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Separate da piccole, si ritrovano a Palermo dopo 40 anni: l'incredibile storia di 2 sorelle

Adottate da due famiglie diverse, una in Sicilia e l'altra in Francia, scoprono l'una l'esistenza dell'altra in età adulta. Una ricerca lunga e difficile. La storia

Anna Sampino
Giornalista
  • 28 aprile 2025

Dinesha Di Francesco e Jayani

Non ci sono confini né distanze. Non ci sono ostacoli talmente insormontabili né intralci che possano impedire a due anime che si cercano di ricongiungersi. È così infatti che due sorelle, separate in tenerissima età, si ritrovano dopo 40 anni.

Adottate da due famiglie diverse, una in Sicilia e una in Francia, entrambe erano troppo piccole per ricordarsi l'una dell'altra. Eppure la straordinaria storia che stiamo per raccontarvi ci insegna che il «legame di sangue» è più forte di qualsiasi cosa.

Il 24 febbraio scorso sembra un giorno come tanti quando Dinesha Di Francesco, attrice e regista teatrale, palermitana originaria dello Sri Lanka, entra su Facebook e si ritrova il messaggio di una tale Jayani che la lascia senza parole: «Ciao, ho buone ragioni per pensare che tu sia mia sorella. Ti cerco da 8 anni». Nel testo anche una serie di riferimenti a fatti e persone dello stesso Paese di origine, lo Sri Lanka, di cui Dinesha ricorda poco o nulla.

«All'inizio ho pensato che si trattasse di uno scherzo. Ai miei dubbi, Jayani risponde con una sua foto. La somiglianza tra noi due era così palese che ho chiesto a mia madre adottiva se le informazioni riportate nel messaggio potessero essere verosimili».

Dinesha ha poco più di tre anni, nel 1983, quando viene adottata da una coppia di genitori siciliani, un'insegnante e un architetto di Porto Empedocle.

«I genitori migliori che una bambina possa mai desiderare», sottolinea emozionata. Era troppo piccola allora per riuscire oggi a ricordare il suo passato, peraltro molto difficile e doloroso.

«Io non ricordo nulla della mia primissima infanzia. È molto probabile che io abbia rimosso quanto di doloroso sia accaduto nella mia famiglia biologica. Quando la mia mamma adottiva mi conferma la veridicità delle informazioni scritte da quella ragazza a me ancora sconosciuta, decido di rispondere a quel messaggio». Lo fa dopo diverse ore.

Riflette, pensa, cerca le parole giuste. «Vedersi piombare all'improvviso una sorella non può che sconvolgerti la vita».

Jayani, a cui i genitori adottivi hanno dato un altro nome Dorothée (in francese), è due anni più piccola di Dinesha ed è stata adottata ancora neonata (aveva 8 mesi) da una coppia di francesi con cui si trasferisce in provincia di Parigi.

È lei a cercare per otto lunghi anni la sorella, all'inizio nel buio più totale, dato che di lei conosce soltanto il cognome della famiglia biologica.

Tutto comincia tramite un'amica del padre adottivo di Jayani, originaria dello Sri Lanka, la quale si rende disponibile a cercare informazioni sulle origini della ragazza.

Dorothée inizialmente è scettica. Grazie a un giro di suoi contatti, la donna singalese riesce a risalire al padre biologico. Inizia così per Jayani un periodo fatto di ricerche, ricostruzioni e ricordi, anche dolorosi.

Di Dinesha, la sorella conosce solo il loro cognome d'origine, ma non il nome né il cognome dei genitori adottivi. Per saperlo Jayani ha solo un modo: parlare col suo padre biologico. La donna, lo scorso febbraio, va in Sri Lanka, assieme ai suoi tre figli, per conoscerlo. In quell'occasione il padre le rivela nome e cognome della sorella, ricostruisce le loro origini e le racconta tutta la loro storia.

Una storia d'amore, di femminismo e indipendenza (che ha del rivoluzionario in un Paese come lo Sri Lanka), ma anche di dolore e povertà estrema.

La mamma delle due ragazze apparteneva infatti a una famiglia ricca della capitale Colombo. Molto giovane, viene data in sposa a un uomo altrettanto ricco, ma alcolizzato e violento, con cui ha due figli maschi. La donna, colta ed erudita, si innamora presto di un uomo che lavora come manovale nella villa di famiglia.

Una relazione che la famiglia di lei non accetta anche perché, oltre a essere un rapporto extraconiugale, lui è povero e appartiene a una "casta" inferiore. Proprio come nei film, i due decidono di fuggire insieme e vanno a vivere in un villaggio molto povero di una città vicina alla capitale. Con loro ci sono anche i due bambini, figli della donna.

La coppia si sposa e ha due figlie, Dinesha e Jayani, appunto. Pochi mesi dopo il secondo parto, la donna si ammala e muore. Il padre non ha il coraggio nè la forza economica per crescere i quattro bambini. I primi due vanno a vivere con una zia materna, che però non vuole sapere nulla delle due sorelline considerate "bastarde", perché nate fuori dal primo matrimonio.

Dinesha e Jayani vengono così affidate a una casa famiglia e date presto in adozione.

Nonostante Jayani avesse pochi mesi quando viene adottata, ha sempre ripetuto ai genitori di essere quasi sicura di avere una sorella. «Mi ha spiegato - racconta Dinesha - che ha vissuto sempre con un vuoto dentro, come se le mancasse qualcosa, anzi qualcuno. Quel qualcuno ero io».

Quando torna dallo Sri Lanka, usando le informazioni ricevute dal padre, Jayani cerca su Internet informazioni sulla sorella e le trova subito. Dinesha è un'attrice e regista teatrale, di lei ci sono tante foto online. La somiglianza tra loro non lascia dubbi. Jayani decide così di contattarla tramite Facebook.

Dopo più di 40 anni le due sorelle si sono incontrate per la prima volta, qualche settimana fa, a Palermo, dove Dinesha è tornata a vivere dopo aver girato l'Italia per studio e lavoro.

«Un'emozione grandissima, indescrivibile. Oltre che sorella, ho scoperto anche di essere zia di tre splendidi nipoti, figli di Jayani. Dal primo incontro non riusciamo più a lasciarci. Abbiamo troppo tempo da recuperare e molta voglia di conoscerci. Siamo più simili di quanto si possa pensare e senza saperlo abbiamo condotto vite praticamente parallele. È forse un caso che io abbia imparato il francese a 3 anni in Algeria - si chiede oggi Dinesha - e senza averlo mai studiato non l'ho mai dimenticato? Era forse un segnale che mi portava da mia sorella?».

In questo continuo raccontarsi, ricostruire e ricucire pezzi di vita, le due sorelle scoprono che i segni sono stati davvero tanti. Forse disegno di un destino che porta a ritrovare, prima o poi, chi si ama. "Omnia vincit amor".
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