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Se avete coraggio entrateci: (altri) castelli di Sicilia tra delitti, torture e credenze popolari

Da Palermo a Enna, da Catania a Milazzo, molti luoghi della Sicilia raccontano anche i lati oscuri della storia: tra inquisizione e misteriose incisioni, ecco alcuni castelli

Balarm
La redazione
  • 21 maggio 2018

Il castello di Milazzo (Milazzo, Messina)

Ecco la seconda tranche di castelli che - tra gli oltre duecento - si trovano in Sicilia e che rendono l'isola una grande vallata di fortezze e storia (la prima puntata sui castelli la trovate qui): medievali, rinascimentali, normanni, tra torri di avvistamento modificate nei secoli e edifici per il riposo e le feste dei grandi principi ecco alcuni castelli tra Palermo e Messina che secondo noi vale la pena visitare.

Partiamo proprio da Messina, dove si trova il castello Rufo Ruffo di Scaletta Zanclea: un’imponente punto di difesa militare che gli svevi hanno tirato su nel 1220. Dopo di loro hanno abitato le enormi stanze anche aragonesi e spagnoli fino al 1672 quando la famiglia Ruffo lo trasforma in residenza di caccia.

L'edificio è come aggrappato a una roccia su di una collina che guarda verso il mare ed è un centro culturale nonché Museo Civico: per andarlo a visitare si attraversa un percorso di vicoli e gradini tra pendii e, appunto, roccia. Meglio andare dall'altro lato, quello verso lo Stretto.
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A Palermo non si può non dare un'occhiata allo Steri (palazzo Chiaramonte), costruito nel 1307 dalla famiglia Chiaramonte, prese il nome "Steri" da Hosterium, dimora fortificata, per il fatto che nel 1392 l'ultimo discendente è stato giustiziato all’ingresso dell’edificio.

Il gigante che si trova in piazza Marina è tristemente noto come tribunale, luogo di torture e prigione: nel Seicento era infatti del tribunale dell'inquisizione del Santo Uffizio e vennero costruite sia le carceri che la sala delle torture. Duecento anni dopo diventa ufficio giudiziarip e poi, come è ancora oggi, diventa sede del Rettorato dell'Università di Palermo.

Ancora oggi nel Carcere dei Penitenziari si possono osservare delle scritte, disegni e pitture delle vittime dei processi e furono imprigionate, meno macabro, è da vedere anche il Grande Salone con i soffitti lignei dipinti con storie bibliche e cavalleresche risalenti agli ultimi anni del Trecento.

A pochi passi dallo Steri, sempre a Palermo, ecco il terribile Castello a Mare costruito dagli arabi nel IX secolo e che è stato più volte ristrutturato perché di volta in volta cambiava destinazione d'uso. È stato residenza dei Vicerè di Sicilia e anche lui sede siciliana del Tribunale dell’inquisizione. Negli anni Venti è stato demolito per dei lavori del porto e poi ha subito anche i bombardamenti della II Guerra Mondiale.

Prima di questi episodi distruttivi il castello aveva una cinta muraria direttamente sul mare ed era un palazzetto in stile rinascimentale con due torri esagonali (per approfondire c'è un articolo dedicato alla sua storia).

Una mescolanza di stili, ecco cosa è il Castello di Castelbuono che viene costruito nel 1316 per volere del conte Francesco I di Ventimiglia. Tra sotterranei, segrete e una galleria interna oggi è sede del Museo Civico.

Si sviluppa su tre piani: il primo per la servitù, il secondo per i nobili (su questo piano la Cappella Palatina realizzata nel 1683 dai fratelli Serpotta con marmi preziosi, stucchi, putti e fregi) e il terzo per la corte e gli ospiti. A partire dal 1600 il castello subì diverse ristrutturazioni che ne cambiarono le finalità d’uso.

In molti conoscono la storia del suo fantasma, parliamo del Castello Carini la cui data di costruzione è tra il 1075 e il 1090: si dice che tra le sue mura, nell’anno 1563, si sia consumato l'omicidio di Laura Lanza, la baronessa uccisa dal marito e dal padre mentre si trovava con il suo amante

Il castello ha subito diverse ristrutturazioni per volere della famiglia dei Grua-Talamanca: al piano terra si trovano una biblioteca, un tempo Salone delle Derrate, al primo piano ecco il Salone delle Feste con un impressionante soffitto ligneo e dalle decorazioni gotiche.

Andiamo a Milazzo, dove il Castello domina l’intera città e che contiene la Cattedrale seicentesca di Milazzo. L'origine è incerta ma si sa almeno che furono gli arabi a costruire il primo nucleo del castello nel 843, la struttura ha poi subito varie modifiche da parte di Normanni e Svevi che alzarono altre strutture e pure dagli aragonesi e dagli spagnoli che invece aggiunsero una cinta bastionata.

Al centro della Sicilia si trova Enna con il suo Castello di Sperlinga che significa "antro naturale profondo e oscuro": oltre cinquanta le grotte di cui si articola, grotte scavate dai bizantini che oggi sono state acquistate dal Comune e trasformate in musei come il Museo Etnoantropologico, dove si trovano antichi oggetti della cultura contadina dell’epoca.

