STORIE

HomeNewsAttualitàStorie

Il raro lavoro del reliquiarista: santi e beati nelle mani del siciliano Cottone

Attraverso la sua grande passione per il restauro è riuscito a prendere le redini di un mestiere che un tempo era appannaggio esclusivo delle suore

Fabiola Pepe
Giornalista
  • 15 dicembre 2024

Antonino Cottone

Confeziona ad arte teche e reliquiari commissionati da tutto il mondo. In questo consiste la rara professione di Antonino Cottone, siciliano originario di Misilmeri.

Da Roma a Cascia, da Pietrelcina a Betlemme: il singolare artigiano è un reliquiarista, locuzione coniata dallo stesso, una figura che vanta solo due professionisti in Italia e pochi a livello internazionale.

Prima di occuparsi di sacre reliquie, Antonino Cottone ha studiato presso lo "Studium della Congregazione delle Cause dei Santi", oggi Dicastero, dove si formano i postulatori, coloro che si occupano delle cause di Beatificazione e Canonizzazione.

Attraverso la sua grande passione per il restauro è riuscito a prendere le redini di un mestiere che racchiude in sé mistero e sacralità, un tempo appannaggio esclusivo delle suore di clausura.

«È una grande responsabilità vedermi commissionato qualcosa che per la comunità cristiana ha un valore così inestimabile per la memoria religiosa», spiega il professionista siciliano di 43 anni, che dal 2013 si è occupato di diversi lavori per le principali Postulazioni e alcune Diocesi.
Adv
Lavori di grande rilievo come «la preparazione del reliquiario contenente un frammento della Sacra Culla custodita a Santa Maria Maggiore, che Papa Francesco ha donato alla Basilica di Betlemme- continua- un lavoro che ho eseguito con grande passione».

Mani sapienti, guidate da conoscenza e maestria, si prendono cura di venerabili resti. Questi vengono poi collocati in teche o reliquiari, dove tessuti preziosi si intrecciano con le lavorazioni artigianali, secondo l’antica tecnica dei Paperoles. Si tratta della cosiddetta arte della “filigrana di carta” che affonda le sue radici nel Medioevo.

«Il confezionamento è un lavoro di tecnica- spiega- che segue un processo differente in base all’entità del frammento: come le ossa, o capelli o stoffa intrisa di sangue». A questa segue il lavoro di trattamento, che richiede competenze sia canoniche sia scientifiche soprattutto relativamente ai frammenti ossei, o corporei.

Anche per questi motivi Antonino Cottone è chiamato spesso a viaggiare. “Alcuni lavori mi hanno portato fino a Panama dove, insieme a un collega, sono stato impegnato nella ricognizione canonica delle spoglie di un padre agostiniano e di una donna laica, che abbiamo traslato e trattato per la conservazione”.

A conclusione di ogni lavoro, la teca o il reliquiario viene chiusa con un sigillo in ceralacca della Postulazione generale o della Curia diocesana cui il Santo o il Beato appartengono, il tutto viene accompagnato dal certificato di autenticità.

A questo proposito, l’esperienza del reliquiarista è di rilevante importanza: «Ho svolto una consulenza su alcune reliquie a Vancouver, in Canada, per verificare l’autenticità di numerose teche e reliquiari provenienti da una Lipsanoteca (luogo dove si conservano le reliquie) che era stata lasciata alla Diocesi da un sacerdote defunto».

Il controllo di un esperto permette di scongiurare la circolazione di teche prodotte da falsari. Tra i numerosi incarichi commissionati dalla Postulazione generale dell’ordine degli Agostiniani, Carmelitani, Frati Minori, Frati minori Cappuccini e altri, c’è anche quello dell’Arcidiocesi di Palermo del 2017.

«Mi affidarono il trattamento e il confezionamento delle teche contenenti le reliquie del Beato Padre Puglisi. – racconta Cottone- Dopo la beatificazione, mi vennero consegnati dei lini con cui venne tamponata la ferita d’arma da fuoco che procurò la morte del sacerdote di Brancaccio».

Di questa particolare commessa, legata al parroco simbolo della lotta alla mafia, ne parla con particolare trasporto: «C’è sempre una forte componente emotiva nel mio lavoro, entrare in contatto con la costola di Santa Rita è stata una grande emozione che quasi mi tremavano le mani - racconta - la stessa che ho provato con alcune reliquie del Beato Giuseppe Puglisi, al quale ho servito anche messa da bambino».

Tra i suoi lavori più recenti il trattamento del corpo di Santa Maria di Gesù Santocanale, che si conserva a Cinisi. Inoltre, i reliquiari per la Canonizzazione della Beata Elena Guerra, per i Beati Martiri di Damasco e la Beata Maria Leonia Paradis, presentati lo scorso ottobre durante la celebrazione di Canonizzazione, che ha visto il reliquiarista in piazza San Pietro per la consegna ufficiale alla presenza del Papa.

Infine, si occuperà anche della preparazione delle reliquie in vista della Canonizzazione del Beato Carlo Acutis che avverrà il 27 aprile 2025.
Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI