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Un'oasi (spirituale) nel cuore della Sicilia: 183 gradini ti portano fino alla rocca

Si racconta che San Paolino, un eremita cristiano vissuto nel V secolo, abbia scelto proprio questa montagna come luogo di preghiera e meditazione

Erika Diliberto
Giornalista
  • 6 febbraio 2025

Chiesa a Sutera del Santuario diocesano San Paolino

In quello che è il cuore pulsante della Sicilia, circondato dalla bellezza mozzafiato delle colline e degli uliveti circostanti, si erge una suggestiva e pittoresca rocca: Monte San Paolino. L’altura coi suoi 825 metri circa di altezza sul livello del mare, una circonferenza di 1 chilometro e mezzo circa ed una superficie di più di 11 ettari, è non solo un oasi naturale di grande bellezza ma anche un luogo che unisce la spiritualità con la natura incontaminata del territorio circostante.

Monte San Paolino, alle cui pendici, quasi avvinghiato come un edera, si trova il pittoresco paese di Sutera, nel nisseno, ha da sempre affascinato visitatori e pellegrini per la sua atmosfera mistica e per le sue incredibili vedute panoramiche. Il monte ha una storia antica che si intreccia con le tradizioni religiose e culturali della Sicilia.

Si dice, infatti, che San Paolino, un eremita cristiano vissuto nel V secolo, abbia scelto proprio questa montagna come luogo di preghiera e meditazione.
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La sua presenza in loco ha reso il monte un importante centro di devozione e pellegrinaggio nel corso dei secoli, ancora oggi più che mai vivo. Al culmine del Monte si trova il Santuario rupestre di San Paolino; la scalinata che conduce sulla sua sommità è costituita da ben 183 gradini distribuiti in 4 rampe.

Il dislivello tra la parte più elevata dell'abitato e la cima del monte è di 200 - 250 metri circa. Sottoposto al più stretto dei vincoli paesaggistici, dalla sommità del sito è possibile scorgere 25 paesi, il mare di Agrigento, le Madonie, l’altopiano di Enna e sullo sfondo anche l’Etna.

Il Santuario Diocesano San Paolino venne edificato intorno al 1370 da Giovanni III di Chiaramonte, a quel tempo Barone di Sutera, uno dei principali artefici dell’espansione cittadina, oltre che promotore di importanti edificazioni ancora oggi presenti a Sutera.

La tradizione vuole che questo edificio venne realizzato con le macerie di un antico forte bizantino, di cui, probabilmente, i resti potrebbero essere ancora presenti nel sottosuolo. I suoi locali sono arricchiti da splendide opere d’arte, tra cui numerose tele e varie statue, le quali raffigurano Sant’Onofrio, San Paolino e il Santissimo Crocifisso.

Con gli ultimi restauri sono stati riportati alla luce anche delle antiche sepolture, alcune riconducibili a personaggi di spicco nella Sutera del Cinquecento e del Seicento, come i maggiori rappresentanti delle storiche famiglie nobiliari del territorio. Il Santuario Diocesano San Paolino custodisce degli importanti reliquiari, con un’urna di San Paolino, dove sono contenute le Sacre Reliquie di San Paolino, San Damiano, San Pietro Martire e San Archileone.

Il manufatto è stato realizzato in legno, con dei prestigiosi dettagli in argento, lasciando presagire che venne creato da un esperto orefice vista la dovizia nei particolari. Un altro reliquiario simile è l’urna di Sant’Onofrio, realizzata dal palermitano Francesco Rivelo nel 1649, pregevole espressione dell'arte barocca, al cui interno sono poste le reliquie di Sant’Anacoreta.

A Sutera, il martedì dopo Pasqua si celebra la festa di San Paolino, compatrono del paese, detta anche Pasquone, appunto perché cade il giorno dopo Pasquetta. L’attesa festa nacque secoli or sono dopo la traslazione delle sacre reliquie dei due santi custoditi all'interno di "li Santi Casci", San Paolino e Sant'Onofrio (altro compatrono).

Le urne, che secondo tradizione ospitano le spoglie mortali dei due santi, vengono portate in spalla in una spettacolare processione con le tre confraternite del SS. Sacramento (bianchi), dello Spirito Santo (rossi) e di Maria SS. Degli Agonizzanti (verdi), e con la statua di San Paolino sfilano per le strette stradine mentre i fedeli implorano l'intercessione dei due Santi.

Ogni anno la ricorrenza richiama a se numerosi visitatori e fedeli che si inerpicano a piedi sulla rocca per assistere alla processione verso la chiesa di S. Agata, da dove poi, sia i simulacri che "li Santi Casci", ritorneranno sulla Rocca la domenica successiva.

Oltre alla struttura in sé, il Santuario Diocesano San Paolino è arricchito da uno scenografico percorso che porta al suo interno, interamente realizzato scavando nella roccia e da cui è possibile ammirare altri punti d’interesse durante il tragitto, come la campanella risalente al 57 d.C. e ricordata per essere stata il primo luogo ad ospitare una croce cristiana nella città di Sutera.

Secondo quanto riportano le fonti storiche a nostra disposizione la rocca di Sutera fu anche teatro di una prigionia illustre. Filippo d’Angiò, Principe di Taranto e secondogenito del Re di Napoli, infatti, fu fatto prigioniero da Federico II d’Aragona, in seguito alla battaglia di Falconara che ha avuto luogo nel 1299.

Il Principe Filippo fu portato dapprima nel castello di Cefalù e dopo, nella roccaforte di Sutera. A seguito poi della pace siglata a Calabellotta nel 1302, tra gli angioini e gli aragonesi, il Re di Trinacria in persona, ossia Federico II d’Aragona, si recò in paese per liberare l’antico avversario.

Il Monte San Paolino è un gioiello nascosto della Sicilia, una fusione di spiritualità e natura che non può non catturare l’immaginazione e l’anima di chiunque lo visiti.

Con la sua storia antica, i suoi santuari rupestri, i panorami mozzafiato e la sua atmosfera di pace e serenità, questo sacro monte rimane un luogo di ispirazione e riflessione per tutti coloro che avranno la fortuna di scoprirlo.
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