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Un assaggio per chi non può andare: la vista su Palermo dall'alto di Santa Caterina

Un video ci mostra cosa possiamo osservare se arriviamo sui tetti dell'ex convento di clausura di Palermo, un immenso e e prezioso complesso monumentale

Balarm
La redazione
  • 10 settembre 2019

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Da pochi anni le porte del monastero di Santa Caterina (con ingresso da piazza Pretoria e da piazza Bellini) sono aperte e accolgono turisti e cittadini: si può visitare il tetto con una veduta mozzafiato su Palermo, le sue cupole e tutte le montagne che avvolgono la città.

È anche possibile visitare il museo con tutto quello che è stato trovato dentro il monastero: a partire dagli arnesi usati dalle monache (non più utilizzabili perché vietati dalle normative vigenti) come le canne di fiume dove si avvolgeva la pasta delle scorze dei cannoli per friggerle. Sono poi esposti anche antichi lemmi e altri strumenti da cucina, gli arazzi, ostensori e statue sacre.

Ma la parte sicuramente più prelibata e succulenta è quella della pasticceria sita al primo della struttura costruita nel Seicento (aperta tutti i giorni), dove dentro una sala ampia si trovano (e si acquistano) freschissimi e profumatissimi dolci come cannoli, minne di vergine, dolcetti alle mandorle, teste di turco, torte Maria Stuarda, le fedde del cancelliere, il cous cous dolce, cassate e martorana.
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Un po' di storia: il monumento nacque dopo il 1310 per volontà di Benedetta Mastrangelo, dama palermitana, vedova e senza figli, e della madre Palma Mastrangelo, sulle case che la famiglia possedeva sul Cassaro e che erano già state dell’ammiraglio di re Ruggero II, Giorgio d’Antiochia Nel XVII secolo il monastero era diventato per ricchezza ed estensione uno dei più prestigiosi.

Al suo interno si conservano opere affascinanti e d’interesse storico, come il portale trecentesco dell’aula del Capitolo o la fontana in marmo con la statua di San Domenico, creatura di Ignazio Marabitti.

Il convento era famoso per la sua produzione dolciaria e fino agli anni Ottanta del ventesimo secolo era possibile acquistare le paste delle monache attraverso una ruota di metallo, accedendo dall'ingresso di piazza Bellini. La vendita dei dolci fu per molto tempo l’unico mezzo di sostentamento delle religiose.

Le ultime tre domenicane, ormai anziane, hanno lasciato il complesso di Santa Caterina nel 2014, per trasferirsi nel convento di Santa Agnese, a Rieti. Il progetto della Soprintendenza, del Fec e della Diocesi ha trasformato il monastero in un vero e proprio museo, aperto al pubblico.

Per il contributo video si ringrazia Palermocitywalk.
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