STORIE
Un agrotecnico, un rockettaro e un origano di 4 colori: la ricetta selvatica di Sebastian e Dario
I due fratelli di Castroreale hanno dato il via (in piena pandemia) alla produzione di origano, capperi e cucunci lungo le zone collinari e montane del messinese
Sebastian e Dario Triolo
Non potrebbero essere più diversi tra loro ma si inquadrano e si incastrano nella propria “confort zone” che è quella della coltivazione della terra facendosi cullare dal mood spontaneo che l’ambiente regala tra origano, capperi e cucunci di smagliante ghiottoneria.
Ed è così che una coppia di fratelli di Castroreale, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, ha fatto di questo “dondolio di Madre Natura” una fonte occupazionale, una piccola attività che mette al centro un sogno: mantenere e rispettare l’identità delle proprie origini, valore che tantissime nuove generazioni perdono durante le fughe dal proprio paese in cerca di un futuro.
Loro sono Sebastian e Dario Triolo (31 anni e 26 anni) che hanno creato già da tre anni (in pieno incubo Coronavirus) la produzione di materie prime che si incontrano lungo le zone collinari e montane del messinese.
Ed è così che quel lampo di genio irrompe nel suo destino, quell’Eureka che lo induce a trainare anche in seconda battuta il fratellino nella produzione e trasformazione di aromi selvatici: origano dei Monti Peloritani di quattro varietà (bianco – rosa - viola – rosso) che crescono fino a 1200 metri a ridosso di Bafia – ultima parte di Castroreale; poi anche capperi e cucunci.
A decollare è la loro azienda agricola che unisce i due ragazzi, oltre che con il legame genetico, per ciò che serve a garantire una nutrizione sana e ad imbandire una tavola gustosa, grazie ai prodotti cresciuti genuinamente nei campi.
Il segreto di questi fratelli (specialmente del maggiore) è l’aver saputo sfruttare tutte le peculiarità agricole ed erbacee e come queste interagiscono con il clima e l’habitat, se litigano o convolano a nozze.
«Una di queste, senza voler fare "l'Alberto Angela" della situazione - secondo Sebastian -, è la roccia calcarenitica su cui si adagia il Borgo Castroregalese insieme all’altezza sul livello del mare del colle Torace. Da qui, si costituisce un tipo di Cucuncio molto profumato e dal sapore intenso, riconoscibile di Castroreale.
All’assaggio ci si invaghisce prima dell’energia, dopo un breve lasso di tempo della morbidezza. Il fattore estetico su cui non si può entrare in confusione è la netta forbice della grandezza dei Cucunci: più sono piccoli più appaiono persistenti al palato, se i Cucunci sono più grossi risultano di gusto più soave».
Ma tornando alla diversità di formazione dei due fratelli, vi raccontiamo che il più giovane Dario si è laureato nella branca musicale a Reggio Calabria, canta e suona sia la chitarra che il pianoforte, oltre che impartire lezioni private degli stessi strumenti ed “allenarsi” con i suoi colleghi. E mentre bada alle piante di origano, capperi e cucunci, si impegna a realizzare qualche concerto qua e là con la sua band.
Sebastian è stato chiamato, nell’ultimo anno, dal Ministero della Pubblica Istruzione per svolgere delle supplenze in due istituti superiori di settore con indirizzo biologico, in provincia di Messina (Patti e Sant’Agata di Militello) ma compie anche consulenze in Enti pubblici nella sua posizione di agrotecnico, partecipa a progetti di previsione per i fondi Pnrr (per es. nel Comune di Castroreale) ed è membro dal 2019 della Commissione Vinca (Valutazione di Incidenza Impatto Ambientale) del Comune di Messina.
Il duo Triolo possiede a Bafia sia i terreni a vocazione agricola di 2 ettari e mezzo sia il laboratorio artigianale dove si preparano i prodotti finiti (non molto lontano dall’abitazione). Sta anche provvedendo ad ampliare e diversificare il proprio circolo di affari cercando altri appezzamenti, magari per il comodato d’uso o affitto.
