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Un nuovo virus (misterioso) viene dal Congo: un medico siciliano ci svela la "Malattia X"

I sintomi sono simili a quelli dell'influenza, ma, in Congo, ha già causato diverse morti. Niente panico, l'infettivologo siciliano Antonio Cascio invita a stare sereni

  • 10 dicembre 2024

L'infettivologo Antonio Cascio

Un nuovo virus sta creando il panico. I sintomi sono simili a quelli dell'influenza, ma, in Congo, ha già causato diverse morti. Gli esperti, tuttavia, ci tranquillizzano: al momento niente panico, non siamo interessati dalla cosiddetta "Malattia X". Così chiamata perché, ad oggi, non si sa nulla, né l'origine né se sia già stata presente in passato.

Nei giorni scorsi, si è parlato di un primo caso in Italia, a Lucca, in Toscana (anche se non c'è la certezza al 100% che si tratti del virus del Congo). Dobbiamo, quindi, temere un'altra emergenza come quella del Coronavirus? Gli esperti sono chiari: "No, ma occorre prestare la massima attenzione - spiega Antonio Cascio, infettivologo -.

Si pensa che possa trattarsi di una sorta di influenza. C’è chi ha parlato anche di Mycoplasma pneumoniae, un batterio che causa infezioni delle vie respiratorie.

In realtà, ancora è troppo presto per avere risposte certe per capire se si tratta di un microorganismo già associato a patologie umane oppure di microorganismo emergente che abbia fatto il cosiddetto salto di specie (spillover)».
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La mattina del 9 dicembre, secondo ProMED, i casi segnalati sarebbero 416 con 135 morti di cui 31 avvenute in strutture sanitarie. La fascia di età con la mortalità più elevata sembrerebbe essere quella tra i 15 e i 18 anni. I sintomi sono febbre, mal di testa, rinorrea, dispnea, tosse, vomito e anemia.

«È strano che il virus si accompagni all’anemia - prosegue Cascio -. Cosa che, in genere, la polmonite non comporta. Ci sono, al momento, troppe lacune per potersi esprimere e per dire se, realmente, è un qualcosa che si sta propagando e con quale velocità lo stia facendo.

Al momento, con riferimento al Congo, ci sarebbe circa l’8% di mortalità, ma non sappiamo qual è il denominatore e quante persone siano state realmente colpite.

Voglio dire che in Congo possono esserci tante persone con sintomi lievissimi e i sintomi gravi averli una piccola percentuale della popolazione. Ci mancano troppe informazioni».

La domanda, adesso, è: come ci proteggiamo? La risposta è semplice: con controlli alle frontiere. «Fondamentale anche la sorveglianza virologica - spiega Antonio Cascio -. Se arrivano persone da quelle zone colpite dal "Virus Congo", occorre tenerle in isolamento, in quarantena e fare tutti i controlli del caso prima che entrino in contatto con la comunità.

Ritengo, comunque, che noi dobbiamo stare sereni e seguire le indicazioni che ci saranno fornite dalle autorità sanitarie e dal nostro Ministero della Salute. Al momento, però, evitiamo di creare allarmismi».

C'è chi vuole già correre all'utilizzo di precauzioni, come lavarsi frequentemente le mani per proteggersi dal virus, ma l’infettivologo Cascio frena: «È sicuramente una buona abitudine, ma, al momento, non c’è alcun rischio qui da noi di poter contrarre questa misteriosa malattia. Le informazioni corrono velocemente e non dobbiamo creare una cattiva informazione e allarmismi inutili.

Certo, i morti accertati sono tanti ed è giusto che le autorità sanitarie se ne interessino e lo stanno facendo. Attendiamo tutti con ansia gli esiti degli esami microbiologici che verosimilmente potranno essere disponibili fra 5-10 giorni. Quindi, è da ribadire l’invito a restare sereni».
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