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Quando la Sicilia era dei pirati: ritrovato il "bottino" (messo in salvo) a Pantelleria

Queste monete furono coniate a Roma e furono nascoste all’epoca delle prime guerre civili dagli antichi abitanti dell’isola, nei pressi dell’Acropoli di San Marco

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 13 settembre 2024

Una delle monete ritrovate a Pantelleria

Tramite un post pubblicato lo scorso 2 settembre su Facebook e una nota redatta sul sito ufficiale della Regione siciliana, l’assessorato ai Beni culturali ha reso noto che alcune monete romane di epoca tarda repubblicana sono state trovate all’interno di uno dei siti archeologici più importanti dell’isola di Pantelleria.

Queste monete furono coniate a Roma e furono nascoste all’epoca delle prime guerre civili dagli antichi abitanti dell’isola, nei pressi dell’Acropoli di San Marco, da decenni interessata da alcuni scavi gestiti dagli archeologi dell’Università tedesca di Tubinga.

Si tratta di alcuni denari d’argento, tra le monete romane più comuni in assoluto, il cui singolo valore attuale equivarrebbe a circa 20 dollari.

Secondo gli storici, queste monete furono messe in salvo subito prima l’attacco di una nave di pirati, che all’epoca imperversavano su tutte le coste della Sicilia e del Mediterraneo centro - orientale, dimostrandosi tra i più feroci avversari dell’esercito romano.
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Questi stessi pirati vennero sterminati dallo stesso Giulio Cesare e da Pompeo Magno durante le loro prime campagne militari, prima però di essere spalleggiati dal partito repubblicano guidato dal figlio di quest’ultimo, Sesto Pompeo, successivamente alla morte dell’ultimo tiranno di Roma.

Durante l’epoca delle guerre civili, la Sicilia divenne infatti la sede di una delle più grandi marine del Mediterraneo, costituita quasi esclusivamente da navi piratesche.

Queste flotte pirata riuscirono persino a sconfiggere Ottaviano Augusto durante la Battaglia dello Stretto di Messina, nel 38 a.C., prima però di essere severamente sconfitte dal suo futuro genero e ammiraglio Agrippa a Naulocoo, vicino la moderna Milazzo.

«Questa scoperta – ha affermato l’assessore ai beni Culturali e dell’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato - oltre al valore intrinseco legato ai reperti, offre informazioni preziose per la ricostruzione di accadimenti, contatti commerciali e relazioni politiche che hanno segnato il Mediterraneo in età Repubblicana».

Le monete raffigurano sulla loro superficie la tipica testa elmata di Roma, simbolo della potenza militare della Repubblica, e la famosa scena dell’allattamento della lupa di Romolo e Remo, sotto al fico ruminale. Una moneta dispone però anche la rappresentazione della dea Vittoria su una quadriga cerimoniale.

All’epoca delle guerre civili, questi disegni venivano usati dai senatori e dai consoli per ragioni di propaganda e uno dei primi denari che cercò di adottare una nuova iconografia fu proprio quello coniato da Sesto Pompeo.
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