Ti curano e si mangiano, sono da riscoprire: le erbe (vero) tesoro delle Madonie
Alcune sono poco conosciute ma provengono direttamente dalla tradizione contadine siciliana. Ora in questo territorio si fa rete per non perderle e tutelarle

Uno scorcio del Parco delle Madonie
Le loro prime coltivazioni risalgono a un periodo storico antecedente l’arrivo dei romani in Sicilia e attorno a loro sono nate diverse leggende, che fanno ormai parte della nostra cultura.
Negli scorsi decenni alcune di queste piante hanno rischiato tuttavia di scomparire dalla produzione agricola siciliana, a seguito del progressivo abbandono delle campagne e per la riconversione dei terreni.
Fortunatamente questo rischio è ormai un ricordo del passato, grazie alle scelte di alcuni imprenditori agricoli che hanno deciso di tornare alle origini e cominciare a dedicare parte dei loro terreni alla coltivazione dell’erbe.
Abbiamo già parlato di una di queste imprenditrici, Francesca Cinquemani, che coraggiosamente ha deciso di cominciare a coltivare la lavanda nel suo paese natale, Cianciana.
Oggi vi vogliamo parlare di un’altra realtà simile, sita nel cuore delle Madonie. Si tratta del Polo Aromatiche Madonie, una realtà che comprende diverse imprese agricole, diversi commercianti e varie istituzioni scientifiche come il Museo Francesco Minà Palumbo e l'Istituto Idimed Aps, che ha il principale scopo di salvaguardare la produzione e la vendita delle piante aromatiche siciliane, favorendo lo sviluppo economico delle aree rurali.
Tra le specie aromatiche coltivate dai partecipanti di quest’iniziativa abbiamo per esempio la già citata lavanda, alcune varietà di peperoncino, l’origano - che da secoli viene usato per contrastare la stitichezza e per regolare l’assorbimento del colesterolo e degli zuccheri – e il timo, considerato da sempre l’antibiotico per eccellenza della cultura popolare.
Molto importanti per la produzione agricola della Sicilia sono anche il rosmarino e la salvia, che non possono mancare all’interno di una cucina siciliana, essendo tra gli ingredienti principali di diverse ricette tipiche della nostra regione.
Un po’ come l’alloro, che oltre a essere stata considerata durante il medioevo “la pianta nobile” per eccellenza, ha diverse proprietà diuretiche e astringenti e viene solitamente usato in diverse ricette di pesce, essendo in grado di far esaltare il sapore di determinati alimenti.
Non dimentichiamoci poi del finocchietto selvatico, una delle piante più importanti dei ricettari gastronomici siciliani, la cui introduzione nella coltivazione orticola è avvenuta in un periodo più recente, ovvero il XVI secolo, ma al contempo è stata tra le più innovative, poiché è avvenuta con la consapevolezza di selezionare le varietà più dolci.
Il Polo Aromatiche Madonie ha anche deciso di coltivare altre piante aromatiche, solitamente meno note al grande pubblico, come il sommacco (Rhus coriaria), i cui principi attivi proteggono il cuore e tengono sotto controllo i livelli di glicemia, la calendula, la maggiorana (Origanum majorana), che viene solitamente usata per contrastare nausea e flatulenze, e la nepetella (Clinopodium nepeta).
In natura esistono inoltre diverse altre specie aromatiche ed erbe selvatiche che sono state solitamente utilizzate in passato dai contadini e dagli allevatori che conoscevano a menadito il territorio siciliano.
Molte di queste piante sono sconosciute al grande pubblico e agli stessi allevatori, ma per fortuna negli ultimi anni sono aumentate le iniziative, organizzate da enti e associazioni, che permettono a tutti di conoscerle meglio.
Alcune di queste specie, se coltivate, potrebbero avere persino un grande interesse economico, per via del loro sapore e delle loro qualità farmaceutiche. Quanto fatto però ultimamente dagli imprenditori siciliani è già un grande passo in avanti verso la tutela delle aromatiche, che oltre a essere utili a noi hanno anche un notevole effetto benefico sulla natura che li circonda.
I fiori di lavanda, rosmarino e di timo, per esempio, attirano moltissimi insetti e forniscono alle api il cibo necessario per affrontare le prime settimane primaverili.
Coltivare le piante aromatiche, quindi, può essere una strategia per tutelare la biodiversità dell’entroterra siciliano.
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