Se neanche l'atleta dei record ce l'ha fatta: perché non conviene sfidare Scilla e Cariddi
Un mito che rappresenta l'eterna lotta tra i limiti dell'uomo e le forze incontrollabili della natura. Lo Stretto di Messina è da sempre il simbolo concreto di questa sfida

Oggi, queste leggende antiche trovano una nuova dimensione grazie alle imprese moderne che continuano a sfidare i limiti del possibile, come quella recente di Jaan Roose. Nella mitologia greca, Scilla e Cariddi erano due creature terrificanti che dimoravano sui lati opposti dello Stretto di Messina.
Scilla, una ninfa trasformata in mostro dalla maga Circe, era dotata di sei teste di cane pronte a divorare qualsiasi marinaio imprudente. Cariddi, figlia di Poseidone e Gea, era condannata da Zeus a ingoiare e rigettare per tre volte al giorno l'acqua del mare, creando vortici pericolosi per le navi che dovevano passare tra loro.
Questi miti non solo personificavano i pericoli della navigazione in quelle acque, ma rappresentavano anche le paure più profonde e le sfide che l'umanità deve sostenere. Per secoli l’attraversamento dello Stretto di Messina ha rappresentato una vera sfida per eroi e naviganti.
Ulisse, nell'Odissea, affronta con coraggio questi mostri, simboleggiando la lotta dell'uomo contro le forze avverse della natura. Una nuova sfida invece recentemente ha avuto come protagonista lo slackliner estone Jaan Roose, compiendo un'impresa audace: attraversare i 3646 metri che separarono la Calabria dalla Sicilia camminando su una fettuccia larga poco meno di 2 centimetri a un'altezza di oltre 250 metri sul livello del mare.
Roose sfidando le forti correnti e i venti impetuosi che rendono questa impresa tanto pericolosa quanto affascinante, ha camminato su una slackline tesa tra due punti della costa siciliana e calabrese, arrivando al Pilone di Messina dopo essere partito dal pilone di Santa Trada a Villa San Giovanni. Pur completando l’attraversamento delle due sponde, la sua impresa, però, non può essere inserita nel Guinnes dei Primati, in quanto il regolamento prevede un percorso netto fino al termine.
L’atleta estone pur superando il record del mondo in vigore, che era di 800 metri di distanza, è caduto prima dell'arrivo, quando mancavano circa 80 metri. Rimane comunque la camminata su slackline più lunga della storia compiuta in 2 ore 57’ 09’.
La sfida estrema di Roose rappresenta un nuovo capitolo nella storia delle traversate del leggendario Stretto e richiama alla mente le antiche leggende di Scilla e Cariddi, dove il pericolo e l'audacia si incontrano. Questa moderna traversata sul filo evoca la stessa tensione tra coraggio e paura, tra rischio e trionfo, che caratterizzava i miti antichi.
Nell'epoca contemporanea, lo Stretto di Messina non è solo un simbolo di pericolo naturale, ma anche di innovazione e progresso. Il sogno di unire la Sicilia alla terraferma con un ponte, pur rimanendo irrealizzato, rappresenta il desiderio umano di superare le barriere naturali e creare connessioni più forti. Il mito di Scilla e Cariddi continua a esercitare una potente influenza sulla nostra cultura e sulle nostre aspirazioni.
Le imprese moderne, come quella di Jaan Roose, ci mostrano che il coraggio e l'ingegno possono ancora portarci a confrontarci con le sfide più formidabili. Il mito diventa così una lente attraverso cui possiamo interpretare e apprezzare le conquiste dell'umanità, vecchie e nuove.
Ci ricorda che, nonostante le paure e i pericoli, l'uomo è sempre spinto a esplorare, a sfidare e a superare i propri limiti. E mentre lo stretto di Messina continua a essere attraversato da storie di coraggio e determinazione, queste leggende senza tempo risuonano ancora tra le onde, ispirando nuove generazioni di avventurieri e sognatori, che con audacia e prudenza dovranno far sempre i “conti” con la volontà e forza di Scilla e Cariddi.
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