La particolarità di questo maniero è che sfrutta direttamente la roccia: alcuni dei suoi ambienti sono direttamente scavati nella roccia o ricavati dalla costruzione di strutture che comunque partono dalla roccia. Da vedere c'è senz'altro la bifora considerata monumento nazionale, la sala di rappresentanza del principe, la cappella e la ripida scalinata intagliata nella pietra.

Andiamo ai piedi dell'Etna, a Catania, dove si trova il Castello di Ursino che prima della colata lavica del 1669 era a picco sul mare come ci dice il nome stesso "Castrum sinus" ossia castello del golfo. A metà Settecento fu circondato da imponenti mura difensive e vennero fatte anche delle modifiche rinascimentali, poi nel 1837 diventa prigione.

Ha un aspetto severo e massiccio ed è stato costruito su progetto dell’architetto Riccardo da Lentini tra il 1239 e il 1250 per volere di Federico II di Svevia: a pianta quadrata, è delimitato da quattro torrioni ad ogni angolo e da torri a metà di ciascun lato. All'interno si trovano fregi di notevole interesse: eleganti volte a costoloni, pregiati capitelli intarsiati, grandi archi ogivali e statue di pregevole fattura. Oggi ospita il Museo civico e mostre d'arte all’interno della pinacoteca.

La tradizione vuole che il castello di Adrano sia stato fatto costruire dal Conte Ruggero, padre di Ruggero II, che nell'anno Mille aveva conquistato Adrano dopo la dominazione araba. È un parallelepipedo a base rettangolare ed è alto 33 metri, ai suoi angoli ci sono anche dei contrafforti in pietra lavica.

Le mura hanno uno spessore che va dagli oltre due metri a oltre sei metri, dentro, ecco le strette scalette che rendono comunicanti i quattro piani. Nei secoli il castello è stato varie volte trasformato ed è stata cambiata la destinazione d'uso: da dimora di nobili famiglie aragonesi, poi carcere e poi Museo, dagli anni Cinquanta.

Non andiamo lontano, andiamo a vedere la Fortezza di Aci Castello costruita in pietra vulcanica che sorge su uno sperone di roccia a picco sul mare usato come fortezza fin dai romani: è più volte distrutto ma ricostruito definitivamente re Tancredi alla fine dell'anno Mille. Oggi ospita un piccolo Museo Civico, sede di una collezione di pietre minerarie e resti archeologici.

Capolavoro d'architettura militare del Quattordicesimo secolo, il castello di Mussomeli fu voluto da da Manfredi III Chiaramonte ed è una delle fortezze più inaccessibili della Sicilia: a circa due chilometri dal centro, sembra fondersi con la rocca dalla quale sbuca. L'edificio infatti si mescola con la natura sfruttando i punti di appoggio della rupe ma si sviluppa con gusto: il portale e altri elementi sono in stile gotici e ha svariati ambienti triangolari che servono da raccordo tra le sale.

Gli interni lasciano senza fiato: l’enorme Sala dei Baroni, la "Prigione della Morte" dove i condannati venivano gettati da una botola e uccisi per annegamento e la cappella dove è conservata la statua della "Madonna della catena", a cui i carcerati imploravano la grazia.

Il castello di Falconara nasce come torre utizzata principalmente per l’allevamento dei falconi, poi passa ai principi Branciforti che la trasformano nell'odierno castello: negli ultimi due secoli alcuni interventi di restauro lo hanno ingrandito e abbellito fino a trasformarlo nel complesso di torri e merli di oggi.

Nei primi dell'Ottocento il castello se ne appropria il conte tedesco Giorgio Wilding che, colpito dalla bellezza del luogo, edificò un'intera ala, con un grande salone ed un terrazzo a picco sul mare. Passa poi nelle mani dei Chiaramonte-Bordonaro: anche loro edificano una nuova ala e tutto il complesso viene adattato a dimora di lusso, ancora oggi è riempita di dipinti, mobili antichi, ceramiche preziose e trofei di caccia.

Costruito dai Chiaramonte nel Tredicesimo secolo, il Castello di Favara è un vero e proprio palazzo di uso principalmente residenziale: al piano terra, dove si trovavano i magazzini, le scuderie e le abitazioni della servitù, sono coperti da volte a botte e si affacciano tutti sulla corte interna. Nell'androne d'ingresso si trova la lapide con la misteriosa incisione che indica il luogo di un tesoro nascosto, o almeno così vuole la credenza popolare.

Ultimo capitolo dedicato al castello di Racalmuto, costruito durante la dominazione normanna nel periodo della baronia di Roberto Malcovenant, un francese al seguito di Re Ruggero d'Altavilla. Federico d'Aragona diede poi la proprietà del castello e del feudo a Federico II Chiaramonte che penso all’ampliamento della fortezza iniziale.

È un valido esempio dell’architettura militare del periodo svevo: a pianta trapezoidale, con torri a base circolare e con la disposizione del portale e degli ingressi secondari, le finestre disposte senza simmetria e imponenti mura spesse circa due metri. La torre sinistra ha conservato il suo aspetto originale mentre quella destra è stata restaurata e destinata a belvedere. All’inizio del Novecento il castello è stato dichiarato monumento nazionale.
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