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Se non avevi giacca e cravatta qui non entravi: gli anni del Gourmand's a Palermo

Sono gli anni '70 e in città c'è la cultura del gusto, dell'eleganza delle cose belle. Un luogo "fertile" e quindi pronto ad accogliere l'innovazione di una ristorazione nuova

Valentina Frinchi
Freelance in comunicazione e spettacolo
  • 24 ottobre 2024

Il Gourmand's ieri e oggi

Sono gli albori degli anni '70 in una Palermo dove prevale la cultura del gusto, dell'eleganza delle cose belle, in una città "fertile" e quindi pronta ad accogliere l'innovazione di una ristorazione che dà vita a una storia in una spendida via Libertà, al civico 37.

Antonino Ferro - classe '36 viene dal Capo, a 14 anni è già "lift" negli alberghi, ovvero l'addetto all'accoglienza del ristorante equivalente ai moderni "buttadentro" «un lavoro che non c'è più» commentano le figlie Giusy, Caterina, Patrizia e Marcella.

Ferro cresce negli anni '50, quando Palermo è povera di locali, esistono solo posti come il "Carlos Primeiro" e il "Caprice", dove lui muove i primi passi. «Prova l'esperienza in Inghilterra come maitre di sala che è giovanissimo, sposato e padre di quattro figlie» ricordano le figlie.

Nel '72 insieme allo chef Rosario Guddo c'è l'idea di aprire un locale importante dedicato alla "Palermo bene" con il personale dei locali di vent'anni prima con cui era sorta negli anni una buona formazione. I due soci sarebbero stati: il primo il riferimento per la sala, l'altro il riferimento per la cucina insieme al suo staff.
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«Nostro padre aveva in testa di fare un locale di lusso. Si rivolse a degli architetti toscani per l'arredamento» raccontano le figlie di Nino Ferro. Si chiamerà Gourmand's, una parola che in realtà non esiste ma che vuole lasciare intendere qualcosa che sia familiare al "gourmet". Un locale su due piani e con altri due piani sotteranei.

Uno stile moderno, arredamento lussuoso, moquette per terra, pareti rivestite in sughero e grandi plafoniere per una buona luce. Le vetrine con tende abbinate sono l'ingresso di un'eleganza con tanto di scritta "Gourmand's". «C'era una cucina che oggi risultrebbe tradizionale Per quei tempi, invece, era internzionale - commentano le figlie -. L'innovazione è stata i "piatti alla lampada" portati direttamente in sala dal maitre che spesso era proprio nostro padre».

Piatti come "La carbonara", il "risotto alla zarina", "risotto con il salmone e uova di caviale» raccontano ancora le figlie. Tutti prodotti spesso acquistati nelle regioni di provenienza. In questi anni lo chef Rosario Guddo riceve nel tempo diversi premi come il premio "Cordon Bleu de France" nel '78.

Guddo in cucina ha formato un numero importante di allievi. Nel '91 si trasferisce per un periodo in Argentina per formare una squadra di cuochi siciliani emigrati. Ma torniamo a Palermo. Il Gourmand's è un posto ricco. Stabili sono il carrello dei bolliti e quello del dessert, ma non solo.

Buffet di antipasti e di pesce in posizione giornaliera. All'ingresso, l' American bar con il sommelier sempre presente per i cocktails di quel posto mai più dimenticato.

Qui c'è pure un "guardaroba" con delle giacche e delle cravatte "jolly" che sarebbero servite a quei clienti vestiti inadeguatamente. «Se si vuole accomodare abbiamo una giacca e una cravatta da poterle dare».

Del resto il personale di direzione di sala è rigorosamente in smoking.e i camerieri in livrea. C'è una Palermo di un certo livello, i tempi sono buoni perchè dall'impiegato al professionista si possa scegliere quel luogo. Un punto di riferimento commerciale, per affari, pranzi e cene di lavoro.

«Veniva la classe politica, attori e magistrati, ma anche rappresentanti, impegati di banca e rappresentanti dello spettacolo». Una clientela che resta e che si rinnova di padre in figlio. Si attende il proprio turno anche nei gradini delle scale del ristorante. I Capodanni sono super chic, molto eleganti, cenoni fastosi, aragoste, caviale e ostriche, e lupus in fabula, l'attesissimo sorteggio!

I premi sono gli omaggi degli sponsors della zona e quindi: gli sci di "Cammarata", i tappeti persiani di "Toluian", le cravatte di "Battaglia", accessori di abbigliamento di "Giglio", le argenterie "Di Cristofalo" e anche qualche gioiello.

Un modo unico per attrarre e premiare la clientela in un party esclusivo di fine anno. «Quando Nino vedeva la sala piena era una stretta di mano e un'esclamazione 'non è il lavoro più bello del mondo?'» L'attività del Gourmand's non ha avuto successo solo nei meravigliosi locali di via Libertà.

Fino al 1979 la gestione Gourmand's ha curato l'apertura e la realtà di "Porto Rais" a Marina di Cinisi. E così l'Hotel Hopps di Mazara del Vallo (per alcuni anni), l' "Ashur" di Mondello e qui "Gourmand's incontri". Ha aperto il "Regine" di via Trapani per poi cederlo ai fratelli Barone.

"Gourmand's" non si è fermato in Sicilia e neanche in Italia. In Venezuela, negli anni '80, è stata aperta una ristorazione e ancora ha gestito le mense dell'impresa "Cassina" in Libia. Una ristorazione, quella del Gourmand's, che in certi anni ha avuto dei picchi notevoli e straordinari.

Una strategia commerciale che ruotava come poteva i segreti di un'attività che ha toccato molti punti e i loro futuri. E inoltre uno staff cosi professionale spesso migrava in località come l'Excelsior di Venezia.

Anni di un'impresa florida ovunque si conoscesse il prestigio di quel ristorante palermitano che molti avrebbero voluto vivere. Nino Ferro muore nell'86 all'età di soli 50 anni, il Gourmand's continua con la gestione di Rosario Guddo fino al 1998 quando la proprietà dei locali decide di vendere l'immobile. In questi anni c'è una crisi commerciale del tutto assente nel ventennio '70/'80. La fine degli anni '90 ha scritto l'ultimo capitolo di quella ristorazione così libera e accogliente.
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