Dalla frutta secca, i due fratelli hanno in progetto di creare nel 2023 delle creme spalmabili sia dolci che salate, poi delle granelle e farine e delle paste dense per creare le paste secche (“anche se già per le nocciole – avverte il titolare senior - abbiamo intrapreso dal 2020 l’estrazione e la lavorazione di granella e farina”).
Ovviamente è una immensa innovazione sotto il profilo commerciale anche perché avrà costi diversi in base alla reperibilità e alla stima del frutto sul mercato. Pensiamo alla farina di pistacchio che sta diventando introvabile in certe zone della Sicilia, laddove prima ce n’era una miniera.
Per questa mission, la coppia imprenditoriale si avvale già di una raffinatrice che richiede un esercizio più meticoloso dell’attrezzo ed un’abilità più laboriosa, quantomeno più insolita dall’impiego del mulino adatto per il grano.
Sebastian e Dario sanno di aver tra le mani dei prodotti naturali di altissima qualità, di nicchia, distinguibili dalla Grande Distribuzione. Non fanno utilizzo di alcuna sostanza chimica nel loro metodo di coltivazione.
Vista la presenza variegata è interessante dare merito a tutte le specialità che vengono distribuite in tanti formati: Origano selvatico dei Peloritani, Capperi Selvatici di Castroreale con il relativo Patè di Capperi Selvatici, Cucunci Selvatici di Castroreale anche sotto sale o sottaceto o in mazzetto, Peperoncini siciliani secchi e non, non troppo piccanti, anche in crema rossa e verde, Fichi secchi, Pomodori siciliani secchi in siccagno.
Poi, tutta la sezione frutta secca quali le Noci che arrivano dalla propria area di Bafia, per gli altri tipi ci si accorda con i fornitori o per farseli portare o per andare a raccoglierli personalmente e infine trasformarli vedi le Nocciole di Fondachelli-Fantina sgusciate, tostate e spellate, Mandorle Pizzute bis del Consorzio di Avola (il top di questo genere) sgusciate.
Per il pistacchio si deve aprire un capitolo a parte «perché sarà introdotto più in là col tempo - ci fa una rivelazione Sebastian -. La novità è che non possiamo più parlare solo di Pistacchio di Bronte che scarseggia sempre di più – è sicuro di non pronunciare un’eresia -. C’è una maggior quantità di Pistacchieri nella vallata di Caltanissetta ed Agrigento, addirittura il triplo di quelli di Bronte negli ultimi cinque anni».
Questi sono ragazzi dai ragionamenti cristallini perché amano la crescita individuale e del proprio paese. All’interno della loro tenuta, ci sarà spazio per costruire l’Angolo della Degustazione intercettando dei finanziamenti regionali per una sperimentazione entro l’estate del 2023, dal momento che per ora non rinunciano alle programmazioni conviviali: queste sono perlappunto sporadiche perché per gestirle bisogna chiedere la concessione pubblica temporanea.
Sebastian e Dario sono supportati dai genitori come attività secondaria: il padre Giuseppe Triolo, detto Pippo – di mestiere cantoniere si occupa principalmente della cura terreni come per la potatura e scerbatura mentre la madre Nerina Lanza – casalinga è dedicata più al confezionamento.
I due fratelli coordinano l’etichettatura che, in alcuni casi, viene eseguita anche manualmente, oltre che con il macchinario apposito. I Triolo’s brothers si sono ritagliati una delicata fetta di mercato che offre anche luminose quanto robuste opportunità di progresso, soprattutto con il loro stile di esplorare e di ricercare spunti nuovi.
Si sono espansi anche nelle spedizioni in tutta Italia, Isole comprese e Unione Europea e in più ogni tanto offrono qualche dritta o meglio qualche perla di saggezza in cucina per incrementare i loro fans anche tra i degustatori che frequentano i Social Network.
Ecco che vi lasciano con l’acquolina in bocca suggerendovi: “Avete mai provato a fare il riso nero con le nostre Mandorle di Avola bis sgusciate?” Loro lo hanno collaudato e il risultato è davvero golosissimo.
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