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Si chiama Rufo e domina un borgo in Sicilia: le sue bocche da fuoco difendevano la costa

Costruito nel 1220 per ordine dell'imperatore Federico II di Svevia come strumento di difesa, il castello è stato poi trasformato in dimora signorile. Oggi è visitabile

Balarm
La redazione
  • 29 dicembre 2022

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Domina tutto il panorama circostante arroccato sul punto più alto della rupe da cui è possibile godere di un'incredibile vista su un borgo medievale siciliano.

Con questo video realizzato e pubblicato sul suo canale Youtube da Guanters vi portiamo fin sopra e poi anche all'interno del Castello Rufo (o Ruffo).

Siamo in Sicilia e precisamente nel comune di Scaletta Zanclea, in provincia di Messina.

Eretto nel 1220 per ordine dell'imperatore Federico II di Svevia come strumento di difesa, venne da lui concesso in custodia a Matteo Selvaggio, avo della baronessa Macalda che vi nacque intorno al 1240.

È stato poi trasformato in dimora signorile dalle varie casate che si avvicendarono nella proprietà. Nel 1969 il principe della Scaletta Sigerio Ruffo lo donò al comune del paese che lo ristrutturò rendendolo visitabile.

Il massiccio impianto trapezoidale e l’elevata verticalità delle pareti sono alleggeriti dalle eleganti bifore che si aprono sui vari prospetti mentre all’interno troviamo ampie sale bene illuminate con alte volte a botte, per cui, più che una cupa e minacciosa fortezza, richiama un "Dongione", residenza elegante e sfarzosa del Feudatario.
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Sul lato orientale la fortezza avanzata dove nel '600 vennero installate numerose bocche da fuoco che resero invulnerabile la costa.

Luogo privilegiato, ricco di storia e di avventure, vide le gesta di personaggi di notevole spessore come la baldanzosa Macalda da Scaletta o l’Imperatore Carlo V che vi sostò nel 1535. Nell'atrio un'antica costruzione segna il basamento di una torre preesistente.

Purtroppo il Castello non è stato risparmiato dagli attacchi del tempo nonché dell’incuria degli uomini e ne reca i segni evidenti. Nel 1969 il Principe Ruffo lo dona al Comune.

Negli anni 80 a cura della Soprintendenza e del Comune è stato avviato un restauro accurato e oggi è aperto al pubblico per le visite guidate. Le visite si svolgono su prenotazione chiamando il numero 090 9596721.
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