, subito dopo, percorre la strada di tanti ragazzi che fanno armi e bagagli per costruirsi un futuro più roseo. Vince un concorso al Comune di Varese e parte. In valigia non dimentica certamente di portare l'onore e la dignità di uomo che lo hanno già contraddistinto.

A Varese diventa il capo dell'ufficio Anagrafe. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale e le deportazioni non si contano più. Il cuore gli dice di fare qualcosa per aiutare ebrei e antifascisti. Come? Grazie ad una truffa. Calogero si rende responsabile di un'infinità di falsificazioni di documenti utili a far fuggire i deportati.

Qualcuno, però, scopre il suo gioco e lo denuncia. Calogero Marrone viene arrestato e poi trasferito nel campo di concentramento di Dachau, in Germania, dove morirà il 15 febbraio 1945. È stato insignito della medaglia di "Giusto tra le Nazioni", che sta ad indicare coloro i quali hanno agito in modo eroico, pur non essendo ebrei, per salvare delle vite umane dal genocidio.
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