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Timida, cresciuta a teatro e alla Kalsa: la vita e l'amore (senza social) di Noa Flandina

Figlia d'arte, trascorre la vita tra Palermo e Firenze dove trova lo spunto per uno spettacolo tutto suo, sempre con la guida di mamma Elisa

  • 31 dicembre 2024

Noa Flandina

Trionfa l'arte siciliana nel Dna di Noa Flandina, una bella giovane del nuovo millennio, classe 2003, sguardo e sorriso luminoso.

Il senso di appartenenza di una giovane palermitana è un fatto che colpisce. Figlia di Elisa Parrinello, non è solo figlia d'arte ma "nipote d'arte". I nonni materni, Vito Parrinello e Rosa Mistretta, sono stati pilastri della cultura siciliana.

Noa possiede un forte senso dell'appartenenza che la racconta molto bene e colora la generazione odierna. Dopo avere studiato al Liceo Artistico "Damiani Almeyda" di Palermo (scenografia), oggi è studentessa alla facoltà di "Progettazione e Gestione di Eventi e Impresa dell'Arte dello Spettacolo" presso l'Università degli Studi di Firenze.

Ma prima di compiere questa scelta Noa è stata una bambina un po' timida. «Cresciuta all'interno del teatro popolare della Kalsa - Noa afferma - tutta la mia vita l'ho passata lì».
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La mamma Elisa è il volto femminile del Teatro della Kalsa, regista di diversi spettacoli. «Mi appassionavano gli occhi delle persone che guardavano la mia famiglia esibirsi. C'era una magia e un amore incredibile sul quel palco. Io, però, ero abbastanza timida».

Quando Noa si fa più grande è proprio nonno Vito che la coinvolge con "i picciotti della Lapa". «Un giorno nonno ha acquistato una lapa con l'idea di fare un ridotto del nostro Teatro, che è già piccolo - sorride Noa». In effetti quella lapa sarà un teatro mobile, itinerante.

Anche la nonna materna, Rosa Mistretta, è stata fonte di ispirazione per il canto, infatti Noa afferma: «Non mi paragono minimamente a lei, la porto su un piatto d'oro perchè c'è tanto amore nell'aria quando mia nonna Rosa canta. Mi ispiro e cerco di prendere qualcosa dalla sua arte».

La mamma, Elisa Parrinello, è il suo principale riferimento artistico e a questo proposito Noa dolcemente riconosce : «Ho fatto tutto con mamma. Mia madre è un po' la mamma di tutti i ragazzi del nostro teatro». Noa è stata inoltre allieva di maestri come Filippo Luna e Gigi Borruso, con cui ha studiato discipline come teatro-danza e tip-tap.

Noa Flandina ha due sorelle di cui va molto orgogliosa.

A Firenze, un giorno, per gioco, Noa si ritrova a cantare nella sua stanza insieme alla sua amica Vittoria Zani. «Abbiamo cominciato a postare dei video sui social e abbiamo visto che c'era un notevole riscontro finchè mamma ci ha chiesto: ma perchè non fate uno spettacolo? Scrivetelo, createlo che lo mettiamo in scena!».

Così nasce "Il primo appuntamento" che Noa racconta così: «È un piccolo dialogo tra me e Vittoria affrontando il tema più sensibile per noi - l'Amore. Nella nostra generazione l'amore è una grande incognita». In una società apparentemente facile dove esistono diversi canali per entrare in contatto con l'altro, far scattare la scintilla, invece, è molto difficile, c'è solitudine.

Due ragazze emotive e passionali decidono quindi di parlare dell'Amore, quella cosa che conoscono meno e di più allo stesso tempo. Due giovani donne conversano partendo dalle loro prime esperienze.

«Noi giovani abbiamo un sacco di distrazioni - dice Noa -. Siamo sempre attaccati ai cellulari, se dobbiamo conoscere qualcuno abbiamo un'app per incontri. Non c'è più stabilità nei rapporti, la profondità nello scoprire l'altro. C'è troppa superficialità. È un po' come con i coriandoli - belli quando li spari ma poi non c'è più niente».

Noa e Vittoria affrontanto temi sociali moderni come il "ghosting" «Quando un ragazzo o una ragazza spariscono improvvisamente senza una spiegazione», e il "love bombing" (Bombardamento d'amore ndr) «Quando una persona appena conosciuta ti fa subito mille complimenti, per poi sparire immeditamente o nel tempo - tipico atteggiamento del narciso o di chi ha bisogno di farsi amare».

Uno spettacolo improntato sul dialogo che include anche parti musicali. Una trama che si dipana tra simpatia, verità, e canzoni. Noa, voce e chitarra; Vittoria, voce.

Un vero appuntamento, quindi, dove si parla delle difficoltà dell'amore della generazione Zeta, dal primo amore al tradimento. Quando le chiedo di confrontare Firenze e Palermo dal punto di vista artistico Noa prontamente risponde: «Paradossalmente c'è più teatro qua. È un peccato perchè Firenze è meravigliosa ed è la mia seconda casa. E' un peccato che ci siano poche realtà che riescano a portare gente a teatro».

Noa Flandina, vista la giovane età, è piena di sogni. «Ci racconta che le piacerebbe un giorno avere le redini del Teatro di famiglia. Penso che sia una cosa molto importante non solo per noi ma per la città di Palermo».

Il Teatro oggi è un posto accogliente frequentato da chi ha bisogno o desidera stare in mezzo agli altri. Ma prima di questo, dopo la laurea, Noa pensa di restare a Firenze perchè come afferma «ho bisogno ancora di raccogliere un po' di "cose umane" e formative».

Attualmente lavora nell'ambito del cinema come assistente casting.

Noa sogna di fare l'attrice ma nel teatro: «Le vibrazioni che arrivano sul palco sono del tutto diverse - ammette. Da bambina sognavo di fare la regista, sia teatrale che cinematografica. È un sogno che ho tuttora».
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