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"U lattaru, i ceusi e i cruzzitieddi": un pezzo di storia nello Zibaldone palermitano 2023

Lo Zibaldone palermitano, disponibile nelle edicole e nelle librerie, accompagna i lettori alla scoperta delle nostre radici affinchè non vengano dimenticate

Balarm
La redazione
  • 16 novembre 2022

Il genio di Palermo (foto da Antudo)

Anche quest’anno giunge in librerie e edicole il gradevole e atteso appuntamento dello Zibaldone palermitano per il 2023, curato da Sebastiano Catalano e da Gioacchino Edoardo Lazzara, con la prefazione di Lino Buscemi per i tipi delle Arti Grafiche Palermitane Edizioni.

Lo Zibaldone palermitano accompagna i lettori, giorno dopo giorno, alla scoperta delle nostre radici, affinché esse non vengano dimenticate, affinché la memoria della nostra storia continui ad essere stimolo per riflettere su come siano cambiati nel tempo i costumi della nostra società.

Molti sono i temi trattati, sempre interessanti, che spaziano da vecchi articoli di riviste e giornali del passato ad alcuni più recenti di vari studiosi palermitani delle tradizioni della nostra città, contributi dovuti a personalità del mondo della cultura, delle arti e delle professioni che arricchiscono questo Zibaldone, come, per citarne alcuni, la professoressa Lea Di Salvo, Sebastiano Catalano, l’architetto Vittorio Noto, Gianluca Pipitò, Giovanni Basile, Gino Pantaleone, Pietro Todaro, lo storico Lino Buscemi, che in questo numero offre una bella panoramica della storia dei sindaci che ci hanno governati.
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È veramente bello venire a conoscenza della vita e delle gesta di alcuni personaggi della storia passata i cui nomi sono rimasti nella toponomastica della nostra città, come la storia di Don Pietro Baron Pisani, del matematico Michele Cipolla, di Gaetano La Loggia, di Luigi Biondo, il grande benefattore di Palermo del quale pochi conoscono la vita.

Non mancano poi, come nelle altre edizioni, tante curiosità che aprono squarci della nostra storia cittadina, come ricette antiche (i cruzzitieddi chi cutini e i fasuoli cu l’accia), come le arti e i mestieri di un tempo che ormai sono scomparsi come u cappidderi (venditore ambulante di cappelli), l’ovaro (piccolo venditore di uova), u lattaru (venditore di latte fresco munto al momento), i Ceusi (venditore di gelsi, passava alle prime luci dell’alba, con i cesti di vimine, ricoperti dalle foglie e dentro i gelsi, urlava “aiu ceusi ... ceusi nivuri nivuri, a stura varrifriscanu”) e tanti altri che sono un barometro di quanto sia cambiata la nostra società.

Lo Zibaldone palermitano 2023 è un pezzo da collezionare, da leggere, da consultare, da usare per segnare i nostri impegni, da conservare come un pezzo della nostra storia.
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