ITINERARI E LUOGHI
Scrigno di storie, misteri e luoghi (nascosti) in Sicilia: tutti i segreti della "Fera 'o Luni"
Dietro al frenetico via vai che affolla la piazza, si celano quartieri, personaggi e leggende spesso sconosciute. Un mercato storico emblematico tutto da svelare

Il mercato "Fera o Luni" di Catania
La Fera ‘o Luni ha origini antiche, risalenti al periodo in cui il commercio avveniva in maniera informale e si basava su scambi diretti tra agricoltori e consumatori. Il mercato si svolgeva originariamente nell’area attorno alla Chiesa di San Francesco e, nel corso dei secoli, ha visto una continua evoluzione, adattandosi alle esigenze economiche e sociali della città.
Situata tra la nota Piazza Carlo Alberto e la centralissima Piazza Stesicoro si distribuisce adesso anche lungo le viuzze circostanti.
Questa sua ubicazione è avvenuta alla fine del XIX Secolo, in concomitanza con la nuova denominazione della piazza. Infatti, il mercato venne qui spostato in seguito al nuovo piano di sviluppo urbano teso a unire la città al borgo marinaro di Ognina, che un tempo era zona disabitata. Grazie al mercato dunque questo quartiere della città è divenuto oggi centro principale e luogo tra i più affollati di Catania.
Qualsiasi sia l’origine del nome è indiscutibile il fatto che la Fera ‘o Luni è un simbolo di comunità, un luogo di incontro dove storie, tradizioni e sapori siciliani si intrecciano. Qui, si possono trovare prodotti freschi, artigianato locale e piatti tipici. Odori, colori e le voci dei commercianti fanno da sfondo in un ambiente così variegato.
Molto spesso i turisti si fermano a osservare il tentativo dei cittadini ad acquistare il prodotto migliore a un prezzo minore da quello stabilito.
Le ipotesi sulle origini del nome però sono diverse: si vocifera che il nome possa derivare dal luogo in cui nel Medioevo la fiera veniva svolta ovvero nel Foro Lunaris davanti alla chiesa dell’Elemosina.
Un’altra ipotesi invece fa risalire il nome al quartiere che esisteva, in quel preciso punto, prima dell’eruzione vulcanica del 1669. Il quartiere si chiamava appunto L’uno e, a sua volta prendeva il nome dall’antico tempio dedicato al dio assiro-babilonese Luno, o alla dea romana Luna.
Si evince che la città di Catania nasconde un’identità seppur sepolta, ancora onnipresente che influenza i catanesi nella loro quotidianità. Sotto il frenetico avanti e indietro che affolla la piazza si celano, infatti, le catacombe più antiche della città.
Accedervi è semplice: sulla piazza si può ammirare il santuario dedicato alla B.V. Maria del Monte Carmelo e la Chiesa di San Gaetano alle Grotte. Accedendo alla chiesetta e percorrendo la navata è presente una ripida scala che conduce il visitatore in un luogo molto particolare. Si tratta di una vera e propria grotta lavica, rivestita di opere d’arte e di suppellettili, luogo principale dove seppellite i membri defunti della comunità e in particolare i martiri.
La stessa Agata pare che, riconosciuta come santa e divenuta poi patrona della Città, fosse stata inizialmente inumata proprio in questo luogo. Gli agenti atmosferici e le varie dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli hanno cambiato l’impianto originario della Chiesa tant’è che, ad oggi, sembra come in una posizione d’intralcio a coloro i quali si trovano a passare.
Eppure, proprio in quel luogo, in quella piazza tanto vivace e colorata si nascondono storie misteriose ed intriganti. A questo punto sorge il dubbio che, l'origine del nome della Fera 'o Luni sia, in qualche modo, collegato a ciò che sotto di essa si conserva.
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